Nell’ambito del Campania Teatro Festival, presso il Teatro Politeama si è svolto lo spettacolo in prima nazionale Napoleone. La morte di Dio, testo e regia di Davide Sacco con Lino Guanciale, Simona Boo e Amedeo Carlo Capitanelli.
É il 15 dicembre 1840, il giorno del funerale di Napoleone. Un giovane Victor Hugo si sveglia all’alba al suono dei tamburi che chiamano a raccolta i parigini per ricordare loro che le spoglie mortali di Bonaparte sono finalmente sul suolo francese e troveranno la loro collocazione definitiva a Les Invalides voluto dal re Luigi XIV.
La cronaca che ne fa il futuro romanziere è densa ed appassionata: «Sì è veramente una festa : la festa di un feretro esiliato che torna in trionfo. La neve si infittisce. Il cielo si fa nero. I fiocchi di neve lo seminano di lacrime bianche. Sembra che Dio voglia partecipare ai funerali» per poi accorgersi che la festa è come una fantasia teatrale di pessimo gusto dove l’inesorabile trascorrere del tempo e la morte pongono fine al potere e alla gloria.
Davide Sacco, prendendo spunto da questo scritto poco noto di Hugo dal titolo I funerali di Napoleone, ne costruisce un percorso a più voci sulla morte degli eroi, delle divinità, dei padri dove domina quella di un figlio (Lino Guanciale) che ha perso il padre.
A sipario aperto due addetti cimiteriali sono impegnati a spalare il terreno . Da una quinta laterale entra sul palcoscenico un uomo infreddolito nonostante lo stesso maglione di lana. La scena volutamente poco illuminata fa immaginare agli spettatori la presenza di una bara ancora aperta e l’uomo si dispera sapendo che da figlio è diventato orfano. Per l’ultima volta vedrà il corpo di suo padre tra le lacrime che gli rigano il volto. Sa con certezza che nessuno gli rivolgerà più parole di conforto o consolazione e nessuno lo aspetterà al suo rientro.
«La morte non è altro che la perdita delle abitudini» dirà a breve l’uomo e inizierà un monologo, interrotto a tratti da vecchie nenie struggenti.
Chi è l’uomo sul palco ? E’ soltanto un figlio che ha perso il padre oppure è il figlio di Napoleone, il re di Roma, l’Aiglon ? O è tutti noi figli che abbiamo considerato i nostri padri alla stregua di un Dio? Cosa accomuna tutti gli uomini nel momento della perdita di una persona cara?
La Francia per la prima volta si confronta con la memoria di un imperatore l’uomo fatale del Manzoni che ha segnato la storia di una nazione e di un’epoca irripetibile mentre noi ci confrontiamo con l’assenza e l’attesa di qualcuno o qualcosa che troverà spazio nel vuoto lasciato. E ci sentiamo smarriti, confusi e orfani.
Il tema centrale dello spettacolo è proprio questo: la morte dei padri intesa come la morte di coloro che ci hanno preceduto e delle divinità e dei miti e degli eroi da cui abbiamo tratto ispirazione per orientare la nostra vita.
Le imprese belliche di Napoleone trovano testimonianza in vittorie e sconfitte così come le nostre battaglie contro il destino spesso avverso.
Lino Guanciale incarna alla perfezione l’orfano smarrito, confuso, addolorato. Anche quando ha tra le mani la feluca e il cappotto sulle spalle con i grandi bottoni dorati, non smette di essere semplicemente e profondamente un orfano al quale è stata sottratta la sua fonte di ispirazione o il suo modello esistenziale. Il dolore della perdita traspare in ogni suo gesto e il testo di Davide Sacco rimanda alla Storia. Allo spettatore vengono in mente l’ Editto di Saint Cloud, I Sepolcri, il 5 maggio e la tomba in quarzite rossa dell’Imperatore con le bandiere di tutte le sue vittorie e i miti greci e romani, gli eroi e gli antieroi, il culto dei padri e del loro esempio e il Quasimodo dei versi conclusivi della lirica Uomo del mio tempo.
La collaborazione tra Lino Guanciale e Davide Sacco in questo spettacolo si fa più potente e generosa nei confronti del pubblico che al termine della rappresentazione li premia con lunghi ,calorosi e meritati applausi.
(Ci riferiamo allo spettacolo L’uomo più crudele del mondo, testo e regia di Davide Sacco con Lino Guanciale e Francesco Montanari andato in scena al Teatro Bellini nella scorsa stagione teatrale)
Per coloro che avessero perso lo spettacolo ricordiamo che sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli dal 7 al 12 maggio 2024.