Ieri sera alla proiezione del film Rapito, presso il cinema Modernissimo, erano presenti il regista Marco Bellocchio e gli attori: Barbara Ronchi, Fabrizio Gifuni e Fausto Russo Alesi.
Presentato in concorso per la Palma d’oro alla 75esima edizione del Festival di Cannes, dove ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica, era molto atteso nelle sale cinematografiche italiane.
Il film è stato tratto liberamente dal libro storico Il caso Mortara di Daniele Scalise,edito da Mondadori.
Si narra la storia vera di Edgardo Mortara, un bambino ebreo bolognese che nel 1858 venne strappato alla sua famiglia per ordine dell’inquisizione vaticana dal momento che era stato battezzato all’insaputa dei suoi genitori dalla domestica cattolica Anna Morisi che lo riteneva in fin di vita. L’inquisitore di Bologna, il padre domenicano Pier Gaetano Feletti ( Fabrizio Gifuni ) segnalò il caso alla Gendarmeria pontificia che eseguì l’ordine di sottrarre alla famiglia il bambino, di portarlo in un collegio dove venne istruito alla fede cattolica.
Il padre, (Fausto Russo Alesi), la madre (Barbara Ronchi) e la comunità ebraica cercarono di riportare a casa il bambino imbastendo anche un processo ma Edgardo (Leonardo Maltese), crescerà a Roma, sotto la custodia di Pio IX° ( Paolo Pierobon), diventerà sacerdote e morirà novantenne nel monastero di Bouhay, vicino Liegi, in Belgio.
Il caso Mortara destò già all’epoca riprovazione e scandalo sulla stampa e fra l’opinione pubblica internazionale, in un momento storico difficile che iniziava a rifiutare il potere temporale della Chiesa e nutriva forti dubbi sull’infallibilità papale.
Il film racconta le vicende di Edgardo Mortara in modo magistrale e si presta a numerose riflessioni, come sempre accade quando dietro la macchina da presa c’è un regista dello spessore di Marco Bellocchio sostenuto, anche questa volta, da un cast notevole.
Per quanto riguarda la fedeltà e la descrizione di luoghi e personaggi sappiamo con certezza che Bellocchio oltre ad aver letto tutto il materiale storico del caso Mortara e gli atti processuali che ne conseguirono, ha cesellato la sceneggiatura con l’aiuto validissimo di Susanna Nicchiarelli,Edoardo Albinati e Daniela Ceselli. La felice scelta degli attori ha poi contribuito alla realizzazione di un film storico da manuale dove la controversa figura di papa Pio IX viene proposta in tutte le sue sfaccettature da un Paolo Pierobon in assoluto stato di grazia.
Il papa Mastai- Ferretti che detiene ancora il pontificato più lungo della storia della Chiesa cattolica, oltre 31 anni , che promulgò il dogma dell’Immacolata Concezione e beatificato, non senza critiche mosse anche dal mondo cattolico, nell’anno 2000 da Giovanni Paolo II, è stato reso ancor più potente ed ingombrante da Bellocchio che ne ha saputo rendere gli umori instabili come quelli del periodo storico da lui vissuto e l’obbedienza incrollabile e caparbia al principio espresso dal non possumus.
L’ ultimo inquisitore di Bologna, un misurato, credibile e bravissimo Fabrizio Gifuni, attento e vigile funzionario papalino , è presentato da Bellocchio come il vero persecutore della famiglia Mortara alla quale viene anche negata la possibilità di far visite ad Edgardo, uno straordinario piccolo Enea Sala che ci ha sorpresi soprattutto nella scena in cui schioda Gesù dalla croce.
Fausto Russo Alesi e Barbara Ronchi sono perfetti rispettivamente nei ruoli di Salomone Mortara e di sua moglie Marianna Padovani. Il dispiacere per il loro figlio lontano e cresciuto in una fede diversa dalla loro li segna per tutta la durata del film. E li ricordiamo, in particolare in due scene dove le loro capacità attoriali si dispiegano al massimo: l’impotenza del padre durante il processo che viene rappresentata sotto forma di autolesionismo ovvero con pugni e schiaffi alla sua persona e l’ultimo sguardo compassionevole della madre al suo bambino e al sacerdote Edgardo che vuole battezzare.
Leonardo Maltese che abbiamo già apprezzato nel ruolo di Ettore Tagliaferri ne Il signore delle formiche di Gianni Amelio, è un Edgardo spaesato, confuso, tentennante soprattutto in due momenti del film: quando per uno slancio d’amore rischia di far cadere il papa e quando, a dimostrazione che la sua resa al cattolicesimo è frutto di un’ imposizione, solidarizza con i ribelli per gettare le spoglie del pontefice nel Tevere.
Altre scene da manuale: la recita dello Shemà Israel (Ascolta Israele) che si recita ogni sera prima di dormire, il pranzo sontuoso e ricco di prelibatezze alla corte papale che vede protagonisti i bambini intimoriti ed un Edgardo che spiega a Sua Santità il significato della parola dogma,Edgardo che viene nascosto sotto le sottane della madre prima che i soldati lo strappino alla sua famiglia contrapposta a quella del gioco del nascondino sotto i paludamenti papali. Nella prima scena c’è tutta la tenerezza materna, nella seconda una sorta di inganno verso gli altri bambini del collegio che fingono di non vedere Edgardo per paura del pontefice.
Rapito è un film da vedere e noi di Mydreams ve ne consigliamo caldamente la visione.