“Una cometa di sangue” segna il ritorno di uno dei più visionari cantautori italiani: Andrea Tich. In questo doppio cd l’artista milanese di origini siciliane ancora una volta riesce a dar voce alle sue visioni. Canzoni che partono dall’anima e all’anima ritornano, luoghi sconosciuti che solo traccia dopo traccia è possibile esplorare. Luci, immagini da pellicola cinematografi, note e colonna sonora di un film mai visto fino ad ora.
I tuoi dischi sono nati per avere già nel titolo tutto un programma, se così possiamo dire. Come hai scelto questa volta “Una cometa di sangue”?
«Tutti i miei dischi editi hanno un titolo che è una delle canzoni contenute nel disco, e dato che i miei testi trattano quasi sempre di situazioni inconsuete o bizzarre non è stato difficile. Lo faccio sempre scegliendo quello che risulta più emblematico e curioso. “Una cometa di sangue” mi sembrava adatto anche ai tempi che stiamo vivendo: anche le cose che ti danno sicurezza e gioia, possono trasformarsi in qualcosa di diverso.»
Doppio cd: quanti pezzi erano lì in attesa di essere inseriti?
«Una cinquantina, sono abbastanza prolifico e legato a lavori concepiti anche quaranta anni fa, “Farfalla fluorescente”, l’ho scritta a 18 anni, l’ho ripresa, ci ho lavorato ed ecco fatto.»
Sicuramente però doppio cd ha portato doppie difficoltà…
«Si, le difficoltà derivavano dalla rinuncia di alcune canzoni che mi piacevano ma che non si inserivano nel progetto che avevo in mente, questo doppio album è un “concept”, ha un filo conduttore che lo lega brano dopo brano, le canzoni non sono state inserite a caso ma secondo un disegno ben preciso. Gli inserti di vita vissuta sono originali e strategicamente posizionati.»
Cosa è cambiato dai tempi di “Masturbati”?
«Praticamente nulla, forse i tempi, l’età, forse l’inconsapevolezza di andare incontro ad un percorso che sarebbe stato difficile. Ma allora come oggi, sono consapevole e determinato a continuare la mia strada cantando le mie “strane canzoni”.»
Come sei cambiato tu nell’arco di questi oltre 35 anni di cammino artistico?
«Come ho detto prima, il mio modo di fare musica non è cambiato, certo, le influenze, il costume, le mode ecc. un pochino influiscono sul modo di scrivere e suonare canzoni, anche le possibilità di realizzazione cambiano il modo, oggi registro e produco musica nel mio studio a Milano, monto e smonto canzoni a qualsiasi ora del giorno e della notte, questo è fantastico, considerando che un tempo dovevi attenerti ai tempi delle sale di registrazione.»
Guardando indietro c’è qualcosa che vorresti rifare? Qualcos’altro che vorresti cambiare invece?
«Rifarei “Masturbati” in versione triplo album e mi sarebbe piaciuto fare tanti concerti pubblicando altri dischi con la CRAMPS di Gianni Sassi, lui era a modo suo un vero artista e credo che se non lo avessi incontrato nessun’altro avrebbe avuto il coraggio di pubblicare il mio primo disco. E se potessi, cambierei l’atteggiamento che ebbi con Franco Battiato quando lo conobbi negli anni ottanta, quella fu un’occasione che mi sfuggì di mano.»
Parlando di futuro invece: cos’hai in programma? Cosa dobbiamo aspettarci?
«Mi auguro che presto abbia possibilità di portare in giro il mio spettacolo multimediale con musica e video e che le persone che mi apprezzano continuino a farlo. Ho altri due progetti in cantiere a cui sto lavorando uno dei quali è un idea che ho da quando vivevo in Sicilia… per il resto siamo nelle mani del destino e del tempo.»