Marco Mengoni, tra i favoriti della 73esima edizione del Festival di Sanremo, nel corso della serata delle cover in cui si è esibito con il coro internazionale The Kingdom Choir, eseguendo in maniera magistrale “Leti t be” dei Beatles, si è aggiudicato il primo posto. Questa sera si contenderà la vittoria con il brano in gara quest’anno, dal titolo “Due vite”. In conferenza stampa Mengoni ha parlato di questa sua esperienza a Sanremo 2023.
Come puoi descrivere questa esperienza al Festival?
«Sono molto soddisfatto, molto contento. Sono molto divertito da questo Festival che ritengo meraviglioso. Amadeus è un padrone di casa eccezionale, ha fatto una squadra pazzesca. Io mi sto divertendo tantissimo e questa è la migliore vittoria che potevo avere, il regalo più bello in 34 anni».
Come vivi il fatto di essere il favorito?
«Me la sto godendo non perché sono il favorito, ma perché è veramente una figata. Trovare questa complicità anche con l’orchestra, dopo aver fatto semplicemente cinque prove, sembra di suonarci da 14 anni come con i miei musicisti. Tutto questo è impagabile. Per quanto riguarda le classifiche e il mio essere favorito, credo che in questo Sanremo vinca la musica e i messaggi che si mandano».
Il messaggio più bello che hai ricevuto?
«Me ne sono arrivati tantissimi, devo ancora rispondere a quelli di Natale. Sto un po’ in ritardo. Ne ricevo tutti giorni. Fortunatamente c’è anche qualcuno che mi ama e mi vuole bene».
Ci racconti di più qualcosa in più sul testo della canzone?
«Parla di una bellissima relazione, una relazione infinita che si dà un sacco di schiaffi e di botta, perché è una relazione tra la vita reale e un po’ quella che viviamo nei sogni. Visto che la notte è scientificamente provato che si accenda una parte più emotiva di noi, ovviamente escono fuori i mostri, le paure più recondite. Nella vita reale, la nostra mente essendo una macchina perfetta, riesce a mettere da parte quelle paure, quelle lacerazioni, per non farci soffrire».
Come stai vivendo questo Festival rispetto a quello precedente che hai vinto?
«Me lo sto godendo tantissimo. Vorrei mollare ancora di più le redini. Credo di avere un grandissimo problema e credo sia uno dei miei più grandi difetti, ovvero sono molto emotivo (si emoziona n.d.r.). Siamo molto stanchi in questi giorni, ma sono molto felice. Questo che sto vivendo non è il sogno dei mostri ma è quello delle fate».
Il Lido Mengoni che posto è?
«È un posto dove puoi fare qualsiasi cosa, dove sentirti libero. Ieri sera è stato indescrivibile, perché era pieno di amici, di musicisti che suonavano, era la festa della musica. Lì non si sente gara, non si sente la sfida, ma solo la musica e neanche preparata».
Quali sono le differenze tra il Mengoni di ieri e quello di oggi?
«Sicuramente in questi anni ne sono successe di cose, non solo nella mia carriera ma anche nella mia vita. Ho vissuto momenti, come tutti noi essere umani, di alti e bassi, di grandissimi dolori e adesso arrivo qui con degli strumenti in più e sicuramente sono molto meno capace a tenere questa emotività. La differenza è che sono un po’ più grande, ho qualche capello bianco, però mi sento lo stesso, avendo però messo nel cassetto degli strumenti che posso utilizzare per sentirmi ancora più a mio agio su un palco. Io non volevo fare altro che portare me e i miei concerti sul palco, quindi dare quella visione lì. Non mi aspettavo tutto questo. Mi sono rimesso in gioco. Credo che nella vita bisogna avere coraggio, osare e bisogna anche sbagliare. Se fosse stata una scelta sbagliata l’avrei accettata comunque. Fortunatamente è andata bene, molto bene, oltre le aspettative. Grazie a tutti».
Questo è il festival delle mamme e dei papà, evocati nei testi ma anche in platea. C’è una figura della tua famiglia a cui pensi in modo particolare in questi giorni?
«Credo che questo sia il Festival degli esseri umani, fatto di tante persone che amano la musica e sicuramente una delle figure che amo di più è mia mamma, tanto lo devo a lei perché è stata molto forte in questi ultimi anni».