Paola e Chiara fanno il loro ritorno sul palco dell’Ariston, lo stesso che nel 1997, nella categoria Nuove proposte, le ha consacrate come vincitrici con “Amici come prima”.
Quella del ’97 non è stata l’unica volta al Festival di Sanremo per le sorelle Iezzi. Le abbiamo viste in gara anche nel 1998 con “Per te” e nel 2005 con “A modo mio”.
Paola e Chiara alla 73esima edizione del Festival di Sanremo portano in gara “Furore”, un brano pop-dance che sicuramente diventerà uno dei tormentoni, che ascolteremo nei prossimi mesi dopo la kermesse sanremese. Le sorelle Iezzi sono cambiate, cresciute, possiamo dire anche maturate musicalmente. Negli ultimi anni hanno portato avanti le loro carriere con progetti singoli, anche in ambiti diversi dalla musica. Oggi Paola e Chiara hanno deciso di unire le loro forze e tornare a cantare insieme per i tanti fan che non hanno mai smesso di seguirle.
Nel corso della serata delle cover vi esibirete con un vostro medley insieme a Merk & Kremont.
«Nella serata delle cover faremo un medley di canzoni nostre degli anni ’90, per celebrare quel periodo che abbiamo vissuto, dopo aver trascorso i due ultimi anni pesanti. Adesso vorremmo divertirci ed abbiamo pensato di fare questo Festival portando questo senso di furore, di euforia».
Tornate dopo 18 anni. Il vostro pubblico è sempre lo stesso, quindi cresciuto o è cambiato?
«Noi consideriamo il progetto Paola e Chiara assolutamente aperto, ovviamente c’è un progetto dietro questo Sanremo, infatti seguirà un tour organizzato da VivoConcerti, con tre date già sold out, la prima il 13 Maggio al Fabrique di Milano, il 27 aprile all’Atlantico di Roma, poi seguiranno altre date durante l’estate. Abbiamo vissuto questa storia particolare, poi siamo anche sorelle, siamo una famiglia, cerchiamo di restare elastici il più possibile e come direbbero Jovanotti e Gianni Morandi apri tutte le porte, e da qualche parte sicuramente trovi un’uscita, un’entrata. Paola e Chiara è un progetto aperto, lavoreremo insieme, fino a quando vorremmo nuovamente stare distanti artisticamente».
Siete amiche come prima?
«Sì, certo, anzi di più, perché nella pausa lunga che ci siamo prese, durata dieci anni, abbiamo imparato a comprendere molto di più noi stesse e le diversità dell’altra. All’inizio il progetto era vissuto in modo simbiotico e forse meno flessibile, mentre oggi, ci guardiamo l’una con l’altra con occhi diversi. Ed anche il pubblico credo abbia imparato a capire le nostre diversità, poiché non siamo soltanto un duo, ma anche due individui che si esprimono in modo differente e che hanno caratteristiche diverse. Il nostro pubblico è cresciuto con noi, oggi i nostri fan li ritroviamo trentenni, quarantenni. Allora erano dei ragazzi che sognavano di incontrarci, sono cresciuti insieme a noi ed hanno aspettato che tornassimo a fare musica insieme. E questo ci riempie di tenerezza».
Avete già partecipato la scorsa estate insieme ai concerti di Max Pezzali al San Siro. Prima c’era stato un ripensamento sulla vostra reunion?
«Max ci aveva chiesto di riunirci prima del COVID. Io e Chiara siamo sorelle e non abbiamo mai spesso di sentirci, di incontrarci, abbiamo trascorso dei periodi distanti, ma quando è arrivata la richiesta da Max Pezzali, la prima risposta è stata un sì, da parte di entrambe. Max è uno dei nostri più grandi amici. L’idea di reunion si è concretizzata maggiormente, quando c’è stato il mio Dj set a Milano, durante una fashion week, in quell’occasione ho chiesto a Chiara di venire. Hanno girato questo video insieme, diventato poi virale. Non ci vedevano insieme da tanto tempo. Paola è venuta dietro alla consolle e abbiamo cantato due pezzi nostri. Ad un certo punto ci siamo guardate e abbiamo pensato che fosse il momento di abbandonarci a questa cosa. E dopo aver visto l’accoglienza da parte del pubblico ai concerti di Max, abbiamo iniziato a pensarci in modo serio. Poi Lorenzo Jovanotti ci ha chiesto di partecipare ad una tappa del Jova Beach, ed è stato lui che ci ha convinte ma anche Gianni Morandi, che ci ha detto “voi dovete fare Sanremo insieme”. E così abbiamo deciso di costruire qualcosa insieme».