Simon Sinagra, in arte SIMON5, è un Deejay,Interprete & Produttore, nato in Italia e cresciuto musicalmente negli Stati Uniti d’America.
Simon per chi ancora non lo consoce si potrebbe definire come un deejay in continua evoluzione musicale. Merito del suo successo va attribuito al suo essere coinvolgente, al suo carisma, alla sua energia e al modo in cui appare al pubblico.
Negli anni è diventato uno tra i protagonisti dei club più importanti di tutto il mondo. Ciò che però contraddistingue SIMON 5 dagli altri dj, sono anche le sue produzioni , che danno un valore aggiunto al suo lavoro dietro la console.
Inoltre, Simon5 collabora con diversi artisti provenienti da ogni parte del mondo, tra questi il deejay Marti Citron, di cui Simon nutre una grande stima.
Simon5 è stimato e rispettato dai grandi nomi nel mondo della musica come Paul Van Dyk, Erick Morillo, Todd Terry, Dubfire, Deepdish che lo considerano l’inventore di un nuovo modo di “vivere il palco”.
Simon come ti sei avvicinato al mondo della musica?
«Avevo 10 anni quando presi in mano il mio primo strumento musicale, la chitarra classica! Iniziai a prendere lezioni nell’aula magna della mia scuola media…Durai 3 mesi esatti, per poi riprendere da autodidatta e continuare fino ai 14 anni. La chitarra è uno strumento che mi ha sempre affascinato, ma considerato che da piccolo trovavo ogni modo per suonare i piatti di tavola mia, chiesi ai miei di comprarmi una batteria acustica, che arrivò dopo la “meritata” promozione alla scuola superiore!»
Spesso il dj non è considerato un vero musicista…come mai secondo te?
«In passato il deejay era sicuramente più apprezzato di adesso, magari era anche considerato un “musicista”, quando si suonava il vinile, la musica veniva toccata con mano, girava vicino a te, ogni piccolo errore poteva essere fatale, la tecnologia di adesso ha sicuramente dato l’opportunità a tante persone di arrivare a gestire un dj-set che magari prima si sarebbero sognati di fare, ciò ha fatto perdere credibilità al nostro ruolo di musicisti.»
Quali studi hai compiuto a livello musicale?
«Ho preso solo qualche lezione di chitarra e tastiera, niente di più.»
Quando hai capito che volevi fare il dj?
«A 18 anni feci il primo viaggio all’estero con il mio migliore amico, andammo a Parigi. Appena arrivati la sera stessa ci recammo in un locale della città, non ricordo il nome, ricordo solo che io restai imbambolato a guardare il deejay mentre mixava, mi fermai per circa 1 ora ad osservarlo e poco dopo arrivò il mio amico e mi disse: “Ti sto cercando da 1 ora, perchè stai qui solo?” – ed io risposi puntando il dito verso la consolle: “IO VOGLIO DIVENTARE COME LUI”… Non avrei mai immaginato che sarebbe potuto diventare il lavoro della mia vita, anche se lo desidaravo davvero tanto!»
Un aspetto positivo del tuo lavoro ed uno negativo?
«Beh come ogni mestiere, questo lavoro ha sicuramente aspetti molto negativi, ma anche positivi. Tra gli aspetti negativi, quello che in tutti questi anni di attività mi ha colpito maggiormente è che spesso non riesci capire quanto le persone siano oneste nei tuoi confronti, a volte usandoti esclusivamente per business sotto una parvenza di amicizia. D’altra parte, un aspetto positivo, è stato quello di aver visitato tutto il mondo, incontrando gente di diverse Nazioni, che negli anni, aldilà del lavoro, mi hanno dimostrato la loro amicizia, che spero duri per sempre.»
Ma un dj riesce ad avere una vita privata?
«Assolutamente SI. Durante il mio tempo libero (anche se molto poco), pratico tanto sport (il calcio è quello che preferisco), amo il cinema e se avessi tempo andrei anche 3 volte a settimana, è quasi impossibile vedermi in un club quando non lavoro, anche se a volte può capitare.»
Vivi nel mondo della notte, quali sono i rischi maggiori?
«È un mondo fatto di tentazioni, in molti ci cascano, altri no. Penso di aver avuto un carattere molto forte, non amo bere (è una cosa che non mi è mai piaciuta) e non ho mai provato niente di niente (nonostante mi abbiamo offerto di tutto e di più), chi mi conosce sa benissimo come sono fatto. Ma non giudico chi lo fa, ognuno ha il diritto di condurre la propria vita come meglio crede, l’importante è che non danneggino persone innocenti, come gente che uscendo dai locali, ubriaca (e anche di più) si è messa alla guida, e ha coinvolto persone, rovinandogli la vita per sempre.»
Fino ad ora quali sono i brani che hai pubblicato e che ritieni più importanti per te?
«THESE WALLS è un singolo che mi ha dato parecchie soddisfazioni, perchè mi ha dato l’opportunità di lavorare insieme a SASCHALI, che poco prima di finire il nostro singolo, aveva terminato un brano con AKON intitolato TOMORROW che ebbe un bel successo nel Nord America. SWEET MELODY, che è uscita un anno fa su BLISS CO (label degli EIFFEL 65 e DJ FROM MARS), è stato un progetto che ho terminato insieme al mio amico e produttore LIAN KURTIS, con cui ancora adesso collaboro a stretto contatto.»
Ora a che cosa stai lavorando?
«Se ne parlassi rovinerei la sorpresa! Posso solo dire che da ottobre…….BASTA NON DICO NULLA!»