Virginia Raffaele è al Teatro Bellini di Napoli con lo spettacolo Samusa’ fino al 4 dicembre prossimo. Scritto dalla stessa interprete con la collaborazione di Giovanni Todescan, Francesco Frejre, Daniele Prato «è una sorta di racconto animato, divento un pop-up vivente perché cerco di raccontare al pubblico il luogo bizzarro dove sono nata e cresciuta».
E il luogo a cui fa riferimento Virginia Raffaele è il vecchio LunEur della capitale, aperto nel lontano 1953 , chiuso nel 2008, riaperto completamente ripensato nel 2016 che ha ispirato registi del calibro di Dino Risi, Neri Parenti e Gabriele Mainetti che vi hanno girato scene di film campioni di incassi: I mostri, Scuola di ladri, Lo chiamavano Jeeg Robot.
Il fascino del parco giochi, una sorta di Paese dei Balocchi , ha ammaliato anche Virginia Raffaele che racconta: «Sono nata e cresciuta dentro un luna park, facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi. Tutto quello che siamo diventati stupisce quanto un giro sulle montagne russe e confonde più di una passeggiata tra gli specchi deformanti».
Virginia Raffaele porta in scena una realtà vissuta, la sua.
Da subito la dritta (così si chiamano tra loro i giostrai) dialoga con il pubblico presente in sala, i contrasti, ( i clienti del luna park) con uno slang incomprensibile che prevede termini quali: smorfite, slampeggiare, narvali. Ma ecco che Samusà (il fare silenzio) impone l’attenzione degli spettatori. Virginia si trasforma nei tanti personaggi che danno vita al luna park in una sorta di commedia umana, una girandola variegata di sentimenti e ricordi.
Incontriamo Giorgia Maura la ragazzina che mangia zucchero filato fatto di ovatta , dimenticata da tutti anche nel giorno del suo compleanno, Donata costretta a letto dall’età e dagli acciacchi che dialoga a telefono con la sua amica immaginaria, la ballerina che si trasforma in una bambola meccanica con un sincronismo robotico, la cantante lirica che non ricorda più le celeberrime parole della Habanera di Bizet , la ragazza che sostiene ogni tesi complottistica per litigare con tutti ed attirare su di sé l’attenzione. E poi i tanti contrasti che affollano il parco: dal napoletano sbruffone e picaresco, all’innamorato che vuole vincere a tutti i costi il peluche per la sua fidanzata. E non mancano neppure: Monica Vitti, Ornella Vanoni, Sabrina Ferilli, Carla Fracci, Belèn Rodrìguez, Patty Pravo le cui imitazioni hanno decretato il successo televisivo di Virginia Raffaele dotata di multiformi talenti da trasformarli in scoppiettante pop corn, in palle di vetro fosforescenti, in fuochi d’artificio dai mille colori. Per novanta minuti: canta, balla, recita, mima, imita e fa tutto questo in modo sorprendente.
L’atmosfera del lunapark è autentica perché autentici sono i ricordi, i personaggi, le storie che la animano. Tutto ha il profumo dell’infanzia e del pranzo di una sonnolenta domenica, di partite di pallone seguite con la radiolina, di zucchero filato, di caramelle gommose e di croccante. Al lunapark i ragazzi , come funamboli del proprio destino hanno dato appuntamento alle ciumachelle di Trastevere regalando loro i primi sorrisi, le prime carezze rubate…
Lo spettacolo, godibilissimo, è il frutto di un sapiente lavoro di squadra dove i talenti di Virginia Raffaele vengono supportati e valorizzati dalla sapiente regia artigianale di Federico Tiezzi, dagli splendidi costumi di Giovanna Buzzi, dalle indovinate scene di Marco Rossi, dal trucco di Bruno Biagi.
Samusà è uno spettacolo che diverte e commuove, stupisce ed emoziona, uno spettacolo da vivere!