È su YouTube il secondo video-singolo “Se continuavamo così” del duo Bastian Contrario formato dai polistrumentisti e producer Fausto Tarantino e Salvatore Prezioso in occasione del Coming Out Day 2022 dello scorso 11 ottobre. Dopo la pubblicazione di “Come va”, la two-man-band campana ha sentito prepotente la voglia di riproporsi con melodie che ritornano agli anni’80-’90.
Ecco come la band racconta la genesi del brano: «Qualsiasi canzone o narrazione diventa una visione di qualcosa che in fondo non esiste o almeno è potenziata dalla mente di chi guarda lontano. Nella nostra mente sono tornati quegli anni, i cantautori della scena bolognese ma anche i Duran Duran oppure i Frankie Goes to Hollywood. Tutto questo si è mischiato al nostro fare musica. È stato come ritrovare un vecchio maglione che riesci ancora ad indossare e sentendo la lana un po’ ruvida ti vengono in mente tutte le storie del passato».
Ricordiamo che i Bastian Contrario sono stati scoperti e prodotti da Gianni Maroccolo con un primo disco dal titolo Due il contrario di uno dalla matrice folk-sinfonico e poi con il brano. Parla tu per me realizzato dal Club Tenco/MEI. Su MTV New Generation sono stati artisti della settimana con il brano-video Amore distratto. Vantano una collaborazione con Marcello Colasurdo e si sono esibiti al Concertone del 1° maggio a Roma.
Noi di Mydreams abbiamo avuto il piacere di intervistarli.
Quali ragioni vi hanno spinto a chiamarvi Bastian Contrario?
«In pratica suoniamo insieme da sempre in varie formazioni. Poi ad un certo punto ci siamo ritrovati da soli, mentre gli altri prendevano scelte più̀ mature per le loro vite. Noi? Abbiamo fatto i Bastian Contrario».
Quando è nato il duo e quali sono state le vostre esperienze pregresse in campo musicale?
«Erano i tempi dei Pearl Jam, dei Soundgarden e dei Nirvana. Eravamo al liceo e c’era un concerto studentesco da fare. Ognuno aveva la sua storia musicale con altri ragazzi. Alcuni vengono meno ed abbiamo fatto una jam con quelli che c’erano. Così nacque il nostro primo gruppo, poi da lì̀ è stato un susseguirsi di vicende che ci ha portato alla scelta di fare un two-man-band».
Quali autori italiani e/o stranieri influenzano il vostro modo di fare musica?
«Abbiamo ascolti abbastanza variegati, però in questo lavoro abbiamo consumato il cantautorato bolognese degli anni 80 (Dalla, Stadio, Carboni), la musica anglofona degli anni 80 come i Duran Duran, i Frankie Goes To Hollywood e molti altri».
Come è nato il singolo Se continuavamo così?
«Tutti i brani di questo ultimo lavoro sono ispirati a personaggi che noi abbiamo immaginato in un bar di periferia negli anni 80. In “Se continuavamo così” ci sono due ragazze che si incontrano dopo un po’ di tempo che hanno avuto una storia d’amore e si chiedono come sarebbe stata se fosse continuata. Una storia d’amore fuori dal comune come tutte le storie d’amore con la A maiuscola. Perché̀ sinceramente c’è una bella differenza tra un amore che ti toglie la terra sotto i piedi e un amore con “i piedi per terra”».
Quando e dove è stato girato il videoclip che accompagna il brano?
«Il video è stato girato alle porte dell’estate nell’alto casertano. Volevamo luoghi che fossero un po’ sospesi nel tempo eppure accoglienti, come quando si vive una storia d’amore, e crediamo di averli trovati».
Per quali motivi la sua uscita e’ stata in concomitanza con la giornata del Coming Out 2022?
«Crediamo che questo video parli semplicemente d’amore così come crediamo bisogna parlarne sempre: senza etichette. È stato una specie di contributo alla normalità. Finchè si parlerà con termini quali “coming out”, “diversity” o “inclusione” vuol dire che c’è un problema del mondo che ci circonda. Le realtà̀ a cui si riferiscono queste parole dovrebbero essere semplicemente delle realtà. Non sempre c’è onestà nel trattare argomenti come questi. Come abbiamo già detto, nel nostro video “Se continuavamo così” abbiamo semplicemente voluto raccontare una parte di una storia d’amore, senza etichette e senza limiti. Non conosciamo le logiche degli algoritmi dei social, eppure abbiamo avuto un po’ di difficoltà nel pubblicare on-line questo video. Intanto ci sono trappers di turno che pubblicano video senza senso con inquadrature ginecologiche dove il corpo viene oggettualizzato senza alcun problema e fanno milioni di views…».
La vittoria della destra alle ultime elezioni politiche italiane vi spaventa per quanto riguarda i diritti della comunità LGBTQ+?
«Abbiamo sentito uomini di sinistra con posizioni decisamente omofobe. Così anche a destra possiamo trovare molte persone che trovano giusto solo il loro modo di vivere e che lo vorrebbero imporre a tutti. Non stiamo troppo dietro agli schieramenti politici. Crediamo che la cosa giusta sia di essere spietati contro chiunque voglia limitare di fatto la libertà delle persone, o ancora peggio, denigri o umili altri esseri umani che sono semplicemente diversi da una loro idea. Siamo tutti esseri umani anche dietro le bandiere e sotto le lenzuola. Speriamo che sigle come LGBTQ+ cadranno presto nel dimenticatoio perché̀ sarà normale salvaguardare i diritti dell’individuo semplicemente. Anche se c’è da dire che adesso è soprattutto grazie alle associazioni “arcobaleno”, che fanno un lavoro durissimo, se ci si riesce a tutelare il più̀ delle volte in situazioni difficili».
A chi si rivolge la vostra musica e quali caratteristiche dovrebbe avere un vostro ideale fan?
«Spesso le emozioni o le visioni non hanno un target predefinito, ti puoi ritrovare fan improbabili eppure succede. Quindi non abbiamo un’idea di “fan ideale”, siamo contenti se chi ci ascolta si diverte ascoltando o cantando un ritornello che in qualche modo diventa semplicemente veicolo di emozioni».
Avete in programma concerti dal vivo?
«Ci stiamo ancora godendo questo “bar” in cui siamo capitati quasi per caso, presto però lo lasceremo per andare oltre, poi strada facendo la strada si rivelerà̀ da sé ma sicuramente il nostro scopo principale sarà̀ suonare, suonare e ancora suonare».
Quando il vostro album?
«Per adesso stiamo facendo uscire alcuni singoli, ma abbiamo tante altre canzoni che aspettano di venir fuori. Probabilmente la prossima primavera metteremo tutto insieme in un album».
Abbiamo letto della collaborazione con Marcello Colasurdo che purtroppo in questi giorni non gode di buona salute e rischia la cecità. Come e’ stata questa esperienza e cosa vorreste dire oggi al grande musicista ed attore pomiglianese?
«Marcello Colasurdo è un artista gigante, come il Vesuvio! La grandezza spesso passa attraverso la semplicità̀, la stessa che abbiamo avuto noi nel collaborare con lui. Gli chiedemmo se avesse voglia di cantare una “fronna” sul finale di un nostro pezzo “Oggi non è” e lui si mostrò disponibile. Quando ci trovammo con lui per registrare ci raccontò storie, aneddoti, tradizioni: un caleidoscopio di esperienze che ci investi come un’eruzione. Poi senza aver preparato o scritto nulla cantò, una sola volta e fu perfetta. Anche le parole trapassavano perfettamente il senso del nostro brano ma con il suo punto di vista. Ce ne andammo storditi, convinti di essere stati al cospetto di un gigante. Resta di fatto il custode della tradizione che è riuscito a portare la sua musica, estremamente territoriale, oltre confine facendo tammurriate in giro per il mondo al grido di “Meglio na tammurriata che na guerra!”. L’unica cosa che Possiamo dirgli è un augurio di rimettersi presto e tornare a suonare il prima possibile».