Presentato, al Teatro Sannazaro di Napoli, Persone Naturali e Strafottenti di Giuseppe Patroni Griffi, con Marisa Laurito, Giancarlo Nicoletti, Giovanni Anzaldo, Livio Beshir, con la regia di Giancarlo Nicoletti; una produzione Altra Scena con il sostegno del Ministero della Cultura e dello Spettacolo.
Andato in scena per la prima volta a Roma nel 1974, al Teatro delle Arti, Persone Naturali e Strafottenti rappresenta il culmine della carriera drammaturgica di Patroni Griffi, che poté avvalersi di un cast che comprendeva Pupella Maggio, Mariano Rigillo e Gabriele Lavia. Il testo rappresentò una rottura con la solita raffigurazione della Napoli da cartolina e anche con quella medio-borghese dei drammi eduardiani. In esso si raccontano quattro solitudini, un appartamento e una notte di Capodanno a Napoli. Donna Violante, la padrona, ex serva in un bordello, discute e litiga con Mariacallàs, un travestito, in bilico fra rassegnazione, ironia, squallore e cattiveria. E ancora, Fred e Byron che sono alla ricerca dell’ebbrezza di una notte: l’uno, uno studente omosessuale alla ricerca di una vita libera dalle paure, l’altro, uno scrittore nero che vorrebbe distruggere il mondo per vendicare le umiliazioni subite. Quattro persone naturali e strafottenti, che, per un gioco del destino, divideranno la loro solitudine con quella degli altri, mentre fuori la città saluta il nuovo anno, fra accese discussioni, recriminazioni, desideri repressi, liti e violenze sessuali.
Spettacolo forte, caratterizzato da un crudo linguaggio, in cui la violenza verbale non fa che evidenziare la fragilità dei protagonisti. Come nella memorabile scena della violenza sessuale tra uomini, che somiglia a una danza macabra, che chiude il primo atto, Giancarlo Nicoletti sa giocare bene tutte le carte che il testo mette a disposizione, rendendolo fresco e vivace, divertente e malinconico, senza mai cedere alla scurrilità gratuita o a toni farseschi che pure tenterebbero chi va in cerca del facile effetto. Qui la poesia dei reietti di Patroni Griffi emerge tutta, da personaggi che sono allo stesso tempo vittime e carnefici, di una ferocia delicata, dalle molteplici sfumature. Come fare a non amare l’avida Donna Violante, dall’ironia tagliente di Marisa Laurito? O il bel Fred, giovane ribelle e viziato, di Giovanni Anzaldo? O il tormentato Byron, scrittore di colore rivoluzionario e discriminato di Livio Beshir? Ma soprattutto l’irruenza esplosiva e la candida delicatezza della Mariacallàs di Giancarlo Nicoletti? Spettacolo che merita di essere visto e applaudito.