Esprime la nostalgia dell’infanzia Doralice, il nuovo singolo della cantautrice, Isotta Carapelli, in arte Isotta, estratto dal suo disco d’esordio Romantic Dark. Il brano è attualmente in rotazione radiofonica ed il videoclip diretto dal regista Renato Nassi è disponibile online. Romantic Dark è un album pop electro di 13 tracce in cui Isotta riporta i suoi sentimenti, i suoi stati d’anima, in cui narra i momenti di vita, le difficoltà quotidiane, le fragilità e la violenza nelle varie forme. Romantic Dark, prodotto ed arrangiato da Pio Stefanini, è stato anticipato dai singoli Io, Palla avvelenata, Bambola di pezza, Psicofarmaci, Cryptocornuta ed infine Doralice.
È uscito il tuo nuovo singolo Doralice. Il testo recita: “Non mi riesco più a trovare, gioco a nascondino nella mia testa”. È un viaggio tra pensieri e ricordi?
«Doralice rappresenta la nostalgia dell’infanzia, Doralice è il nome della mia migliore amica da sempre. In Doralice racconto quella ricerca che facciamo in età adulta, una ricerca sterile delle connessioni spontanee, che riuscivamo ad avere quando eravamo bambini. Mentre invece da adulti con le sovrastrutture non ci riusciamo più. E intanto cerchiamo. Questo cercare dentro la propria testa consiste nel fatto di non trovare quella parte spontanea che avevamo da bambini, quell’immediatezza».
Doralice è estratto dal tuo album d’esordio Romantic Dark, un disco in cui riversi sentimenti, stati d’animo, fragilità. Sarà stato sicuramente catartico raccontare le tue vicissitudini.
«Assolutamente! Quasi tutte le canzoni di Romantic Dark sono autobiografiche e anche quando non lo sono, vuol dire che sono scaturite da un’esigenza forte di dover parlare di quell’argomento e di trasformarlo in parole e musica».
Tra i brani di Romantic Dark c’è un brano che per te è particolarmente significativo?
«Sono molti i brani, però sono particolarmente affezionata al brano intitolato Io, la seconda traccia, anticipata da un intro, un monologo. Io è il brano che ha lanciato il mio progetto discografico, che rappresenta un viaggio interiore e che riporta quell’energia, quella forza che ci spinge ad intraprendere una strada diversa, oltre a quella che stiamo percorrendo, una strada più adatta alle nostre inclinazioni. Con il brano Io ho vinto nel 2021 il Premio Bianca D’Aponte, un riconoscimento che mi è rimasto nel cuore. Il premio è un festival per sole cantautrici, dedicato alla cantautrice Bianca D’Aponte. Nei miei confronti c’è stata un’accoglienza calorosa, sembrava di essere in famiglia».
Il 2022 è stato un anno importante per il tuo percorso artistico durante il quale hai ricevuto diversi riconoscimenti tra i quali la Targa Tenco come Opera Prima. Quanto ti gratificano i premi?
«Mi gratificano a livello personale ed artistico. Sto portando la mia musica ad un pubblico più grande ed è quello che ho sempre desiderato fin da quando ero bambina. È come vivere in una favola. Spero di continuare così. Poi c’è la parte dei live che mi permette di confrontarmi con il pubblico. Ho avuto modo di aprire i concerti di Simona Molinari, Madame, Raphael Gualazzi e Sonohra e di confrontarmi con loro».
Hai partecipato per la sezione “Premio dei premi” al MEI, il Meeting delle etichette indipendenti a Faenza. Cosa ha rappresentato per la tua carriera?
«È stata un’esperienza importante ho interpretato due brani: il mio inedito Io e la Canzone dei vecchi amanti di Franco Battiato suonando insieme al pianista Iacopo Ilari».
Come vengono concepiti i tuoi brani?
«A volte scrivo prima la musica, altre volte il testo, che parte da un’idea o da una frase. Palla avvelenata, ad esempio è una canzone autobiografica nata in studio di registrazione. Quel giorno l’altro autore del brano mi disse che doveva portare suo figlio a giocare a palla avvelenata, e a quel punto gli parlai di quando da bambina, subivo atti di bullismo. È una canzone totalmente catartica sia scriverla che cantarla, con cui ho gareggiato a Musicultura, arrivando tra gli otto vincitori e aggiudicandomi il Premio della Critica “Targa Piero Cesanelli” e il Premio Afi, due riconoscimenti apprezzati ed inaspettati».
Hai iniziato a scrivere le tue canzoni a 14 anni. Cosa ricordi di quella ragazzina?
«Ricordo che desideravo trasformare le parole in canzoni. Ho sempre riportato in musica ciò che non riuscivo a dire in altro modo».
Stai scrivendo brani in questo periodo?
«Sì, certo! Sto preparando altri pezzi e speriamo di far uscire il prossimo album a metà del 2023».