Decisamente una commistione intrigante e ricca di fascino quella che vien fuori quando il pop incontra la musica del mondo e i suoi strumenti. Ancora più addentro alla contaminazione di genere se a tutto questo mescoliamo l’elettronica e quel modo di futuro con cui pensare alla forma. Sono i Crifiu e questo nuovo singolo “Dj Dj” deve molto al concetto di rinascita, la danza e il corpo, continuo movimento che in qualche modo risponde e resiste alla stasi di questo tempo strano. Un ritmo energico dentro dolcissime soluzioni d’autore.
I Crifiu… che bel nome ragazzi. Che genesi ha?
«Si racconta sia stato sognato 😊. In origine, agli albori del gruppo, era un acronimo che esprimeva la musica che facevamo e le iniziali ispirazioni. Col tempo, con i concerti fuori dalla Puglia, ci siamo accorti che sembrava evocare una parola dialettale, dell’antico griko, come se si riferisse a qualche oggetto o concetto esistente. In realtà, quel suono che ha un evocativo rimando mediterraneo, è un neologismo che non ha nessun altro referente se non il gruppo e la sua storia, la sua mediterraneità, come la parola “pane” indica il pane e “vino” indica il vino. Poi in epoca social e di web marketing, basta digitare Crifiu e come risultati si trovano i riferimenti al gruppo e alla sua attività, con nessun altro rimando che confonda la ricerca e le idee. Provare per credere».
Energia, la danza, riti propiziatori, le guerre, l’amore… la nascita ma anche la morte… c’è tutto dentro questo brano secondo voi? Anche la morte?
«Dj Dj è un inno alla musica, alla danza, al canto come antichi metodi per l’uomo di oltrepassare la crisi e tornare a splendere. È un invito a ritrovare la luce e il sorriso e vincere le difficoltà che, inevitabilmente, incontriamo essendo la storia luogo di precarietà che, però, si può oltrepassare in un orizzonte metastorico dove la crisi viene ribaltata di segno per tornare nella storia e continuare a farla, a scriverla, ogni giorno, nelle nostre storie che fanno la Storia. In fondo, è un inno all’uomo e alla sua capacità di adattarsi ai tempi che cambiano, “dalle caverne ai cieli di Dubai”, luogo delle costruzioni più alte che l’uomo ha realizzato, dalle buie viscere all’assalto al cielo. Ma in questo percorso evolutivo l’uomo è capace della più grande bellezza e delle più infime atrocità e così siamo costretti a parlare ancora oggi di guerra, anche se il brano -come spesso avviene in molte canzoni- ha citato la guerra cantando la sua inutilità ancor prima che la guerra tornasse nel nostro vocabolario quotidiano come avviene ormai da alcuni mesi, essendo questo un brano composto prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Sappiamo, però, da che parte stare, dalla parte della Pace. Questa è la magia della musica capace di evocare ed esprimere sentimenti che sono dentro di noi e che attraverso di essa trovano forma. Ognuno trovi nelle canzoni il suo senso. È l’ascoltatore, come il lettore, che arricchisce la polisemia di una canzone o di un testo».
Un riferimento alla guerra sicuramente… e qui vi chiedo: un riferimento al tempo attuale?
«Come involontariamente già risposto c’è un riferimento alle guerre perché per noi “non c’è spazio per la guerra”. Il brano, come detto, è stato scritto prima di questa guerra che anacronisticamente siamo costretti a citare ed ascoltare come se nel 2022 fosse ancora possibile e “normale” usare questa parola. Come spesso avviene nelle canzoni, non per doti profetiche o per magia ma, forse, per semplice casualità o ispirazione, si anticipano eventi o si evocano mondi che poi la cronaca attualizza e ri-attualizza. Per noi non è più tempo di conflitti, cantiamo l’inutilità della guerra come soluzione dei problemi, contestiamo ogni forma di invasione e siamo dalla parte della Pace, quotidianamente, in ogni angolo del mondo, auspicando che ovunque possano e debbano terminare i conflitti. Da quelli conosciuti a quelli meno conosciuti. Il nostro è un invito alla diserzione, un “militante” rifiuto delle armi come rappresentiamo simbolicamente nel videoclip di Dj Dj (https://youtu.be/0LYOVCV7WZA), questo si prodotto nei giorni in cui il conflitto era nei titoli dei tg e per questo con un riferimento al tempo attuale. Da sempre cerchiamo di tenere le antenne puntate sul mondo, per raccontarlo secondo il nostro umile punto di vista ed evocare, ispirare, disegnare un mondo che tenti di essere migliore affinché tra l’odio e l’amore vinca l’amore».
E tanti sono i brani che dalla tragedia del Covid hanno pescato molto… in qualche misura si è contaminata anche la vostra scrittura?
«Durante il periodo della pandemia, non potendo fare concerti almeno per tutto il 2020 (nel 2021 abbiamo ripreso i live e i festival seppur con piazze limitate e pubblico seduto fino a quest’anno in cui abbiamo potuto riprendere il tour nella sua veste originale, girando l’Italia e incontrando le piazze piene e il pubblico pogante 😊) ci siamo rintanati nel nostro studio Dilinò (la struttura che segue il nostro booking & management) e prodotto tante canzoni ispirate dai tempi e anche oltre la contingenza degli stessi per meglio costruire brani universali, capaci cioè di non ancorarsi alla cronaca del presente ma di cercare di volare più in alto. Eppure avevamo il brano che meglio di altri poteva raccontare quei giorni di paura e chiusura, auspicando, anche qui, un nuovo risveglio e un arcobaleno dopo il diluvio. Si chiama “Eppure_l’Italia va avanti” (qui il videoclip ufficiale https://youtu.be/3XBEFU9wn88), un brano del nostro precedente disco “Mondo Dentro” di cui in quei giorni abbiamo estratto un videoclip (probabilmente per tempistiche, il primo videoclip pubblicato in Italia su quel tema e coinvolgendo le persone a distanza) con tantissime clip inviateci da casa da amici, artisti, pubblico e addetti impegnati in prima linea nell’emergenza covid, perché quel brano, proprio in quel periodo, trovava il suo senso più pieno, anche se composto anni prima e pubblicato l’anno precedente la pandemia: il racconto di un’Italia unita che, nonostante tutto, non perde la voglia di andare avanti. Insomma, come dicevamo prima, la musica anticipa i tempi grazie alla sua capacità di evocare e affrescare emozioni, sentimenti e idee».
Dal mondo prendere il ritmo e il suono… ma dal futuro che cosa sentite di star prendendo?
«La Bellezza, le novità, gli stimoli, suoni e intuizioni, l’entusiasmo, il fuoco che sempre si rinnova, cercando di essere sempre attenti al nuovo, senza perdere di vista le nostre radici, perchè portiamo le nostre radici sotto pelle dovunque andiamo, esprimendole nel nostro modo di fare, di camminare, di parlare, di sorridere e guardare il mondo, verso cui ci orientiamo e ci muoviamo aprendoci al nuovo, senza seguire le mode effimere ma rintracciando ciò che c’è di più interessante. Cosa è l’intelligenza se non una modalità di risposta e una forma di adattamento all’ambiente che cambia? Ecco da uomini, come diciamo nel nostro Dj Dj, siamo “idee, problemi, sogni e soluzioni / e la materia stessa delle stelle” e perciò cerchiamo di proseguire questo cammino verso il Futuro o, meglio, questo rinnovato ritorno al Futuro abitandolo con entusiasmo e portando in esso quello che di meglio abbiamo appreso, senza esaltare il nuovo in quanto tale, senza dimenticare che c’è tanta Bellezza nello scoprire il nuovo dentro il noto e tanta voglia di vivere perché “siamo solo un battito di ciglia / ma ci proviamo ancora”. Un saluto dai Crifiu».