Attraverso il suo nuovo singolo Blabla il cantautore, autore e musicista Massimiliano Ambrosino, in arte AmbrOsino, incoraggia a non sprecare ogni istante di vita, a sorridere ad ogni sorgere del sole e ad amare se stessi. Disponibile sulle piattaforme digitali e in rotazione radiofonica, Blabla è un brano dal sapore blues, che anticipa l’uscita del terzo progetto discografico di AmbrOsino. Il prossimo EP, composto da 6 tracce, la cui uscita è prevista in autunno, segue i due album AmbrOsino e Edicola Votiva.
Il tuo nuovo singolo BlaBla è un brano dalle tinte blues, che spinge ad assaporare la vita e a superare la pigrizia. È un incoraggiamento a non arrendersi di fronte agli ostacoli di ogni giorno?
«Esattamente, hai colto benissimo. Ma anche un inno all’amore verso se stessi, che spesso viene a mancare e scatena casini».
Il blues è parte di te?
«Sì, è sempre stato un riferimento, ho sempre prestato un ascolto curioso e sognante verso quel mondo musicale; ma anche sempre molto attento a quello che succede nella mia città: un orecchio rivolto al Tennessee e l’altro ai Quartieri Spagnoli, uno sguardo alle Hawaii e l’altro verso Barra».
Ti senti un figlio del Neapolitan Power?
«Sono cresciuto con i vinili di quegli anni straordinari grazie ai miei due fratelli più grandi, ho assorbito inconsapevolmente e consapevolmente quel linguaggio che sento parte di me come qualcosa che cresce di diritto al tuo fianco e ti cambia i connotati, ti cambia come persona. Per me, il Napolitan Power non è stato solo un movimento rivoluzionario musicale, ma anche etico, sociale, inclusivo. Ha avvicinato i mondi e le persone».
Nel brano del precedente album intitolato Edicola Votiva, Je resto ancora, interpreti il bisogno di fermarti, di non lasciarti trascinare dal mondo frenetico circostante. E la musica è la giusta terapia?
«Sì, decisamente, una terapia naturale e vitale. Come leggere d’altronde, come andare al cinema, come fermarsi davanti a una scultura di Michelangelo. Bisogna fermarsi».
‘Na Mullica ‘e pane è un brano toccante. In quale momento è stato concepito?
«È un flashback di un periodo particolare: la città del post terremoto e bradisismo, i morti ammazzati di camorra, gli anni di piombo. Il cielo era grigio con nuvole gonfie d’acqua. Poi arriva un genio del calcio, un semidio sceso in terra e io – come centinaia e migliaia di ragazzini – volevo solo giocare a pallone… volevo solo sentire Daniele e vedere i film di Troisi. Questa era la Napoli del mio risorgimento».
Pietra Montecorvino ha scelto di reinterpretarlo. Quanto è stato gratificante per te?
«Tantissimo, sono da sempre un suo fan. La sua voce mi entra sotto pelle, come quella di Gragnaniello, sa di tufo, è vento tra i limoni».
Puoi darci qualche anticipazione sui brani inediti che faranno parte del nuovo EP?
«Il mood generale sarà vicino a quello di “BlaBla”, anche se con sfumature e colori diversi: ci sarà qualcosa con un suono più “british”, più scuro, qualcosa che si avvicina al sound della Napoli anni ’80, qualcosa invece di più “asciutto”, arrangiato per sottrazione; e poi trova spazio anche un brano sperimentale che dal balcone di casa mia guarda a Bahia. Comunque anche se variegati, sono tutti brani legati come fratelli dal sangue e dal mio territorio, che è Napoli».