«L’unica cosa che mi dispiace, Camilo è che non saremo mai più insieme. E quando ti ho chiesto se ti mancherò mi hai risposto che sarò sempre seduta su una sedia a dondolo nel tuo cuore».
L’ultima fatica letteraria della grande scrittrice Isabel Allende si intitola Violeta, un appassionante romanzo di 354 pagine edito da Feltrinelli, Collana Narratori, tradotto da Elena Liverani.
La protagonista nasce in Cile, in una notte tempestosa del 1920, prima femmina dopo cinque turbolenti maschi durante l’epidemia spagnola e muore nel 2020 durante la pandemia scatenata dal Coronavirus. In questo lasso di tempo lungo un secolo, Violeta è testimone di numerosi sconvolgimenti politici e sociali che la trasformeranno in una paladina dei diritti delle donne.
Violeta racconta in queste pagine la sua storia al nipote Camilo senza nascondergli nulla: i devastanti tormenti amorosi, i tempi di povertà e di ricchezza, i terribili lutti e le immense gioie di una vita durata un secolo. E sullo sfondo un Paese di cui solo col tempo Violeta imparerà a comprendere i segreti e le ideologie, le rivoluzioni e i cambiamenti, i dolori e le attese.
Violeta afferma: «Il viaggio della vita è fatto di lunghi tratti noiosi, un passo dopo l’altro, giorno dopo giorno, senza che succeda niente di sconvolgente, ma la memoria si forma con gli eventi imprevisti che segnano il percorso. Sono questi che vale la pena narrare. Una vita lunga come la mia annovera persone e molti eventi indimenticabili ed io ho la fortuna di avere buona memoria».
Isabel Allende ci conduce con grande maestria nel mondo di Violeta che, man mano che si procede nella lettura, ci appare sempre più come un personaggio epico , frastagliato e del quale conosciamo in eguale misura vizi e virtù.
Violeta ha il dono raro di catturarti alla fine delle pagine perché le sue scelte ed i suoi incontri possono apparire in un primo momento forzati o strumentali alla narrazione. Ma poi, quando si parla di sentimenti, come sempre succede, ci identifichiamo con lei e ne comprendiamo le più intime ragioni. Ecco perché Isabel Allende è una scrittrice di razza ed ogni sua pagina, ben scritta e ben costruita, ci attrae.
Accanto a Violeta spiccano i ritratti di altre donne che anche ci affascinano e ci consentono di comprendere appieno le ragioni di tanto fervore creativo. Pensiamo a Facunda, Miss Tylor, Yaima, zia Pìa e zia Pilar, Teresa Rivas, Etelvina ognuna descritta magistralmente e portatrici di valori condivisi.
Anche le descrizioni dei luoghi e degli avvenimenti storici narrati sono impeccabili e si nota che la Allende si è ampiamente documentata.
Violeta è un romanzo da leggere e Isabel Allende, consegnandoci alla lettura un romanzo epico che ci esalta e ci emoziona, si ri-conferma una scrittrice a tutto tondo, raffinata, elegante, riconoscibilissima fin dalle prime pagine.