Dopo il disco Lazzaro e i due singoli Mille sbagli e Dentro di me, il viaggio di Layz, al secolo Lazzaro Zani, classe 1993, cantautore di Cesena, continua con Che Finale, il nuovo singolo uscito il 20 maggio.
Noi di Mydreams abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.
Come e quando ti sei avvicinato al mondo della musica?
«Fin da piccolissimo, mio padre collezionava vinili e spesso li ascoltavo. Tra questi dischi c’erano quelli dei nostri cantautori preferiti: Dalla, De Andrè, Modugno, Renato Zero. Successivamente, più o meno all’età di 7-8 anni è arrivato prima il rap americano e poi quello italiano. Calcola che a quei tempi il rap non era come oggi. TV e radio praticamente non passavano questo genere di musica e mi piace pensare che quando ho ascoltato il rap italiano per la prima volta avevo già le orecchie allenate per la musica ascoltata. È stato un amore a prima vista, a primo ascolto e il rap non mi ha più lasciato».
Ti chiami Lazzaro Zani, nato nel 1993 a Cesena. Perché il nome d’arte Layz?
«Ai tempi delle scuole tutti mi chiamavano Lazza e qualcuno Layz. Il primo nome apparteneva già ad un rapper e quindi Layz era una buona alternativa. Non appena ho messo questo nome d’arte nei miei brani ho capito da subito che era perfetto per me, già lo sentivo mio e con la musica è stata la consacrazione».
Quali sono gli artisti italiani e/o stranieri che influenzano la tua musica?
«Sicuramente quelli con i quali sono cresciuto e la prima e la seconda ondata dei rapper italiani, da metà anni ‘90 fino al 2010. Per citarne alcuni: Bassi, Maestro, Fabi Fibra prima con Gli uomini di Mare poi da solo, Mondo Marcio, Club Dogo, Caparezza, Inoki, Noyz Narcos ma sicuramente ne sto lasciando fuori parecchi. Proprio poche settimane fa ho finito di ascoltare la discografia di Lucio Dalla dal suo primo album ed anche lui è per me una fonte di ispirazione».
Quali sono i 5 dischi senza i quali non potresti viveree quale quello che avresti voluto scrivere tu?
«Sono più di 5 ma mi attengo alla domanda. Ti cito Tradimento, Mi Fist, Encore, Foto di Gruppo e l’album di Mondo Marcio. Tra questi sicuramente Tradimento è l’album che mi sarebbe piaciuto scrivere però credo anche che se lo avessi scritto io non sarebbe esistito in quegli anni e avrei perduto i tanti insegnamenti che mi ha dato Fibra. Quindi va bene così».
Con quale artista ti piacerebbe collaborare?
«Ti dico un artista fuori dal rap italiano perché non saprei chi scegliere: Renato Zero. Per me è un genio che è andato contro gli schemi ed ha funzionato. La sua musica vale davvero tanto per me nella mia vita».
Di cosa parla il tuo nuovo singolo dal titolo Che finale?
«É un brano che ho faticato molto ascrivere. L’ispirazione mi è venuta dopo aver visto il film Io non ho paura, dove viene citata una frase di Shakespeare che poi ho utilizzato nel ritornello, dove si invitano i vari animali a vegliare e a proteggere il bambino fino alla fine della notte. La parola fine mi è entrata in testa e ho iniziato a scrivere che finale ti aspetti…Quando l’ho scritta non sapevo in che direzione sarei andato. A giochi fatti, la canzone sembra esortare l’ascoltatore a iniziare qualunque cosa senza il timore di come andrà a finire. Questo argomento mi preme molto. La musica mi ha insegnato a non aver paura e di non pormi la domanda di come andrà a finire nel bene o nel male. Prima spesso le cose non le cominciavo neppure se non conoscevo il finale e ho perso tantissime occasioni in questo modo. Se ci deve essere un senso penso che sia questo».
La pandemia come ti ha cambiato e come ha cambiato il mondo della musica?
«La pandemia per me è stata un’opportunità. Mi spiego. Nel primo lockdown a inizio 2020 ho messo in piedi il progetto Layz e si lavorava a giorni alterni a causa del personale ridotto. In quei mesi ho scritto il mio primo album solista. Ho avuto l’occasione di fermarmi e guardarmi dentro. Si chiama Lazzaro e come puoi immaginare è un disco autobiografico e fotografa i miei primi 27 anni di vita. Ho dovuto faticare molto per trovare il coraggio di scrivere cose intime e ne sono uscito più forte e soddisfatto del lavoro svolto. A 2 anni dall’uscita cambierei qualcosa ma è stato scritto di getto e va bene così. Il mondo della musica in generale si è fermato e questo ha influito soprattutto sul rap che vive di concerti live. Vediamo cosa ci riserva il futuro».
Quali i tuoi prossimi progetti?
«Che finale e Dentro me fanno parte di un EP che uscirà in autunno e i brani sono ispirati da un film ed ogni film è un’opera importante della mia vita. Dopo un disco così denso e faticoso come Lazzaro avevo bisogno di un progetto semplice anche all’ascolto e ho iniziato a lavorare al mio nuovo album ma non mi piaceva l’idea di restare in silenzio per tanto tempo. Penso che se uno lavora è giusto che pubblichi. ..la storia delle occasioni perse che ti dicevo prima».