Dopo l’uscita dell’ultimo lavoro discografico dal titolo “Devastante”, Il Pagante, progetto formato da Roberta Branchini, Federica Napoli e Eddy Veerus, si è esibito ad inizio aprile in quattro esclusivi live tra Londra, Milano e Roma. Il gruppo milanese nato nel 2010, negli ultimi anni si è fatto conoscere ed apprezzare da pubblico e critica per aver saputo raccontare con innovazione ed ironia, la loro generazione, fotografando perfettamente vizi e virtù, sogni e manie. Ben presto il Pagante sarà impegnato in un dj set tour per tutta l’estate.
Il mese di aprile è stato molto importante per voi, poiché siete stati a Londra, Milano e Roma. Come avete vissuto questo vostro ritorno alla dimensione live?
«Abbiamo cercato di fare del nostro meglio. Ci siamo preparati tanto affinché tutto andasse nel miglior modo possibile. Non eravamo mai stati a suonare a Londra ed è stata una bella esperienza, con un pubblico più adulto rispetto a quello che ci segue in Italia».
La vostra carriera è costellata da diversi successi: 11 dischi d’Oro, 7 dischi di platino, due doppio platino. Cosa rappresentano questi risultati per voi?
«Sicuramente tutto ciò è molto gratificante, anche perché il Pagante è nato come un gioco e nessuno si era mai accorto di arrivare così in alto, quindi arrivare a conquistare tutti questi dischi di platino, fa ovviamente super piacere».
Siete nati nel 2010 come una pagina Facebook con il solo scopo di ironizzare sullo stile di vita dei milanesi, a partire dal mondo dei PR e dei paganti. Da quel giorno ne avete fatta di strada. Nel 2019 avete pubblicato un libro “Destinazione Privé” per raccontare un po’ la vostra storia. A distanza di qualche anno cosa aggiungereste a quel racconto?
«Dopo che abbiamo pubblicato il libro è arrivata la pandemia, quindi sono stati due anni un po’ statici dove non abbiamo fatto molto, a parte far uscire “Portofino” e “Open bar”. Secondo me “Destinazione Privé” contiene tutte le storie che raccontano il nostro mondo. Speriamo di poter creare nuovi capitoli in base alle nuove esperienze che vivremo».
A distanza di anni, dal vostro esordio ad oggi, quanto siete cambiati? Com’è cambiata la vostra vita?
«Questo periodo che abbiamo vissuto ci ha fatto rendere conto di quali possono essere le priorità, di quanto potesse essere importante quello che facevamo prima della pandemia. Oggi abbiamo imparato ad apprezzare di più le cose».
A fine gennaio è uscito il vostro disco “Devastante” che ancora una volta fotografa un momento esatto della società del nostro Paese. Come nasce questo lavoro e perché la scelta del titolo?
«L’intero lavoro è nato durante la pandemia. Abbiamo iniziato a lavorarci a marzo 2020. Non sapevamo con esattezza quale potesse essere il periodo giusto per farlo uscire, poiché volevamo che l’uscita coincidesse con un tour. È stato difficile riuscire a pianificare tutto questo, però ci ha permesso più tempo per poterci lavorare, di raccogliere qualche canzone in più e alla fine di uscire con un album abbastanza completo».
All’interno dell’album ci sono diverse collaborazioni con Stash, J-Ax, Carl Brave, Lorella Cuccarini, Vegas Jones & Chadia Rodriguez, Jake La Furia e M¥Ss Keta. Quanto contano queste collaborazioni e come avviene la scelta?
«La scelta avviene in base alla canzone che vogliamo scrivere, in base al messaggio che vogliamo lanciare, al tema che scegliamo. Cerchiamo un artista che possa completare al meglio insieme a noi quel tipo di canzone. Come ad esempio, in questo album , abbiamo fatto con il pezzo “Italiani a Londra” con J-Ax, “La Grande Bellezza” con Carl Brave. Determinate collaborazioni le facciamo in base anche al rispetto e alla stima che abbiamo con determinati artisti».
La scorsa estate avete lanciato il singolo Open Bar con Stash, un titolo giusto visto il periodo. Quali saranno le novità per la prossima estate?
«Stiamo preparando un dj set tour che durerà tutta l’estate. Al momento vogliamo concentrarci sui live, magari uscirà un altro video, ma per un nuovo lavoro dobbiamo aspettare».