Al Teatro Sannazzaro di Napoli è di scena Lara Sansone ne La Locandiera di Carlo Goldoni, con Francesco Biscione, Vittorio Ciorcalo, Cinzia Cordella, Gennaro Di Biase, Giacinto Palmarini, Gilda Postiglione per la regia di Luca De Fusco; una produzione Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale (repliche fino a dom. 24 aprile).
La vicenda del capolavoro goldoniano del 1753 è ben nota. La giovane Mirandolina, donna avvenente e nubile, gestisce una locanda di Firenze e respinge le avances sia del Marchese di Forlinpopoli (nobile decaduto) che del Conte di Albafiorita (mercante arricchito che ha comprato il titolo nobiliare). Mentre il giovane Fabrizio, cui era stata promessa in sposa dal padre, si strugge d’amore per lei, capita alla locanda il Cavaliere di Ripafratta, noto misogino che non la degna di uno sguardo. Da quel momento, scopo di Mirandolina sarà quello di farlo innamorare di sé, per metterne in ridicolo gli assurdi pregiudizi sulle donne… «Ritrovo ne La Locandiera – spiega De Fusco – la perfezione della drammaturgia goldoniana, il suo meccanismo a mosaico che la rende perfetta se la compagnia è dotata di tutte le tessere giuste. Il regista deve rispettare ed anzi sforzarsi di riprodurre il mosaico ma può poi darsi delle libertà interpretative. Ho ambiento Goldoni negli anni ’50 perché trovo che ci sia un’analogia tra la freschezza e l’ottimismo della nascente borghesia italiana del ’700 e quello della borghesia italiana degli inizi del boom economico del secolo scorso. Le trasposizioni, a mio avviso, rivitalizzano i testi e ne dimostrano l’eternità».
Dopo aver diretto La bottega del caffè con Pagliai, La Trilogia della villeggiatura con Lello Arena e L’impresario delle Smirne con Eros Pagni, a distanza di dieci anni Luca De Fusco torna sul mondo goldoniano e lo fa dirigendo uno spettacolo fresco, misurato e agile, che con i suoi innesti musicali curati da Paolo Coletta (da Abat-jour a Unforgettable) a volte ricorda la commedia musicale. Musiche che si irradiano da un juke-box che occupa la parte centrale delle scene stilizzate di Marta Crisolini Malatesta (che firma anche i costumi) e che – a tratti – rimandano alle atmosfere della grande commedia all’italiana con la coppia Loren/Mastroianni. E, in effetti, Lara Sansone sa dare spessore alla sua Mirandolina con quel misto di cinismo, irruenza ma anche sensualità e avvenenza, sia nel recitato che nel cantato, proprio come la grande attrice puteolana. Il resto del cast è decisamente conforme al disegno dello spettacolo e all’altezza della protagonista. Spiace solo – qui e lì – qualche eccesso di astrazione metaforica (come all’inizio del secondo atto) che rischia di rendere gli attori un po’ impacciati nei movimenti o li costringe ad una limitata mobilità. Per il resto, spettacolo divertente e pienamente godibile.