«Atto di fede è un lavoro straordinario perché abbiamo messo insieme la grande qualità, l’eccellenza di scrittori, giornalisti, persone del pensiero ma anche dell’azione»
Renato Zero continua ad evolversi, ad andare oltre come artista, anche se il suo parlare può suonare rassicurantemente familiare, i suoi testi sono sempre stati taglienti e malvagiamente ironici. Ha parlato d’amore, di minoranze, di violenza, del quotidiano con Atto di Fede, il suo nuovo album autoprodotto, in cui dimostra che può ancora sorprendere il pubblico e i suoi amati fan, i sorcini.
Atto di Fede, libro e doppio cd, in uscita per edizioni Tattica oggi, venerdì 8 aprile in tutte le librerie, nei negozi di dischi e nei book store digitali.
«La fede è la chiave che ci permette di osare – racconta Renato Zero durante la conferenza stampa tenutasi ai Musei Capitolini di Roma – di andare oltre le nostre capacità e la nostra potenzialità, perché alcune volte dovremmo superare un fosso, un ostacolo e stiamo lì che cincischiamo, che non abbiamo il coraggio di fare questo salto per paura di cadere, per paura di essere inadeguati. Questo salto va fatto tutti i giorni, tutte le mattine, dobbiamo saltare e prevaricare il dubbio e il sospetto, questo continuo dubitare di noi stessi e delle persone che ci sono vicine. Dobbiamo avere il coraggio di sentirci difettosi, inadeguati».
19 brani inediti di musica sacra scritti e composti da Renato Zero e arrangiati e orchestrati dal Maestro Adriano Pennino (in coda anche Ave Maria in una versione del tutto nuova e sorprendente) per altrettanti testi, pensieri e riflessioni degli Apostoli della Comunicazione: Alessandro Baricco, Luca Bottura, Pietrangelo Buttafuco, Sergio Castellitto, Aldo Cazzullo, Lella Costa, Domenico De Masi, Oscar Farinetti, Antonio Gnoli, Don Antonio Mazzi, Clemente J. Mimun, Giovanni Soldini, Marco Travaglio, Mario Tronti, Walter Veltroni, e voci narranti di Oscar Farinetti, Pino Insegno, Giuliana Lojodice, Marco Travaglio, Luca Ward, Renato Zero.
E proprio per queste grandissime collaborazioni, Renato Zero dice: «Atto di fede è un lavoro straordinario perché abbiamo messo insieme la grande qualità, l’eccellenza di scrittori, giornalisti, persone del pensiero ma anche dell’azione. Se leggerete tra le pagine di questo lavoro ci sono degli spunti talmente forti, talmente efficaci che rimettono in gioco la nostra volontà di cambiare, rimettono in riga quelle che sono le nostre debolezze. Eccellenze che ci rincuorano, ci fanno sentire tutelati, Domenico De Masi, Sergio Castellitto, Lella Costa, Farinetti, Travaglio e tantissimi altri che ringrazio. In questo mio progetto, che non avrei assolutamente creduto possibile, sono andato più avanti, a colpo sicuro, a individuare quelle anime, quelle sensibilità che mi hanno poi dato ragione nella formattazione di esse, nel metterli insieme, nel fare in modo che questa coralità si rendesse possibile anche da posizioni così distanti apparentemente: uno scrittore, un poeta, un giornalista, con la musica una certa parentela la possiede, però non pensiamo mai che possa essere possibile un accostamento del genere nello stesso luogo, nella stessa volontà, nello stesso intento. Basta con questa settarietà, con questo dividere il buono dal cattivo, il nero dal bianco, il falso dal vero. Tutto collima, tutto può essere applicabile. L’umiltà è la chiave universale per non correre il rischio di disperdere certe preziose compagnie».
A sublimare il nuovo lavoro di Renato Zero, la straordinaria presenza della Budapest Art Orchestra diretta da Andras Deak, la rinnovata collaborazione con il Coro Internazionale istituito dall’Orchestra Filarmonica della Franciacorta e le imponenti interpretazioni di Giacomo Voli e di Lorenzo Licitra. L’artwork è curato dal cover artist Paolo De Francesco.
«Attraverso Atto di Fede – racconta Renato Zero – mi ripropongo di guadagnarmi una soddisfazione personale, di sentirmi in qualche misura nella capacità di godere di una vittoria, quale quella di aver ampliato la mia musica, l’orizzonte della mia scrittura, anche se con “Il cielo” e con “Nei giardini che nessuno sa” e tanti altri brani ci sono andato molto vicino a quella onestà, sicuramente non sono Prevert, uno scrittore, un poeta, però racconto quelle che sono le emozioni, i passaggi vitali di malattia, di tracollo, di sgomento, apatia, perché delle volte ci sta pure che non si trovi la forza di continuare il viaggio perché non ci sentiamo abbastanza forti per affrontarlo».
Al cd è allegato anche un libro ed è il suo primo progetto editoriale. Renato Zero è uno degli artisti che più di ogni altro ha dato un significato alla parola senza mai scendere a compromessi e senza privilegiare, in tutta la sua carriera, la strada più facile e con Atto di fede lancia una nuova provocazione.
«Atto di fede – conclude Renato Zero – è un lavoro che difendo, che mi inorgoglisce per essere riuscito a parlare della fede mettendola nella condizione di accendere un dialogo. La fede non è solo in Dio, ma nel nostro operato, nella nostra voglia di contagiare gli altri di una speranza, di una possibilità di risoluzione di certi problemi. La vicinanza è il termine giusto, accostarsi finalmente ciascuno alla volontà di un altro, al desiderio dell’altro di non disattendere quello che è il bisogno di contatto. Conoscere è ancora la forma più bella di stare al mondo, oggi non ci si presenta, non ci si stringe la mano, non ci si annusa, non si tenta di conquistare uno all’altro, tutto questo ci impedirà probabilmente di sconfiggere, non solo il fantasma del covid, ma tutte le altre possibili e future condizioni che ci costringeranno al silenzio imposto. Preparando, invece, questi nostri anticorpi alla universalità del pensiero, sicuramente può essere una chiave interessante da domani di attuare finalmente nella operosità».