Raoul Bova: «Don Matteo rimarrà sempre Terence Hill, nessuno lo sostituirà mai»
Andrà in onda su Rai 1 in prima serata, giovedì 31 marzo, l’attesissima tredicesima stagione di Don Matteo, una delle serie più seguite nella storia delle fiction italiane, con protagonista Terence Hill, uno degli attori più amati.
Don Matteo 13 è una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, prodotta da Matilde e Luca Bernabei, per la regia di Francesco Vicario, Riccardo Donna e Luca Brignone. Novità assoluta di questa tredicesima edizione, l’entrata dalla quinta puntata dell’attore Raoul Bova nei panni di Don Massimo, un prete che aiuterà Don Matteo (Terence Hill) a risolvere i vari casi.
«Vorrei ringraziare tutti voi – commenta Terence Hill – che avete seguito Don Matteo per tutti questi anni, perché senza di voi, non ci sarebbe stato Don Matteo. Ho ricevuto il vostro amore e lo ricambio. Vorrei ringraziare la troupe. Pensate che due, tre mesi dopo aver lasciato il set pensavo ancora a voi. Devo ringraziare Luca Bernabei che mi ha lasciato lavorare in pace e mi lasciava fare le cose che volevo e che chiedevo».
Dieci nuove puntate con un cast artistico composto da protagonisti eccezionali che hanno contribuito al successo della serie tv, tra questi: Nino Frassica, Nathalie Guetta e Francesco Scali. Riconfermati Maria Chiara Giannetta e Maurizio Lastrico e ritorna nei panni del Colonnello, Flavio Insinna.
Quella di Don Matteo è una grande famiglia che nel corso degli anni ha confermato il successo, rinnovandosi, evolvendosi e conquistando anche il pubblico più giovane.
La serie televisiva è apprezzata in tutto il mondo: America Latina, USA, Australia, Francia, Finlandia, Spagna, Portogallo, Polonia, Croazia, Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Lituania, Corea del Sud, Giappone, Slovacchia e il format è stato adottato anche in Polonia e in Russia.
Don Matteo unisce il giallo e la commedia, alternando scene di brillante comicità a momenti drammatici, affrontando temi attuali che riguardano la società, dal punto di vista giuridico e morale. Don Matteo 13 continuerà a far sorridere e commuovere i telespettatori, comunicando l’importanza del perdono e infondendo speranza e racconterà, in maniera positiva, i problemi che riguardano gli adolescenti e il loro rapporto con i genitori. Infatti, in questa nuova stagione Don Matteo accoglierà in canonica Federico, un diciassettenne abbandonato da sua madre. Nelle nuove puntate vedremo il famoso parroco-detective, soffrire e riflettere sul suo essere padre spirituale di tutti. Farà i conti con quelle emozioni che aveva sempre dominato: il dolore, la rabbia, il senso di impotenza ed emergeranno altri aspetti del carattere: la fallibilità, il senso paterno, ma anche l’incrollabile speranza nel domani.
Tra i nuovi personaggi farà il suo ingresso anche Don Massimo (Raoul Bova), un sacerdote moderno, che dovrà fare i conti non solo con le difficoltà degli altri, ma soprattutto con le sue. Don Massimo è un prete diverso. Diverso da Don Matteo e da tutti gli altri. Un prete della “terra”, contadino, abituato a sporcarsi le mani, più propenso a stare tra gli ulivi umbri a zappare la terra che a stare dentro le quattro mura della canonica. Certamente saldo nella sua fede e nel suo rapporto con Dio, ma con le difficoltà di tutte le persone di oggi, dell’uomo comune: un prete che, come tutti noi, ha a volte anche bisogno di sfogarsi, di scaricare le tensioni. Don Massimo arriverà a Spoleto al suo primo incarico in una parrocchia, portando con sé una vocazione travagliata e un passato misterioso. Già, perché prima di vestire i panni di sacerdote era un uomo come tanti altri, con un lavoro e dei progetti per il futuro: ma l’incontro con la morte e soprattutto con Don Matteo gli hanno cambiato la vita, portandolo sulla via della fede. Un uomo che pensava che la vita da sacerdote sarebbe stata solitaria, senza famiglia. E invece scoprirà di avere una famiglia, la grande famiglia di don Matteo.
«Quando mi è stata proposta la possibilità di entrare in Don Matteo è stato un onore – dichiara Raoul Bova– e Luca Bernabei credo che non mi avrebbe dato una responsabilità così grande, se non ci fosse stata una stima e un apprezzamento nei miei confronti. Per me è stato un complimento. Da lì a pensare quale personaggio fosse Don Massimo è stato un lavoro intenso di scrittura, di tempo, di confronti, per cercare di capire, quello che si intendeva raccontare di questo nuovo prete. In questa serie subentra un personaggio nuovo con delle caratteristiche che mi hanno fatto appassionare. È un personaggio che ha la forza di combattere, con la voglia di imparare, che è fragile e forte allo stesso tempo. In questo momento della mia carriera ho sentito la necessità di interpretare un personaggio come questo, giusto. Avevo voglia di provare queste emozioni e recitarle.
Il mio personaggio Don Massimo ha un passato importante, fin da giovane credeva negli ideali molto importanti e poi ha trovato nel sacerdozio la sua strada, grazie anche all’incontro con Don Matteo. È un ruolo che mi ha affascinato dal primo momento. Quando Luca Bernabei me lo ha chiesto, io ho voluto che non fosse una sostituzione ma un proseguimento. Perché Don Matteo rimarrà sempre Terence Hill, nessuno lo sostituirà mai. Abbiamo cercato di fare evolvere una serie che per anni aveva dato ottimi risultati, e cercare di portare avanti quegli ideali. È una serie che serve per coloro che la guardano in questo momento che stiamo vivendo.
Don Massimo è un prete in evoluzione, giovane, che ha voglia di capire cosa vuol dire il perdono. Capisce in quelle circostanze cosa vuol dire dare una seconda opportunità, senza giudicare le persone dalle apparenze. Tutti concetti che Don Massimo li scopre volta per volta con i vari casi che deve risolvere. Non è scontato perdonare, non è scontato accogliere. Combattere contro le ingiustizie significa amare la verità, amare il prossimo. L’amore è la base del mio personaggio. Don Massimo lotterà insieme a Don Matteo ed ognuno farà la sua parte.
Sul mio ingresso in scena volevo che Terence Hill mi guardasse negli occhi, dandomi il suo consenso, per il passaggio di testimone. Terence mi ha consigliato di interpretare il mio personaggio, di essere me stesso il più possibile».
Don Matteo partecipa ancora alla risoluzione dei casi insieme ai Carabinieri, affiancando l’imprevedibile maresciallo Nino Cecchini.
«Ho un modo di recitare particolare – dichiara Nino Frassica – mi concentro, mi immedesimo in Nino Cecchini e vado avanti. Mi sono trovato bene con Raoul. Don Massimo si guadagnerà con la sua umiltà e la sua simpatia il nostro affetto nella famiglia di Don Matteo. Interpretare un ruolo così in tante fiction, in tante puntate è la cosa migliore che possa capitare ad un attore. Poiché devi mettere a fuoco il personaggio, ed è diverso da un film, infatti in una fiction il personaggio si consegna di volta in volta, per cui si può migliorare, entrando nei particolari. In Don Matteo 1 ero il maresciallo che avrebbe potuto interpretare qualsiasi attore, un maresciallo che stava in caserma, che spifferava tutto al prete ed il prete lo aiutava. Non aveva una vita privata, si vedeva sempre in caserma e in divisa. Poi dopo il successo della prima serie, hanno visto che oltre a Don Matteo funzionavano anche i personaggi secondari e mi hanno dato una famiglia, con una moglie e due figlie, interpretate dalle tre attrici Pamela Saino, Giada Arena e Caterina Sylos Labini. Così, ho potuto svolgere scene che riguardavano anche il quotidiano. Parallelamente ho cercato di far somigliare Nino Cecchini a me. Credo di essere ovviamente più intelligente di Cecchini, ma ammetto che mi somiglia molto».
La caserma di Spoleto, tra un’indagine e l’altra è ormai la seconda casa del maresciallo Cecchini, così come del Capitano Anna Olivieri e del PM, Marco Nardi. Li avevamo lasciati così: Marco aveva finalmente ricevuto il perdono di Anna, ma non il suo amore. E lei aveva deciso di mettersi in gioco con Sergio, perdonando i suoi errori e aspettando che scontasse la sua pena. Adesso Anna e Marco sono amici. Anna ha preparato tutto per l’arrivo di Sergio, pronta a iniziare una nuova vita con lui e Ines, che in questi mesi è rimasta a vivere con Don Matteo in canonica. Nardi, pur di tenere Anna nella sua vita, si è ‘accontentato’ di essere il suo migliore amico. Ma mille complicazioni aspettano i due.
E una ha un nome ben preciso: Valentina, figlia del Colonnello Flavio Anceschi, l’ex capitano interpretato da Flavio Insinna, che fa il suo ritorno sul set a distanza di 16 anni.
«L’amicizia è uno dei fili più importanti che lega la fiction – commenta Flavio Insinna – ed è per questo che vorrei ringraziare Enrico Oldoini, uno dei padri della serie, oltre a Nino Frassica e Terence Hill e la Rai perché si sono fidati di me. Don Matteo mi ha consentito di crescere, stare tra Nino e Terence e come stare tra i Bronzi di Riace, siamo legati da una profonda amicizia. Per quanto riguarda l’ingresso di Raoul Bova, mi fa tornare in mente quando con mille paure sono dovuto andare al posto di Fabrizio Frizzi e mai avrei voluto, non vuol dire sostituire ma aggiungere. Vorrei ringraziare anche Luca Brignone averlo ritrovato come regista è stata una gioia per me. Ho lavorato in passato con il regista Francesco Vicario, un grande operatore capace di unire saggezza e talento alla voglia di libertà. Parlando sempre di accoglienza, ringrazio tutti gli altri attori protagonisti, perché non è scontato che tutti ti mettano a proprio agio. Come diceva Mastroianni: questo è un mestiere che lo costruisce chi ti viene a prendere. Cominciando dalla sarta che ti fa fare una risata fino al regista. C’è tutto un viaggio umano. Vorrei godermi questo momento che sto vivendo».