È disponibile in radio e in digital download e su tutte le piattaforme streaming Leggero, il nuovo brano del cantautore senese, contrada Liocorno, Guglielmo, nome d’arte di Guglielmo Fineschi, classe 1996.
La canzone si caratterizza per le sonorità che richiamano il punk moderno e si avvale della produzione e dell’arrangiamento di Vincenzo Cristi, voce e chitarra dei Vanilla Sky.
Ecco come Guglielmo racconta la genesi del brano: «Leggero è nato improvvisamente, da una mia esigenza personale. L’intera canzone è una metafora legata alla tematica dell’overthinking, ovvero quel pensare in modo ossessivo che mette in standby il lato razionale della nostra mente per far posto alle angosce, paure e rimpianti che confondono la testa. La stessa testa che nel ritornello di co di voler calciare il più lontano possibile, l’unica speranza per tornare a vivere».
Noi di Mydreams abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.
Sei giovanissimo, appena 26 anni! Come e quando ti sei affacciato al mondo della musica?
«Ho iniziato a scrivere e cantare in pubblico a 17-18 anni e scrivevo per liberarmi dai demoni. Quando cantavo mi sentivo nel posto giusto , mi sentivo bene, adrenalina durante e pace subito dopo, simile a fare l’amore».
Il tuo cognome Fineschi riporta alla memoria a quelli della mia generazione il ricordo di un grande musicista: Luciano Fineschi. C’è una parentela?
«No, abbiamo solo il cognome in comune».
Quali sono i tuoi artisti preferiti e quale tipo di musica ascolti?
«Mi piacciono i Nirvana, Pearl Jam, Guns n’ Roses, Sum 41, Green Day, Linkin Park e i Red Hot Chili Peppers. Nell’ultimo periodo sto ascoltando tantissimo la nuova scena rock e pop punk trascinata da Travis Baker, Machine Gun Kelly, Yungblud e tanti altri , mentre di italiani oltre Vasco, ascolto la scena rock indipendente come i Ministri, Cara Calma e Fask».
Come è nato il brano Leggero?
«É nato da una mia esigenza di far uscire dalla testa tutto il marcio che mi opprimeva, tutto questo attraverso la scrittura. Il brano in effetti si è scritto da solo durante una di quelle giornate infinite dello scorso lockdown».
Del tema dell’ overthiking ne avevi già parlato in un altro tuo brano dal titolo A piedi scalzi . Perché hai sentito ancora l’esigenza di parlarne?
«É impossibile dire tutto in un solo brano, basti pensare quanti brani sono stati scritti sull’amore, declinato in tutte le sue forme possibili ed immaginabili. Sono pochi, invece, quelli che trattano questo tema. Le canzoni hanno un tempo e uno spazio limitato per poter essere raccontate. Io le immagino come capitoli di un libro, come episodi di una serie TV, come schizzi su varie tele di un quadro molto più grande».
Quali sono i tuoi progetti futuri e quando uscirà un tuo album di inediti?
«Ad aprile inizierò un nuovo percorso con un team diverso, ma sempre all’insegna del rock. Farò uscire un bel po’ di musica nuova. Lo pubblicherò il prossimo anno per poterlo promuovere sul maggior numero possibile di palchi, visto che ora le possibilità di suonare, per chi è emergente come me, sono molto limitate».