Numerose le domande rivolte all’autore.
Da dove hai tratto ispirazione per questo nuovo romanzo?
Come è stato allora per te calarti in una realtà così diversa anche geograficamente?
«Sentivo l’urgenza, la necessità di andare in un altro luogo dove gli interessi economici sono enormi e vengono prima di ogni altra cosa anche dei sentimenti. Massimo, il protagonista, si ritrova a cavalcare una situazione difficile ed improvvisa. Non è stato facile scrivere la storia dal suo punto di vista perché sono molto diverso da Massimo. Viviamo in una strana epoca: pensiamo di essere sempre connessi ma viviamo in solitudine. Siamo tanti avatar e fingiamo spesso di essere quello che non siamo. Prima le cose venivano vissute collettivamente. Oggi no. Oggi siamo quello che vogliamo apparire. Soprattutto nelle città di provincia è così».
All’ inizio del libro un ex alunno va a trovare il professore e lui chiede: “Perché mi dovrei ricordare di te?”
«Questa domanda ci fa comprendere il carattere burbero e solitario di Massimo da cui scaturisce questa riflessione: la scuola deve recuperare il valore dell’ unicità di ogni allievo. Siamo ancora pieni di pregiudizi e li trasmettiamo anche alle nuove generazioni. Uno dei tanti è il concetto di vittoria: se non riesci ad essere il primo sei un perdente. Ma non è affatto così. Ognuno di noi è imperfetto. Massimo afferma che il caos è vita, l’irregolarità è vita pur se non perde tempo a sorridere, ad accarezzare».
Cosa c’è di te in questa storia?
«Penso che io non devo mai comparire nelle cose che racconto. Il lettore da me si aspetta delle storie ed io gliele racconto e basta mettendoci tanto impegno, tanta passione. Trovo più emozionanti le storie degli altri che le mie e devo dare risalto ai personaggi che non tradirò mai».
Cosa legge Maurizio de Giovanni? Quali libri ci sono nella tua biblioteca personale?
«I classici, libri scritti da amici, fumetti. Ken Follett e Steven King. Io non possiedo i miei libri. La mia libreria è l’album fotografico della mia anima».
Secondo te in Italia i giovani preferiscono le materie umanistiche a scapito di quelle scientifiche?
«Penso proprio di si. Ma tutto è matematica e Massimo parla di scienza al suo nipotino in coma. La matematica regala e spiega le leggi dell’ esistenza e ci consente una visione d’insieme».
Pensi di scrivere un altro romanzo con protagonista Massimo Del Gaudio?
«Mi affeziono ai personaggi di cui scrivo. Gli autori tendono ad essere seriali perché ciò fa comodo ma sono i lettori stessi a chiedere altre storie con gli stessi personaggi. Ma questa volta non lo farò».
Quali sorprese ci riservi in un prossimo futuro?