Nei nuovi episodi si parlerà di speranza raccontando l’esperienza della malattia come quella di una seconda occasione
Entusiasmo alla stelle per il debutto della seconda stagione di Doc- nelle tue mani in prima serata su Rai 1 da giovedì 13 gennaio; otto puntate, sedici episodi, per inscenare ciò che accade nel reparto di medicina intensiva di un ospedale di Milano, ma soprattutto per riprendere il racconto da dove si era interrotto nelle prima serie.
Ritroviamo tutti i personaggi, ed anche alcuni nuovi, che hanno permesso a questo medical drama di raggiungere il trenta per cento di share e di essere venduto in oltre cento paesi: Luca Argentero, Matilde Gioli, Pierpaolo Spollon, Alice Arcuri, Sara Lazzaro, Simona Tabasco, Alberto Malanchino, Beatrice Grannò, Marco Rossetti, Elisa Di Eusanio, Silvia Mazzieri, Giovanni Scifoni, Gaetano Bruno, Gianmarco Saurino e Giusy Buscemi.
La regia è affidata a Beniamino Catena e Giacomo Martelli. Una produzione Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction prodotta da Matilde e Luca Bernabei.
Doc (Luca Argentero) ha trovato nel reparto la sua nuova famiglia e un nuovo equilibrio di vita. Lo ritroviamo proprio lì all’inizio della stagione. Ma non può immaginare che genere di tempesta si stia per abbattere su tutti: la peggior pandemia degli ultimi cento anni, la prima nella storia di estensione globale, con Milano come epicentro mondiale. Doc e i suoi colleghi, come tutti i medici italiani, affronteranno l’emergenza Covid. Ma questa seconda stagione della serie non indugerà sulla fase critica dell’emergenza sanitaria: racconterà piuttosto il ritorno alla normalità dopo la fine della pandemia.
La seconda stagione, come e più della prima, parlerà di speranza raccontando l’esperienza della malattia come quella di una seconda occasione.
Non volevamo parlare del Covid – dice Luca Bernabei – per rendere ancora più cupo il nostro presente ma era doveroso centrare questa serie sulla pandemia per poterne ricavare tutti gli aspetti positivi ed una speranza.
«Con questo lavoro – afferma Matilde Bernadei – abbiamo cambiato modo di lavorare perché la serie è stata venduta in 100 paesi e quindi bisognava realizzare un prodotto che andasse bene sul mercato italiano, ma di respiro internazionale. Il fatto che abbiamo trovato consensi in tanti paesi dimostra che stiamo lavorando nel modo più giusto».
«Per me è stata una sfida bellissima, – dichiara Argentero – speciale, difficilmente nella vita si ha un’occasione come questa; il mio personaggio mi ha fatto cambiare, sono più diretto, perdo meno tempo e ne faccio, di conseguenza, perdere meno a chi si rapporta con me. Sono sincero e diretto, sempre. Sul set si è creato un ambiente positivo in cui è stato bello lavorare. Il nostro set è durato tanto, sette mesi, tra mille difficoltà, sia quelle normali che quelle legate al Covid».
Matilde Gioli fa eco al suo collega ed aggiunge: «anche io mi sento diversa rispetto a prima, ho preso alcune cose dal mio personaggio e le ho fatte mie. Tutto il cast ha capito, dovendo usare tutti i dispositivi sanitari che avevano in dotazione gli ospedali, che battaglia sia stata condotta dai medici, dal personale sanitario tutto, e soprattutto ha avuto contezza del mostro che abbiamo davanti. Spero davvero che anche grazie a Doc il pubblico capisca quanto sia difficile stare in questa pandemia».
Due registi diversi firmano i sedici episodi ma questo non ha creato disequilibri nella serie: «siamo abituati a lavorare – dicono i registi – a quattro mani ed abbiamo anche seguito le indicazioni dei nostri colleghi in regia nella prima serie. C’è un equilibrio narrativo tale da procedere in regia con una certa semplicità, pur dando le nostre intenzioni de idee».
«Siamo felici– conclude Argentero – di interpretare storie così valide ed emozionanti, firmate dai nostri sceneggiatori, Francesco Arlanch e Viola Rispoli, che hanno tratteggiato dei personaggi così belli che a noi tocca solo restituirli al meglio, per non rovinare il loro grande lavoro».