In scena, al Teatro San Ferdinando di Napoli, Tavola Tavola, Chiodo Chiodo… di e con Lino Musella, tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo; una co-produzione Elledieffe e Teatro Stabile di Napoli (repliche fino a dom. 21 novembre).
Lo spettacolo, già andato in scena nell’ottobre 2020 e subito sospeso per la pandemia, viene riproposto da Lino Musella (premio Ubu 2019 come miglior attore) proprio nel teatro che fu di Eduardo. Tavola tavola, chiodo chiodo … sono le parole con cui termina la dedica che Eduardo riserva a Peppino Mercurio, il suo storico macchinista, e che fa incidere su una lapide tuttora posizionata sul palcoscenico del San Ferdinando. Un omaggio al suo sodale capomastro che tavola su tavola, appunto, aveva ricostruito quello stesso palcoscenico distrutto dai bombardamenti nel ‘43.
«In questi mesi di pausa forzata è nato in me – dichiara Musella – il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e, mano mano, ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie, potremmo dire “donchisciottesche”, condotte instancabilmente tra vittorie e fallimenti. Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come ermeticamente indicano quelle parole incise nel Teatro di Eduardo, che in realtà suggeriscono un’azione energica e continua».
Ne emerge un esaustivo ritratto del personaggio Eduardo, ricavato da sue lettere autografe, articoli di giornali di e su di lui, con l’interpolazione di alcune fra le battute più celebri tratte dalle sue commedie. Significativo, in fase di preparazione dello spettacolo, è stato il sostegno di Tommaso De Filippo, sempre più impegnato nella cura dell’eredità culturale della famiglia, e di Maria Procino che ha affiancato Musella nella ricerca storica. Lino Musella dà grande prova d’attore nell’affrontare un monologo non semplice, pieno di sfaccettature e di momenti diversi. Il suo passare con disinvoltura da un personaggio all’altro, mantenendo la coerenza e la temperatura sempre sostenuta della linea narrativa, testimonia la levatura artistica di questo grande attore partenopeo. Ad accompagnarlo alla chitarra Marco Vidino che esegue dal vivo, tra brani inediti e di repertorio, le musiche di scena. Importante il contributo che danno allo spettacolo le scene di Paola Castrignanò, il disegno luci di Pietro Sperduti e i costumi di Sara Marino. Da vedere.