«Abbiamo passato due anni terrificanti e ci sembrava giusto ripartire con un titolo che augura il ritorno ad una vita normale»
A distanza di più di due anni dall’album “Testa o croce”, la band milanese dei Modà torna sulle scene con il nuovo lavoro discografico “Buona fortuna – parte prima”.
Il disco, in uscita oggi in tutti i negozi tradizionali e negli store digitali, si compone di una prima parte di canzoni, che fa parte di un progetto più ampio che avrà luce nel 2022.
Nell’Ep (prodotto da Friends & Partners/licenza esclusiva Believe Artist Services) troviamo 6 inediti, che spaziano da canzoni d’amore nel classico stile dei Modà come “22 metri quadri” e “Fottuto Inverno“, all’amore paterno che ritroviamo ascoltando “Non ti mancherà mai il mare“, dall’augurio personale in “Buona fortuna buona vita buona luna” alla critica contro il mondo social in “Comincia lo show”. A chiudere questa prima parte del disco la toccante “Scusa se non lo ricordo più“, una storia segnata dall’Alzheimer dove il protagonista, all’inizio della malattia, alterna momenti di totale buio a momenti di lucidità.
A partire da Maggio 2022 Francesco “Kekko” Silvestre (voce), Enrico Zapparoli (chitarra), Diego Arrigoni (chitarra), Stefano Forcella (basso) e Claudio Dirani (batteria) porteranno dal vivo i brani di questo nuovo progetto discografico nel tour che partirà da Milano, recuperando in questo modo le date annullate a causa della pandemia nel 2020.
Per l’occasione abbiamo intervistato Kekko Silvestre.
Un nuovo album, un nuovo inizio che parte con Buona Fortuna parte prima. Parlaci di questo tuo nuovo lavoro discografico…
«Le canzoni le ho scritte tutte prima della pandemia. Durante la pandemia ho deciso di non scrivere nulla proprio perché c’era una negatività tale, che non mi andava di trasmetterla, quindi mi ha bloccato totalmente. Il recording è stato interessante, da non rifare anche se è stata un’esperienza bella. Ci siamo divertiti perché abbiamo registrato a distanza. Io stavo a casa e con un ipad seguivo le registrazioni dirette dal mixer con le cuffie, mentre i ragazzi andavano in studio a turno. È stato sicuramente un periodo divertente perché eravamo tutti chiusi in casa e avevamo la possibilità di registrare, anche se a distanza, però è chiaro che il prossimo disco ci piacerebbe farlo tutti insieme. L’idea di aver inserito solo sei brani e di aver diviso il disco in due parti, nasce da quelle che sono le esigenze al momento del mondo discografico. Oggi non è più come una volta. Se fai un disco contenente 15 brani e ne promuovi tre, tutto il resto in qualche modo va nel dimenticatoio. Oggi tutto quello che ti ha tolto lo streaming, te lo restituisce anche con un discorso di utilizzo, dandoti la possibilità di approfondire un po’ più i brani, farli uscire a rate, come in questo caso e creare anche un po’ l’attesa. Quindi l’idea delle due parti nasce dal fatto di non “buttare” nel cestino un lavoro lungo che abbiamo fatto in questi anni, ma cercare di valorizzarlo e di dare luce e importanza a tutte le canzoni».
In tanti pensano che la scelta di una prima e seconda parte dell’album sia dovuta ad una vostra partecipazione al Festival di Sanremo. Quanto ti manca quel palco e quali sono le emozioni che ancora porti con te?
«Ti confermo che non andiamo a Sanremo. Il festival ci ha dato tantissimo. Il problema è che mi ha tolto tante energie mentali, perché io sono uno molto schivo, molto tranquillo e quella settimana mi mangia vivo. Per riprendermi ci metto mesi. Diventa difficile fare giornate come queste, dove tutto il giorno parli con i giornalisti e poi la sera sali sul palco. Forse a 30 anni riuscivo a farlo, ma oggi come oggi non riesco. Sono un perfezionista, che ci tiene a fare le cose in un certo modo e ti dirò la verità, non mi sento ancora pronto a tornare su un palco come quello. È un palco molto pericoloso tra l’altro. Per me è più facile San Siro che Sanremo, perché ti caghi addosso e non c’è nulla da vergognarsi. Al momento non lo so, forse non ci tornerò neanche più, però devo dire che è un palco straordinario, unico. Le emozioni che ti porti dentro te le ricordi per tutta la vita»
Buona Fortuna è un titolo che avevi deciso già prima della pandemia, oppure lo hai scelto dopo come buon auspicio per tutti?
«In realtà nasce dopo. C’è una canzone che si chiama “Buona fortuna buona vita buona luna” e quando è arrivato il momento di decidere il titolo dell’album, abbiamo pensato di estrapolare Buona Fortuna, che ci sembrava giusto e adatto anche al momento, perché è rivolto veramente al mondo. Abbiamo passato due anni terrificanti e ripartire con un po’ di fortuna, che non si intende di essere scaramantici o di vincere al superenalotto, ma è semplicemente un augurio di buona salute e di ritornare ad una vita normale».
“Scusa se non lo ricordo più” è una canzone che parla dell’Alzheimer, dove il protagonista, all’inizio della malattia, alterna momenti di totale buio a momenti di lucidità. C’è una persona in particolare a cui dedichi questo brano, oppure nasce semplicemente per raccontare una delle malattie neurodegenerative più diffuse?
«È una storia particolare che nasce da un’intervista che ho letto un po’ di tempo di Lino Banfi, che parlava della malattia della moglie. La cosa che mi ha colpito è che nella fase inziale della malattia, la persona malata vive dei momenti di lucidità che si alternano a momenti di totale buio. A un certo punto Lino racconta che la moglie gli chiede “Cosa succederà quando poi sarà solo buio e non riconoscerò più?” e lui risponde “Vorrà dire che ci presenteremo di nuovo!”. In questa frase ho trovato tutta la tenerezza, la dolcezza e il romanticismo di un uomo. Questa malattia è terrificante per chi la vive ma anche per chi sta al fianco della persona malata. In questa frase ho trovato tutto il senso per poter cominciare a raccontare qualcosa, chiaramente non da un punto di vista medico, ma dal punto di vista emozionale. Ho deciso di parlare di Alzheimer perché è una malattia molto diffusa e di cui si parla poco e mi sembrava un argomento bello e importante da tirare dentro a un disco».
Questo lavoro contiene anche una dedica a tua figlia con il brano “Non ti mancherà mai il mare”, dove parli a tua figlia dicendole di non commettere i tuoi stessi errori…Cosa ha detto quando l’ha ascoltata?
«Ha detto che sono bravo (ride n.d.r.). Gioia come me è un amante del mare. Noi amiamo il mare più di ogni cosa. Lei vorrebbe andare al mare tutte le settimane, quindi la frase nel brano “tieni con te sempre una conchiglia in tasca e non ti mancherà mai il mare” è un mio consiglio per farle sentire meno la nostalgia del mare. Solitamente sono uno che esce poco, soprattutto negli ultimi anni mi sono chiuso ancora di più, però io racconto a Gioia che non è giusto fare così, perché la vita è fuori. In questo brano cerco di raccontare la vita al contrario di come la vivo io, per cercare di non farle fare gli stessi errori. Questa è una delle canzoni che preferisco in assoluto perché non è la classica canzone sdolcinata, ma è piena di vita e di allegria. Un testo del genere se l’avessi scritto su una melodia lenta, probabilmente sarebbe diventata una canzone triste, invece ho usato una musica in cui abbiamo inserito l’ukulele, poi ci sono dei bambini che cantano alla fine. Sono molto soddisfatto di questo brano. Mi è venuto bene ed è merito di Gioia».
Altro brano presente nel disco “22 metri quadri”. Ce ne parli?
«È la passione che si consuma all’interno di questa stanza, grande 22 metri quadri, dove ci sono solo queste due persone e un letto, e dove queste due persone consumano la loro passione. Questo letto sta di fronte a una finestra che gli racconta che non c’è futuro, ma loro vogliono vivere a tutti i costi quella storia. In qualche modo “Fottuto inverno” è il continuo, perché quando tutto finisce questa persona si ritrova sola in questa stanza di ricordi di quella che è stata una storia d’amore bellissima, ma che sapeva benissimo che non aveva futuro».
“Comincia lo show” è chiaramente una critica al mondo social di oggi dove chiunque, seduto sul proprio divano, può sparare giudizi contro chi si trova in quel momento dall’altra parte dello schermo…
«Sì, il brano parla proprio di questo. Una volta bisognava studiare per poter parlare di qualcosa, invece oggi apri un account e sei un dottore, un giornalista, qualunque cosa. Da qui si sviluppa quello che io definisco bullismo mediatico, dove chiunque può seminare cattiverie gratuite verso persone come me, che magari hanno la corazza e che quindi si fanno scivolare le cose addosso, ma ci sono anche persone più fragili che poi alla fine compiono gesti estremi. Una volta il bullo lo incontravi al parco, oggi sta dietro la tastiera e magari non sa neanche parlare e scrivere in italiano e questo è scandaloso. Orma il web è una discarica a cielo aperto».
Il 2 maggio partirà da Milano il tour, recuperando in questo modo le date annullate a causa della pandemia nel 2020. Cosa significa ritornare ad esibirvi dal vivo?
«Significa tanto, perché se si riesce a riempire un palazzetto con 12mila persone significa che ci stiamo tornando sul serio alla normalità. È una prova per tutti. È chiaro che dopo essere stati fermi per più di due anni nella testa ti passano tantissime cose. Ti chiedi se sei veramente in grado di fare ancora il cantante. Certo ci è capitato di stare fermi per un po’ però facevi la convention, suonavi in tv, insomma non stavi mai fermo totalmente. Da due anni e mezzo siamo stati fermi senza fare nulla e cantare da solo a casa proprio non mi andava, per cui adesso c’è più paura del solito, più emozione, ma credo che sarà bello, un po’ come tornare in bicicletta. Bisognerà lavorare con attenzione perché non c’è nulla di scontato».
Questi gli appuntamenti:
02 maggio, Mediolanum Forum di Assago, Milano
(recupero del 1 ottobre 2021, del 28 marzo e del 18 dicembre 2020)
03 maggio, Mediolanum Forum di Assago, Milano
(recupero del 2 ottobre 2021, del 29 marzo e del 19 dicembre 2020)
09 maggio, Arena di Verona, Verona
(recupero del 2 maggio 2020 e del 26 settembre 2021)
13 maggio, Palacatania di Catania
(recupero dell’8 ottobre 2021, recupero del 6 marzo e del 2 ottobre 2020)
14 maggio, Palacatania di Catania
(recupero del 9 ottobre 2021, del 7 marzo e del 3 ottobre 2020)
17 maggio, Palasport di Reggio Calabria
(recupero del 12 ottobre 2021, del 17 marzo e del 6 ottobre 2020)
20 maggio, Palaflorio di Bari
(recupero del 15 ottobre 2021, del 13 marzo e del 9 ottobre 2020)
21 maggio, Palaflorio di Bari
(recupero del 16 ottobre 2021, del 14 marzo e del 10 ottobre 2020)
26 maggio, Palazzo dello Sport di Roma
(recupero 19 ottobre 2021, del 20 marzo e del 12 dicembre 2020)
28 maggio, Pala Sele di Eboli (SA)
(recupero del 5 ottobre 2021, del 10 marzo e del 13 ottobre 2020)