«Tutti dovremmo avere il diritto di una sana risata al giorno. Per questo Lello Marangio andrebbe protetto come il Delfino di Fiume» Ivan Zazzaroni
Chi non conosce Lello Marangio fine umorista napoletano che da oltre trent’anni scrive testi comici per il teatro, il cinema, il cabaret e per la televisione affidandoli di volta in volta a Peppe Iodice, Paolo Caiazzo, Lino Barbieri, I Ditelo Voi, i Teandria, Enzo Fischetti, solo per citarne qualcuno? Chi non sa che Lello Marangio ha partecipato come autore a numerose trasmissioni televisive quali Zelig, Zelig Circus, Telegaribaldi, Colorado, Made in Sud? Bene, ora lo sappiamo e lo abbiamo ricordato. Ma, per dovere di cronaca, dobbiamo aggiungere che da qualche anno, il Marangio si è votato anima e corpo alla scrittura realizzando ben quattro libri: Nel suo piccolo anche Marangio si incazza (2017), Al mio segnale scatenate l’infermo (2019) con il quale ha vinto il Premio Rufolo, Una lunghissima giornata di merda (2020) con il quale ha vinto il Premio Charlot per la Letteratura Umoristica e ultimo Il mercatino di Roccagioiosa. Tutti i suoi libri sono stati pubblicati dalla Homo Scrivens nella persona di Aldo Putignano che non a caso, in quest’ ultimo volume veste i panni del Sindaco del Comune di Belgioioso.
Sabato, nella splendida cornice del Circolo Rari Nantes di Napoli, si è svolta la presentazione de Il mercatino di Belgioioso alla presenza degli amici di sempre: Aldo Putignano, Lucio Pierri, Anna Capasso, Massimo Carrino e di un folto numero di giornalisti.
L’atmosfera era distesa e colloquiale perché quando incontri una persona come Lello Marangio che ha sempre un sorriso benevolo sul volto non puoi non essere in pace con te stesso e con il mondo. «Prendere la vita con una certa dose di leggerezza – dichiara Aldo Putignano – ci aiuta a superare qualsiasi difficoltà e ci rende forti e disponibili verso il prossimo. L’umorismo di Marangio non è mai scontato o volgare. I suoi testi presentano una comicità intelligente che fa riflettere sulla vita e sul modo con il quale dobbiamo affrontarne le difficoltà. È stato un privilegio per noi pubblicare i suoi scritti pensando alla profondità delle vicende narrate e la varietà dei personaggi rappresentati. A questo proposito me ne vengono in mente due: Raffaele che ama perdutamente una donna che non lo riconosce più e Nando il sonnambulo».
Lucio Pierri dice che il libro «ha la capacità di toccare numerosi argomenti quali l’amore in tutte le sue accezioni, i conflitti generazionali, il calcio, le problematiche riguardanti la salvaguardia del pianeta ed altro ancora. Soltanto la dedica alla moglie Consiglia, vale l’acquisto del volume!».
È poi la volta di Anna Capasso che legge due brani tratti dal libro. Il primo riguarda le varie tipologie di persone che affollano il mercatino di Roccagioiosa tutti i giovedì mattina a partire dalle ore 6.30 per l’allestimento delle bancarelle e un discorso accorato del Sindaco alla vigilia delle elezioni come unico candidato. La presentazione continua poi con l’intervento di Massimo Carrino che invita i presenti a considerare come Lello Marangio riesca a parlare anche della propria disabilità in modo ironico. A questo proposito l’autore ci confida, non senza commozione, che è presente in sala un suo ex compagno di classe dell’Enrico Fermi che lo prendeva letteralmente in braccio, con l’aiuto di un altro studente, per fargli raggiungere l’aula dove si svolgevano le lezioni.
Ritornando al libro Lello Marangio ha detto: «Sono sicuro che il libro porterà bene sia a chi lo ha scritto, cioè a me e sia a chi lo leggerà. La sua genesi è stata un po’ diversa da quella degli altri volumi che ho pubblicato. Per esempio Al mio segnale scatenate l’infermo può essere considerata una mia autobiografia in quanto ho la poliomielite a entrambe le gambe. Sono un umorista ma sono anche un disabile e per questo ho pensato di abbinare le due cose, apparentemente inconciliabili. L’altro libro Una lunghissima giornata di merda è nato quasi per caso, a partire dal titolo. Avevo un appuntamento con l’editore Aldo Putignano e rimasi più di un’ora sulla tangenziale di Napoli sotto la galleria tra Capodimonte e il Vomero. Pensai tra me e me: Uà, che jurnata ‘e mmerda!. Quando vidi l’editore gli proposi il titolo e lui ridendo, mi diede il suo ok. È una raccolta di dieci racconti dove ciascun protagonista ha trascorso una giornata di merda, vuoi per un motivo o per un altro! Quando scrivo voglio sentirmi libero e la Homo Scrivens me ne offre l’opportunità. Questo ultimo libro nasce da una domanda che mi sono posto: chi sono i venditori e le persone che frequentano i mercatini e, in particolare quello di Roccagioiosa? Tutti noi, almeno una volta nella vita siamo andati a fare spese nei mercatini rionali. Quante storie si potrebbero e si possono raccontare! Ecco, tutto è partito da qui. Alcune suggestioni, ricordi, flash, mi sono rimasti dentro come i film di Federico Fellini e le musiche di Nino Rota.. Il mio mondo sarebbe stato diverso senza di loro. Voglio ringraziare in particolare mia moglie e tutti voi che siete venuti stamattina alla presentazione di questo mio ultimo scritto».
Noi di Mydreams ,non avendo ancora letto il libro, possiamo dire che è sicuramente da leggere perché, ne siamo certi, ci regalerà momenti di spensieratezza e di leggerezza in un periodo così complicato come quello che stiamo vivendo.
Per invogliarvi alla lettura, vi trascriviamo una parte del prologo: «Nel paese di Roccagioiosa c’è un mercatino. Piccolo grande, immenso; la grandezza è determinata dagli occhi di chi la guarda, ma, comunque lo si guardi, vi assicuro che a Roccagioiosa il mercatino c’è. Basta cercarlo, anzi, basta il solo volerlo cercare. È un mercatino settimanale, di quelli che si possono trovare ovunque; se passate di mercoledì sera per piazza Federico Fellini la troverete completamente vuota, illuminata ed inanimata, con la sua bella fontana sempre funzionante e con le panchine che la cingono tutto intorno…. Ma il giovedì mattina dalle ore 6.30, subito dopo l’alba, il miracolo si compie. Tendoni, ombrelloni di tutti i colori, gazebi, banchetti pieghevoli e girevoli, cesti, carrelli, appendiabiti…E con loro, ad invadere la piazza, tanta gente: uomini, donne, giovani, giovanissimi e vecchi, vecchissimi e loro, gli ambulanti, anche intere famiglie che di lì a poco animeranno il tutto, con loro stessi con la loro merce da esporre e vendere, con i loro colori, on i loro bagagli di vite vissute racchiusi nelle storie di ognuno». (pag 11-12)