Il Teatro Nuovo di Napoli inaugura la nuova stagione 2014/15 con Ritmos Vocales, una suite di tre progetti indipendenti scritti e diretti da Enzo Moscato. Primo lavoro proposto è Tà-Kài-Tà (Eduardo Per Eduardo) con Isa Danieli e lo stesso Moscato, in scena dal 23 al 26 Ottobre.
Tà-Kài-Tà (in greco antico significa questo e quello) è il primo lavoro su Eduardo De Filippo non scritto da Eduardo De Filippo. Il titolo riprende quello del film (mai realizzato) che Pasolini stava scrivendo per Eduardo, prima di morire (lo stesso giorno di Eduardo, ma nove anni prima). Tà-Kài-Tà vuol esser dunque un omaggio a due grandi della cultura italiana del Novecento, con particolare riferimento alla vicenda umana ed artistica del drammaturgo/attore/regista partenopeo. Ma il tutto è svolto in maniera molto originale, dove il protagonista parla in prima persona rievocando persone e fatti della propria vita, sovvertendo l’ordine temporale degli eventi, come fosse un flusso di coscienza. “Non è né un racconto, né una sinossi riepilogativa della sua vicenda – precisa Moscato – ma un periplo immaginario, fantastico intorno ai pensieri e sentimenti ante e post mortem che possono avergli sfiorato, per un attimo, l’anima e il cuore”. Non una biografia “scientifica”, dunque, ma un “vagare per ipotesi, supposizioni né malevoli né benigne“, dove i personaggi rievocati sono di volta in volta reali (il padre Eduardo Scarpetta, i fratelli) e letterari (Filumena, Donna Amalia), sembrano dialogare fra loro, si confondono. E lo stesso protagonista, da personaggio reale, diventa la trasfigurazione letteraria di se stesso, operata da un altro interprete/drammaturgo della cultura partenopea contemporanea. In Tà-Kài-Tà tutto parla di Eduardo, finanche la scenografia che rievoca Filumena Marturano e Natale In Casa Cupiello. Dove anche la bambina nella bara di cristallo al centro della scena, da Luisella (figlia di Eduardo, scomparsa prematuramente negli anni Cinquanta) si trasfigura, diventando simbolo di una città, forse non morta ma quiescente.
L’interpretazione di Moscato e di Isa Danieli, che con Eduardo ha mosso i primi passi sulla scena, è asciutta ed essenziale, ma lascia trasparire tutto l’affetto nei confronti di un essere umano profondo e tormentato, ironico e gelido, comprensivo e distaccato, sicuramente fuori dal comune. Bellissima la scrittura che, in perfetto stile moscatiano, insiste sulle sonorità, le essonanze, il ritmo della lingua napoletana (i ritmos vocales, appunto), che fu anche la lingua del Maestro, e che qui raggiunge livelli di alta poesia.
La rassegna Rimos Vocales proseguirà, sempre al Teatro Nuovo, con Napoli ’43 (dal 30 Ottobre al 9 Novembre) e con una nuova edizione di Luparella (dal 12 al 21 Dicembre).
Da vedere.