Giuliana De Sio porta in scena al Teatro Bellini di Napoli, dal 31 ottobre al 9 novembre, lo spettacolo “Notturno di donna con ospiti”, un testo di Annibale Ruccello per la regia di Enrico Maria Lamanna con Gino Curcione, Rosaria De Cicco, Andrea De Venuti, Mimmo Esposito e Luigi Iacuzio. Le scene sono di Roberto Ricci, i costumi di Teresa Acone, il deisegno luci di Stefano Pirandello e le musiche di Carlo De Nonno.
Il testo propone, ancora una volta, il viaggio che Ruccello aveva intrapreso nel quotidiano attraversato e contaminato dal thriller, nonché il viaggio nel panorama desolato della periferia urbana, dei ghetti degradati, tra le tv locali e le radio libere.
Un percorso apparentemente triste, che però viene ravvivato ora da una miscellanea di sentimenti, ora da involontaria comicità.
Una serie di colpi di scena con un occhio al cinema “thrilling”; ma mentre “Le cinque rose” ha come riferimento il cinema di Hitchcock, di Argento, di Polanski, nel “Notturno” domina quello anni ’70, per intendersi di Scorsese e di Kubrik.
I canoni sono sempre gli stessi: il luogo isolato, il protagonista barricato all’interno, la minaccia esterna che semina orrore e sgomento fino ad un catartico finale.
L’azione si svolge in una casa a due piani nella periferia di una metropoli: Adriana porta avanti la sua esistenza, nel caldo afoso, tra canzoni e note di un pianoforte, tra televisione ed una terza gravidanza, con un marito, Michele, che lavora di notte e ritorna a casa all’alba.
Una sera accade che strani individui, temuti e desiderati da troppo tempo, si introducano in casa. Improvvisamente riaffiorano senza una logica i ricordi, angoscianti fantasmi del passato, che provocheranno in Adriana una reazione atroce, insensata, ma a lei necessaria per fuggire da quella prigione grigia e ossessiva.
Un progetto in definitiva che segna l’ideale ricostruzione del discorso su Ruccello, sulla violenza e modernità delle metropoli.
La mano del regista ha saputo cogliere gli aspetti più significativi di un testo percorso, come è nello stile dell’autore, da un coacervo di sentimenti contrastanti. Un particolare ringraziamento alla Sig.ra Giuseppina De NonnoRuccello, madre dell’autore, ancora oggi rigorosamente vicina alla “vicenda drammaturgica” dell’indimenticabile Annibale.