Il 32esimo romanzo uscito dalla penna feconda dello scrittore napoletano Maurizio de Giovanni si intitola Una sirena a Settembre, Ed. Einaudi, Collana Stile libero Big, pag.262, copertina di Daniele Bigliardo.
La protagonista del racconto è l’assistente sociale del Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest ovvero l’appassionata e procace Mina Settembre che nella fiction di successo trasmessa da Rai 1 di recente, tratta dai precedenti romanzi a lei dedicati, ha il volto della bravissima Serena Rossi.
Questa volta l’intraprendente Mina, aiutata dal fedele ed innamorato ginecologo Mimmo Gammardella e dal suo ex marito il magistrato Claudio De Carolis, deve vedersela addirittura con delle Sirene ammaliatrici per risolvere ben due casi: lo scippo ai danni di un’anziana signora Rosa Avitabile e un episodio di povertà estrema mandato in onda dalla trasmissione Il Canto della Sirena condotta da Susy Rastelli attuale compagna del De Carolis. Come se non bastasse accanto ai protagonisti di queste due vicende apparentemente slegate tra loro ruotano altri personaggi noti e meno noti: il portiere dello stabile dove è ubicato il Consultorio Giovanni Trapanese detto Rudy i fratelli Ester e Marco, il maresciallo Antonio Gargiulo, l’avvocato Miruzzi, il faccendiere Luca Braschi e suo figlio Ettore, i falchi Florio e Capuano, l’investigatore privato Giorgio e le amiche storiche di Mina: Greta, Delfina e Luciana. Eppure questa volta il personaggio centrale del romanzo è La Signora che il lettore inizia a conoscere dall’incipit del romanzo e che sa raccontare le storie mentre pela patate, spezza ziti per il ragù, affetta pomodori e melanzane e vive in un basso oscuro come l’antro della Sibilla cumana in uno dei mille vicoli dei Quartieri Spagnoli . Fino alla fine del romanzo il lettore non conosce l’identità della Signora ma sa, o per lo meno intuisce, che si tratta di una Sirena e/o di una Mamma che ama raccontare e cucinare allo stesso tempo e creare legami e connessioni tra una storia e l’altra facendo attenzione ai dettagli.
Una sirena a Settembre è forse il libro più napoletano tra quelli scritti da Maurizio de Giovanni e quello che ha sul lettore una maggiore fascinazione e diversi piani di lettura. In esso c’è il mito della Sirena Partenope, la condanna senza appello di un certo tipo di trasmissioni televisive che fanno leva sul dolore altrui, la necessità di vedere i Quartieri Spagnoli come un luogo dove non c’è degrado di valori, la riflessione tra il rapporto vittima-colpevole nella ricerca costante di una giustizia giusta.
Questa volta il romanzo ha i toni di una commedia e Mina Settembre deve operare delle scelte ben precise per riacquistare la fiducia degli abitanti dei Quartieri Spagnoli e cantare, come solo le sirene sanno fare, la vittoria sulle storie intrecciate ed intricate della vita.
E tutto questo accade a Napoli, una città che non si può definire. Possiamo pensare che sia una Mamma volgare, sopra le righe, sovrabbondante, fuori squadra della quale spesso i figli si vergognano ma che non cambierebbero con nessun’altra perché è tua madre e ne puoi parlar male solo tu. Maurizio de Giovanni ha ribadito in più occasioni che se non fosse nato in questa città forse non sarebbe diventato uno scrittore e non avrebbe sviluppato quell’attitudine a raccontare storie.
Il romanzo, inutile dirlo, si legge tutto d’un fiato come bere un bicchier d’acqua pura e cristallina non solo per sapere come va a finire ma per la ricchezza delle descrizioni e le connotazioni psicologiche dei vari personaggi.