Torna a Trieste e a Udine dal 25 giugno al 6 agosto, giungendo alla sesta edizione, l’unico festival di prosa del Friuli Venezia Giulia riconosciuto e sostenuto dal MiC, FESTIL_Festival estivo del Litorale, diretto da Alessandro Gilleri, Tommaso Tuzzoli, e Katja Pegan che cura anche la parte slovena con Neva Zajc, ovvero il Primorski Poletni Festival/Festival estivo del Litorale (SLO) di cui FESTIL_Festival estivo del Litorale rappresenta la sezione italiana. FESTIL_Festival estivo del Litorale è organizzato da Tinaos, con il contributo del MiC, della Regione Friuli Venezia Giulia e, per gli appuntamenti nella città di Udine, con il contributo della Fondazione Friuli, con il sostegno del Comune di Udine – Udinestate21 e con la collaborazione del CSS Teatro stabile d’innovazione del FVG. La collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms / Fioriture per la realizzazione degli spettacoli che saranno presentati a Udine è testimonianza della qualità e della riconoscibilità della manifestazione, cresciuta nel corso delle precedenti edizioni. Si aprono le collaborazioni a Trieste con il Rossetti Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e con il Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare che ospiteranno, entrambi, due date ciascuno di due spettacoli in cartellone.
La programmazione di FESTIL_Festival estivo del Litorale, estesa su sei settimane, si snoda tra Trieste e Udine con 25 eventi, 14 spettacoli, di cui 6 prime nazionali o assolute. Numerose le location coinvolte per questa edizione.
FESTIL si fa spazio così tra i luoghi cittadini più centrali e caratteristici di Trieste e Udine: nella prima città, oltre alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti e alla Sala del Trono del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare, saranno palcoscenici teatrali la nuova Sala Beethoven e il Teatro dei Fabbri; la seconda, invece, vedrà l’utilizzo del Teatro San Giorgio, l’Area verde Ronald George McBride, il Parco Moretti, e altri spazi all’aperto in via di definizione.
La sesta edizione pensa intensamente ai giovani, sia per quanto riguarda gli artisti programmati, sia per il target di pubblico. Ed infatti l’apertura del festival, il 25 giugno, è nel segno del teatro per le famiglie, inteso come un teatro capace di riunire adulti e ragazzi, oltre che geografie differenti, essendo lo spettacolo una produzione internazionale del Dramma Italiano del TNC IVAN DE ZAJC di Fiume, Teatro Nazionale croato. “Adriatico”, di Siniša Novković, sarà in scena in prima nazionale nella Sala Beethoven (Trieste). Interpreti Serena Ferraiuolo, Giuseppe Nicodemo, Andrea Tich e con la voce di Aleksandar Cvjetković: uno spettacolo in prima nazionale che accende una riflessione ambientalista sul mare che ci unisce e che ci divide, e lo fa tra proiezioni mozzafiato e buffi personaggi, immergendo il pubblico in uno spettacolo carico di adrenalina e divertimento. Altra prima assoluta, “CristÒtem”, nato dall’unione di tre enti produttivi italiani, Golden Show di Trieste, Tinaos, L’Effimero Meraviglioso, uno spettacolo scritto e diretto dalla talentuosa drammaturga e regista Under 30 Elvira Scorza, finalista con un suo lavoro al bando di regia della Biennale Teatro nel 2020. Interpreti Noemi Grasso e Alessandro Pizzuto. “CristÒtem” debutta il 29 giugno nella Sala Beethoven a Trieste e replicherà il 30 giugno nel Teatro San Giorgo a Udine: il racconto del mito di Ifigenia, tradito per restituirle un destino diverso, un’altra rilettura, che recupera dal tragico gli antieroi cercando in questi la forza reazionaria che ha il tentativo goffo e disperato di salvarsi per essere pienamente se stessi. Il 20 luglio, a Udine, in un luogo all’aperto in via di definizione, va in scena un’altra giovane benché affermata compagnia, il Collettivo LunAzione, e lo fa con “Il Colloquio”, progetto e regia di Eduardo Di Pietro, aiutato nella regia da Cecilia Lupoli, con Renato Bisogni, Alessandro Errico e Marco Montecatino. Il Colloquio, spettacolo che ha vinto il Premio Scenario Periferie 2019 e finalista al Premio In-Box 2021, prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli. Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno, una di loro è incinta: in maniera differente, desiderano l’accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame.
Il teatro ragazzi, quello ideale per un pubblico dai 10 anni in su, è di scena in un luogo in via di definizione a Udine il 29 luglio, “Il Minotauro” di e con Roberto Anglisani, scritto da Gaetano Colella e diretto da Maria Maglietta, per le musiche e le immagini di Mirto Baliani, una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, in cui centrale è il tema della diversità e delle paure da essa generate, che, una volta imparato ad ascoltarle, però, diventano amiche. Altra proposta per le famiglie, il 24 luglio nel Teatro San Giorgio a Udine con “Mala Sirena/La Sirenetta”, scritto, diretto e interpretato da Katarina Arbanas e Giulio Settimo, una storia di amore e amicizia che va oltre i confini dei mondi, dentro la fantasia acquatica sui segreti delle profondità marine in cui si scoprono le creature miracolose che vivono negli abissi. Questo, come altri spettacoli in programma a FESTIL_Festival estivo del Litorale, intende valorizzare l’aspetto interculturale di un territorio di confine come quello mitteleuropeo, ospitando spettacoli che vedono la collaborazione tra artisti e produzioni di nazionalità differenti.
Dalle profondità marine, all’impalpabilità fantasiosa delle nuvole: il 2 luglio, “Cloudscapes / La forma delle nuvole”, una produzione che il CSS ha realizzato per Udine (Area verde Ronald George McBride – viale San Daniele, antistante il Teatro Palamostre) e che rappresenta la prima versione italiana della performance immersiva di parole e nuvole creata della compagnia inglese Gobbledegook Theatre, fra le più brillanti e originali del panorama dell’innovazione britannica, sempre molto sensibile ai problemi della Terra; la performance immerge il pubblico in un’installazione “di nuvole e parole”, come in un anfiteatro di sedute all’aperto, da cui si guarda il cielo e la mutabilità delle nuvole, mentre una voce in cuffia, quella di chi sarà a pochi metri da noi, è lì per raccontarci la sua storia, un viaggio iniziatico, forse quello di una vita intera, sulla mitica Route 66 in compagnia del padre.
E poi ci sono alcuni importanti omaggi. A duecento anni dalla nascita di Fedor Dostoevskij, Lorenzo Lavia adatta e dirige in prima assoluta nella Sala Bartoli del Politeama Rossetti a Trieste il 6 e il 7 luglio “Le notti bianche”, di cui è interprete, insieme a Marial Bajma Riva. Protagonisti un uomo ed una giovane donna che si incontrano durante una lunga notte insonne, la prima di una lunga serie, in cui – complice il buio – si raccontano e si confidano fino ad innamorarsi. L’amore però, per quanto elemento centrale dell’intera vicenda, non esaurisce in sé la carica emotiva che il racconto riesce a trasmettere: quello che arriva come una deflagrazione è il rapporto tra di loro e la grande solitudine che vivono e che riesce per un attimo a lasciare spazio alla comunicazione.
Ideato dal Comune di Casarsa della Delizia (PN) a vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio De André, un omaggio agli abitanti dell’immaginario paesino di Spoon River e al poeta De André, che nel disco Non al denaro non all’amore né al cielo mise in musica le loro storie fatte di vizi e virtù, in “Vennero in tanti e si chiamavano gente – Viaggio di poesia e musica tra Spoon River e i suoi affluenti”, in scena a Udine, nel Parco Moretti (zona chiosco), l’8 luglio, una produzione CSS Teatro stabile d’innovazione del FVG. La drammaturgia è di Hugo Samek e gli interpreti Klaus Martini e Nicoletta Oscuro, mentre la voce e le chitarre sono di Matteo Sgobino e, al contrabbasso e al mandolino, c’è Alessandro Turchet. Non poteva mancare, nell’anno del sette centenario dalla morte di Dante Alighieri, l’omaggio al Sommo Poeta, e FESTIL_Festival del Litorale lo fa attraverso due spettacoli. Il primo, una coproduzione Tinaos e Golden Show di Trieste, va in scena il 3 e il 4 luglio nella suggestiva cornice del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare – Sala del Trono a Trieste, con il patrocinio del Comitato nazionale Dante 700, “Paradiso dell’inferno”, testo e lettura scenica di Jacopo Squizzato, altro giovane talento della scena italiana, finalista al prestigioso bando registi under 30 della Biennale di Venezia nel 2017; Squizzato, per le musiche di Riccardo Moccia e l’interpretazione di Stefania Ventura, Luca Negroni, Malvina Ruggiano, Emma Nicole Morganti, racconta di una famiglia che incontra l’opera dantesca in un contesto disumano. I versi di Dante sono calati nel cuore nero del Novecento, per diventare il terreno su cui germogliano nuove speranze di bellezza: Alice, madre di Lenka, dopo aver affrontato la deportazione della madre ad Auschwitz si prefigge come compito quelli di imparare l’intera Divina Commedia a memoria. Un canto di ribellione il suo, atto a costruire un muro d’amore attorno all’infanzia della figlia.
Sullo sfondo delle nostre terre di confine, che alcune leggende vogliono che lo stesso Dante attraversò da ramingo, l’altro omaggio al Sommo Poeta è quello di Angelo Floramo, anche interprete, in dialogo con Gianni Cianchi, per le letture a cura di Massimo Somaglino e il disegno luci di Mau “Willy” Tell, dal titolo “Dantis Exilium – una storia di confini, profuganze, inferni”, una produzione targata Tinaos che debutta il 4 agosto in luogo da definire a Udine e replica poi il 6 agosto nel Teatro dei Fabbri di Trieste. Uno spettacolo fa terminare la sesta edizione del festival con uno squarcio poetico sul presente, in cui il Poeta si fa interprete del mondo in cui noi oggi camminiamo e di cui siamo chiamati, nostro malgrado, a essere testimoni.
Temi civili e sociali attraversano tutto il programma. «La proposta artistica – afferma la direzione artistica – risponde alla ricerca di un ragionamento intorno all’importanza dei diritti: anche per questo abbiamo voluto sostenere ancora di più i giovani artisti, perché a causa della pandemia hanno probabilmente subìto e rischiano di continuare a subire la penalizzazione maggiore». Proprio la condizione di isolamento causata dalla pandemia è narrata in un’altra produzione internazionale, del Dramma Italiano del TNC IVAN DE ZAJC di Fiume,“Il bonsai ha i rami corti”, ideato e scritto da Giuseppe Nicodemo, anche regista, e Serena Ferraiuolo, anche interprete, in scena in prima assoluta nel Teatro dei Fabbri a Trieste il 14 luglio: «Stefania Laganini nasce in quarantena, nel salotto di casa, tra angosce e risate. Serena ed io ci siamo detti: “Non è una vacanza, siamo costretti a casa per una pandemia! Che fare!?”. Così abbiamo unito idee, desideri, passioni, film e personaggi che ci piacciono ed è nata Stefania con il suo mondo, “laganini”, cioè tranquillamente, pian piano, senza stress: un regalo per il teatro, per noi stessi e per il nostro pubblico», scrive il regista. Un’altra parabola drammatica della Storia, che pone al pubblico, attraverso il linguaggio immediato della frontalità, domande potenti è “In quelle tenebre – La verità è un intreccio di voci” di Gitta Sereny, che Rosario Tedesco porta in scena in prima assoluta insieme a Nicola Bortolotti, il 9 nel Parco Moretti (zona chiosco) a Udine: «Poiché una comunità che interroga il passato lo rende vivo», Tedesco narra una storia vera, quella di Franz Stangl, comandante dei campi di sterminio di Sobibór e Treblinka, in Polonia, che prestò servizio in Italia a Udine e Trieste, presso la Risiera di San Sabba per poi essere arrestato nel 1967 e rinchiuso a Düsseldorf, in Germania, dove, nella sua cella, nel 1971, viene intervistato dalla giornalista Gitta Sereny, per 70 ore sul terribile trascorso della Storia. Ancora, la nostra Storia, quella che resta dopo un passato rimosso e negato, quella colonialista che dura 60 anni e che inizia già nell’Ottocento, la fa da protagonista in “Acqua di colonia” di Elvira Frosini e Daniele Timpano. Lo spettacolo di Frosini/Timpano, che va in scena nel Teatro San Giorgio a Udine il 15 luglio, vede la consulenza di Igiaba Scego e racconta pregiudizi e stereotipi degli italiani nei confronti del grande continente africano, con un linguaggio finemente ironico e tagliente, come solo il duo Frosini/Timpano sa fare. Il 22 luglio al Teatro Fabbri (Trieste) va in scena “GiOTTO – Studio per una tragedia” di e con Giuseppe Provinzano, che narra gli episodi di una città diventata, tristemente, anche uno dei più recenti palcoscenici di tragedie, e lo fa a 20 anni dal G8, dall’assassinio di Carlo Giuliani e dalle atrocità della Diaz, per riportare in scena lo spettacolo sui fatti di Genova che si sono consumati nel 2001: eventi di una tragicità epocale.
“Indagare il tempo: teatro e sociale in dialogo con il presente” è il titolo del ciclo di incontri tra artisti e pubblico, che accompagna la visione degli spettacoli, e coordinato da esperti del settore teatrale, di altre discipline sociali e di counseling che si terrà a Trieste e a Udine in collaborazione con la Cooperativa Impresa Sociale – Athena città della psicologia, con l’obiettivo di realizzare un percorso formativo e di visione volto alla creazione di nuovi pubblici.