“Dedicato a chi dentro ha un vulcano che non vuole spegnersi” Marco D’Amore e Francesco Ghiaccio
Si intitola Vesuvio il libro scritto da Marco D’Amore e Francesco Ghiaccio, edito da De Agostini per la Collana Le Gemme , pag. 144.
Non è la prima volta che D’Amore, attore protagonista della serie Gomorra di cui dal 2018 è anche regista e Ghiaccio, regista e sceneggiatore, collaborano insieme. Lo hanno già fatto per 3 film: L’immortale, Un posto sicuro e Dolcissime.
In Vesuvio raccontano una storia coraggiosa e autentica di scelte di vita e di riscatto sociale.
I protagonisti sono due ragazzini di 13 anni: Federico e Susy. Per entrambi la vita è una corsa folle in sella ai motorini ,tra i vicoli stretti e affollati di varia umanità di Napoli. Entrambi sono figli dei boss più potenti della città campana e comandano due bande di ragazzi con l’intento di prendersi tutto e subito. Per Federico e Susy il destino è già segnato o c’è la possibilità di operare delle scelte che cambieranno la loro vita?
Noi di Mydreams abbiamo seguito via streaming un incontro con gli autori realizzato da Connessioni con la partecipazione delle Librerie Ubick.
Come è stato scrivere a quattro mani?
D’Amore: «La scrittura è stata la freccia che ci ha fatto innamorare. Pochi sanno che abbiamo frequentato insieme la scuola di Teatro Paolo Grassi e che la nostra è un’amicizia ventennale. Scrivere è stato sempre il nostro modo di comunicare, siamo fusi e complementari. Francesco è padrone della tecnica della scrittura, io vado alla ricerca di storie vere, stimolanti».
Ghiaccio: «Spesso entriamo anche in conflitto per la fatica della creazione. Tuttavia sappiamo modificarci a seconda della storia che vogliamo raccontare. Questa di Vesuvio è nata quasi dieci anni fa. Facciamo crescere i personaggi, le emozioni e poi ci mettiamo all’opera».
Questo libro è dedicato ai ragazzi ma in effetti è rivolto anche agli adulti. È un libro che esalta la fratellanza e si legge come bere un bicchier d’acqua. Descrivete bene Napoli e la camorra fatta di ricatti, di sottigliezze, di muri di gomma. Si riesce a rispondere alla violenza con l’amore, allo spirito di vendetta con la solidarietà?
Ghiaccio: «Siamo esseri imperfetti e contraddittori. Sappiamo che l’amore dovrebbe guidarci ma c’è sempre una parte oscura dentro di noi che spesso prende il sopravvento. Tuttavia la ricerca di questo amore deve proseguire, deve andare oltre».
D’Amore: «Aggiungo che questa cosa può sembrare utopistica ma noi ci crediamo e crediamo fortemente ai valori che vengono trasmessi dalle famiglie umili ed oneste. Un pre-giudicato può avere avuto dei trascorsi negativi ma è necessario intercettare l’amore o quanto meno questo disperato bisogno».
Pensate di trarre un film da Vesuvio?
D’Amore: «Il libro è stato scritto avendo come supporto le immagini. Penso quindi che si potrebbe farne un film».
Sullo schermo avete dato origine a personaggi cattivi e sappiamo che i cattivi piacciono al pubblico. Federico e Susy hanno un cuore buono e sono costretti a scelte difficili anche per la loro giovane età e vivono in un contesto violento. Cosa rappresenta per voi il vulcano Vesuvio? Protezione, identità, onnipotenza, il far parte di una comunità?
D’Amore: «Spesso non conosciamo le storie di coloro che vivono alle falde del Vesuvio. C’è una comunità che cresce intorno ad un mostro pericoloso. In queste persone c’è il gusto del rischio dettato per esorcizzare la paura e per sopravvivere».
Ghiaccio: «Io sono nato a Torino ma il Vesuvio è per me ovunque».
È fondamentale per i giovani avere una famiglia che ti consiglia, ti guida?
D’Amore «La storia che raccontiamo dimostra che nella vita si può scegliere ma attenzione: i giovani devono decidere da soli per diventare se stessi. I genitori devono stare accanto ai figli ma non scegliere per loro».
Quali libri portereste su un’isola deserta?
Ghiaccio: «Non ho dubbi: ll barone rampante di Italo Calvino».
D’Amore: «La mia famiglia stava per aprire una libreria a Caserta perché entrare in una libreria fa bene all’anima. Ho letto tantissimo, soprattutto letteratura italiana. Non so ma quasi sicuramente Opinioni di un clown di Heinrich Boll. Vorrei essere un clown per quel senso di malinconia che trasuda dalle pagine».
Vi ricordiamo che Marco D’Amore e Francesco Ghiaccio incontreranno i lettori l’8 giugno, alle ore 18.00 presso la Libreria Feltrinelli Piazza dei Martiri. È necessaria la prenotazione al sito lafeltrinelli.it