È morto il Maestro Franco Battiato. Il primo a dare la notizia è stato il direttore de La Civiltà Cattolica Antonio Spadaro con un tweet pubblicato nelle primissime ore del mattino di oggi: “E guarirai da tutte le malattie/ Perché sei un essere speciale/Ed io avrò cura di te. Ciao Franco”.
Il cantautore catanese aveva 76 anni e da tempo era malato e si era ritirato a Milo. Sappiamo dalla famiglia che si è spento alle 5,30 di stamane e che i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata .
Nato a Riposto, allora Ionia, in provincia di Catania, il 23 marzo del 1945, ha saputo spaziare tra vari stili musicali, dal pop al rock progressivo, dall’avanguardia colta alla canzone d’autore, dalla musica etnica all’elettronica e persino all’opera lirica.
È stato l’artista che ha collezionato più Premi Tenco ottenendo successi di pubblico e critica. Si è avvalso dell’aiuto di numerosi collaboratori tra i quali ricordiamo il violinista Giusto Pio e il filosofo Manlio Sgalambro .
Chi non ricorda i titoli dei suoi brani più famosi? Centro di gravità permanente, La stagione dell’amore, Bandiera bianca, Voglio vederti danzare, Cuccurucucù, Alexander Platz, I treni di Touzeur, L’era del Cinghiale bianco, Radio Varsavia, L’esodo, Povera patria e su tutti La Cura. Scritta nel 1996 e contenuta nell’album L’imboscata è il testo d’amore più bello ed intenso di tutta la storia della musica italiana e si fonde con una musica dolce e struggente.
Non è un caso che per tutta la sua carriera Franco Battiato abbia rappresentato un punto di riferimento per i giovani che lo sentivano vicino, un modello di originalità e di stile, prime fra tutte Alice e la compianta Giuni Russo.
Noi di Mydreams lo ricordiamo nel memorabile concerto gratuito tenutosi in Piazza del Plebiscito il 5 giugno del 2017 con oltre 30mila fan in piazza. Interpretò nel suo stile inconfondibile Era de maggio, una delle più belle canzoni della tradizione napoletana scritta sui versi della nota poesia di Salvatore Di Giacomo. Quasi sorpreso dell’affetto del pubblico ringraziò più volte con la sua innata timidezza.
Ciao Franco, ciao Maestro!