“Dante. La visione dell‘arte” è il titolo della grande mostra dedicata al sommo poeta, a 700 anni dalla morte, in programma fino all’11 luglio presso i Musei di San Domenico a Forlì.
A cura dei professori Antonio Paoluccie Fernando Mazzocca, grazie a questa mostra, dal titolo “Dante. La visione dell‘arte”, Forlì rinnova la sua vocazione dantesca: ricordiamo, infatti, che nella città romagnola, il Sommo Poeta,trovò rifugio, lasciata Arezzo, nell’autunno del 1302, presso gli Ordelaffi, signori ghibellini della città.
«Non a caso abbiamo scelto Forlì,una delle tappe dell‘esilio di Dante, per giunta posta sulla strada tra Firenze e Ravenna – spiega Eike Schmidt, direttore degli Uffizi – un luogo neutrale per non riaccendere la secolare rivalità tra la città di nascita e quella della morte, ma ancora di più per valorizzare l’importanza dell‘Italia tutta, cui Dante universalmente appartiene».
La mostra (organizzata nell’ambito delle celebrazioni promosse dal ministero della Cultura a 700 anni dalla morte di Dante) si compone di dipinti, sculture, disegni, manoscritti, illustrazioni. Opere datate dal duecento al novecento e firmate da autori come Cimabue, Giotto, Beato Angelico, Michelangelo, Tintoretto, Canova, Andrea del Castagno (autore di una delle primissime raffigurazioni del ritratto di Dante), fino ai preraffaeliti, ai macchiaioli e al novecento con Galileo Chini, Plinio Nomellini, Felice Casorati, Lucio Fontana, Pablo Picasso. Stili e visioni diverse per una maxi-mostra che prende vita grazie ad un allestimento impressionante, organizzato dalla Cassa di Risparmio di Forlì e dagli Uffizi, per un viaggio nell’arte e nella letteratura come non si era mai visto prima. Dagli Uffizi arriva una cinquantina delle opere esposte, ma ad aprire gli scrigni danteschi sono stati anche altri importanti poli museali: come l’Ermitage di San Pietroburgo, il Museo d’Orsay, i Musei Vaticani.