Simboleggia un viaggio interiore che conduce alla purificazione e alla rinascita, il primo lavoro discografico da solista di Serena Altavilla, intitolato “Morsa” (Blackcandy Produzioni con distribuzione Believe/Warner Chappell), un contest album che racchiude dieci brani, disponibile in CD e su tutte le piattaforme streaming.
«Sono felice e soddisfatta – sostiene Serena Altavilla – per il risultato ottenuto al termine di un lungo lavoro. Quando ho finito di registrare il disco, mi si è palesata la parola “morsa” perché ha un significato polivalente, un suono morbido ed aggressivo. Rappresenta uno stato d’animo in cui mi sentivo, la sensazione di essere morsa da una tarantola, così come la sensazione di essere stretta in una morsa, di non riuscire a muovermi, a reagire e a scappare. Il morso della tarantola, il morso che dà vita ad una purificazione passando per l’isteria e la perdita di senno, è l’espressione di una lotta interna ed esterna che solo la musica può curare. La spinta a cercare ciò che morde all’esterno, la ricerca dello scontro. Sentire il bisogno di esplodere per ritrovare i pezzi e ricomporsi, per rinascere».
“Morsa” è un disco pop raffinato arricchito da inebrianti sonorità elettroniche, un album impegnativo, il risultato di ricerca e sperimentazione. La produzione artistica dell’album è stata curata da Marco Giudici. All’arrangiamento e all’esecuzione dei brani hanno partecipato straordinari musicisti: Adele Altro (Any Other), Francesca Baccolini (Hobocombo), Alessandro Cau (Geoff Barrow, Miles Cooper Seaton), Luca Cavina (Calibro 35, Zeus!), Enrico Gabrielli (Calibro 35, PJ Harvey, Mariposa), Matteo Lenzi (Filarmonica Municipale LaCrisi), Jacopo Lietti (Fine Before You Came), Fabio Rondanini (Afterhours, Calibro 35, I Hate My Village) e Valeria Sturba (OoopopoiooO). «Ho avuto la fortuna di collaborare con musicisti eccezionali per la realizzazione del disco ed ognuno ha portato il proprio mondo musicale. Si è creato un clima di fratellanza, perché la musica unisce. La musica è l’espressione di un’urgenza, la musica è necessaria e terapeutica».
L’immagine di copertina del disco è opera dell’artista e fotografo Jacopo Benassi. L’album è stato anticipato dal singolo “Epidermide” scritto insieme a Patrizio Gioffredi, un brano dalle venature dark, dal sapore malinconico. Il videoclip, creato dal collettivo John Snellinberg, è ambientato in un minimale set teatrale. Sulla scena Altavilla interagisce con il suo doppelgänger, a cui presta il corpo l’attrice e regista Livia Gionfrida. «Il video Epidermide ha tinte dark e noir, l’idea era quella di mettere in scena un dialogo con me stessa, di rappresentare uno sdoppiamento. Tutti i brani sono nati con pianoforte e voce, poi sulla base dei provini abbiamo deciso io e il produttore Marco Giudici di creare degli estraniamenti della percezione dalla realtà, utilizzando strumenti antichi, classici e contemporanei. Abbiamo messo in risalto il suono ed io ho impreziosito attraverso la mia voce inserendo dei vocalizzi».
Serena Altavilla canta e ascolta musica sin da bambina, lasciandosi modellare da grandi artisti internazionali: «Canto sin da piccola, adoravo esibirvi. Ho sempre ascoltato la musica dei grandi artisti che hanno lasciato in me tracce indelebili, The Beatles ad esempio. E mi sono lasciata influenzare dalla voce delle grandi interpreti, che sono state per me delle vere muse ispiratrici, come Mina, Édith Piaf, Diamanda Galás, Kim Gordon».
I testi dei dieci brani del disco sono stati scritti da Patrizio Gioffredi, un regista che ha donato alle liriche atmosfere cinematografiche. Questa la tracklist: Nenia, Distrarsi, Rasente, Epidermide, Un bacio sotto il ginocchio, Tentativo per l’anima, Sotto le ossa, Forca, La trascrizione dei sogni, Quaggiù. «I brani in sequenza delineano quel percorso interiore, quel conflitto, quella lotta, quel qualcosa da superare e da cui guarire. È un disco intenso e spero che chiunque lo ascolti percepisca ed avverta la sensazione di liberarsi».
La cantautrice toscana, dalle origini pugliesi, si è affermata nel 2005 nel panorama alt-rock indipendente come frontwoman dei Blue Willa, in precedenza noti come Baby Blue, e successivamente dei Solki, pubblicando diversi dischi e partecipando a serate live, in Italia e all’estero. Nel suo background convivono il punk, la tradizione popolare e le musiche d’avanguardia. Serena Altavilla dimostra di essere un’artista versatile, infatti, la sua maestria attoriale e la sua estensione vocale l’hanno portata a collaborare, in studio e dal vivo, con Calibro 35, Mariposa, La Band del Brasiliano, Tundra Orbit e Il Complesso di Tadà. L’album “Morsa” delinea per Serena Altavilla l’inizio di una nuova avventura che la porterà ad affermarsi nell’universo pop.