“Aveva Vent’anni” segna il ritorno sulle scene del cantautore abruzzese Paolo Tocco. A distanza di 5 anni da Anime sotto il cappello (album accolto positivamente dalla critica) e con oltre dieci anni di esperienza nel mondo della discografia come promoter e produttore, Tocco è pronto a scendere in campo con il nuovo disco Il Mio Modo di Ballare, uscita prevista per gennaio 2015.
Ad anticipare il nuovo lavoro discografico, che vede la collaborazione dell’intera squadra della Protosound Polyproject, il singolo “Aveva Vent’anni”, decisamente accattivante, frutto di un buon cantautorato italiano che si rispetti. Non è da meno il divertentissimo videoclip in cui non manca quel pizzico di originalità, semplicità e autoironia. Il video, a cavallo tra satira e ironia, una ballata leggera di musica italiana, è la storia di un omicidio passionale ben ragionato. Un lavoro che non passa di certo inosservato e che sicuramente ne sentiremo parlare per un bel po’ di tempo.
“Il Mio Modo di Ballare” che contiene 11 brani altrettanti interessanti come il singolo apripista è un prodotto che promette di emozionare, ma anche di mostrare il frutto di un prezioso artigianato sonoro che oggi, con la crisi ormai imperante in ogni ambito sociale e culturale, raramente si ha modo di sviluppare.
Aveva vent’anni, nuovo video, nuovo brano. È un’idea nata adesso oppure l’avevi in archivio?
«Aveva Vent’anni, come il resto dei brani del nuovo album, è stato scritto in due anni. È stato realizzato come un gioco e con molta calma, poiché il mio lavoro come promoter e produttore ha avuto la priorità. Un bel giorno ho scoperto di aver scritto ben 11 brani che mi piacevano particolarmente, da qui la scelta di realizzare il nuovo disco Il Mio Modo di Ballare.»
Il mio modo di Ballare esce dopo 5 anni da Anime sotto il cappello. Ha qualche filo conduttore con il lavoro precedente?
«Credo solo l’ingenuità nello scrivere. Anche questo è un album che nasce per gioco, proprio come il precedente. Nel disco Il mio modo di ballare a differenza del primo è prodotto da Domenico Pulsinelli. Questa volta abbiamo dato maggiore importanza all’aspetto tecnico, curando nei minimi particolari l’audio, gli arrangiamenti. Anche i testi sono diversi, da un punto di vista di maturazione. Spero vivamente che si riesca a notare la differenza tra i due album, anche perché un buon lavoro che si rispetti, che esce a distanza di 5 anni, deve dimostrare la fase di sviluppo, di crescita.»
Anni fa hai composto delle canzoni registrate nella tua casa di montagna, sono quelle che hai scelto in questo nuovo lavoro?
«Le canzoni contenute in questo lavoro discografico sono tutte nove, scritte negli ultimi due anni. Alcune addirittura sono nate durante la registrazione del disco.»
Con questo progetto discografico a cosa punti? È Semplicemente una passione oppure hai un obiettivo come’è giusto che sia?
«L’obiettivo principale è quello di pubblicizzare non solo l’album, ma in particolar modo il mio lavoro di promoter e produttore, attraverso il Premio Tenco, il Festival di Sanremo e qualsiasi altra vetrina mediatica in grado di valutare la musica italiana.»
Quindi Sanremo è nelle tue aspettative?
«A dirla tutta, non lo so ancora. Non è facile da prendere come decisone, anche se tutte le persone a me vicine, mi stanno incoraggiando a provare questa esperienza.»
Oltre 10 anni di intensa attività discografica come produttore e promoter, qual è la sensazione di mettersi in gioco con un proprio lavoro?
«C’è una cosa bellissima che ogni tanto cerco di sottolineare ed è la fortuna di vedere la medaglia da tutte e due le facce. Oggi, quando mi trovo a promuovere la musica di altri artisti, so quello che provano. Dalla banale ansia di vedere i “mi piace” aumentare sulla pagina di face book a quella di ricevere riscontri, riconoscimenti, leggere recensioni. Prima di vivere questa esperienza personale, proprio non riuscivo comprendere un artista sotto questo punto di vista.»