È approdata ieri su RAI 1, la trasposizione cinematografica del capolavoro di Eduardo De Filippo : Natale in casa Cupiello firmata da Edoardo De Angelis, autore anche della sceneggiatura con Massimo Gaudioso per celebrare il 120esimo anniversario della nascita del grande drammaturgo napoletano e i 90 anni della prima messa in scena della commedia nel 1931 al Teatro Kursaal di Napoli, oggi Cinema Filangieri.
Il film, prodotto da Picomedia in collaborazione con Rai Fiction con le musiche originali di Enzo Avitabile ha il seguente cast: Sergio Castellitto (Luca Cupiello), Marina Confalone (sua moglie Concetta), Adriano Pantaleo(Tommasino),Tony Laudadio (Pasquale Cupiello),Pina Turco(Ninuccia), Alessio Lapice(Vittorio Elia), Antonio Milo(Nicola Percuoco).
Ecco come il regista Edoardo De Angelis spiega a Gianni Fiorito il film: «Natale in casa Cupiello è una tragedia che fa ridere. Una casa distrutta e una famiglia in frantumi vengono tenute in piedi dall’ostinazione di Luca e dai suoi strumenti patetici: colla di pesce puzzolente e il sogno pulito del presepe. Abbiamo deciso di collocare il presente adattamento nel 1950, un anno emblematicamente sospeso tra la guerra e il benessere. Napoli è ancora ferita dalle bombe ma si sentono i primi vagiti di una classe media che si affermerà negli anni successivi; un anno sospeso tra distruzione e ricostruzione, proprio come il 2020».
Sergio Castellitto intervistato in diverse trasmissioni televisive per promuovere il film ha detto: «Luca Cupiello è un personaggio eroico che incarna la potenza dell’innocenza. Tutti lo credono un po’ tonto mentre invece lui ha capito tutto della sua famiglia disfunzionale. La sua domanda ricorrente: te piace ‘o presepio? potrebbe significare: mi vuoi bene? La commedia restituisce al Natale il suo significato più profondo: non solo un periodo di festa ma un luogo dello spirito». E alla domanda fatidica che tutti gli hanno rivolto ovvero: si è spaventato all’idea di vestire i panni di Luca Cupiello, un personaggio mirabilmente recitato ed entrato nella memoria collettiva con il volto e la fisicità di Eduardo, ha risposto: «Eduardo è inarrivabile. Avrei potuto spaventarmi se avessi osato una comparazione con lui. Con la complicità del regista ho costruito il personaggio a modo mio».
Tutti conoscono le vicende tragicomiche della commedia, rimaneggiata più volte dallo stesso Eduardo e portata per ben due volte in TV nel 1962 in bianco e nero con Pietro Carloni (nella vita il cognato di Eduardo avendone sposata la sorella Titina), Nina De Padova, Pietro De Vico, Carlo Lima,Enzo Petito e a colori nel 1977 con Pupella Maggio, Luca De Filippo, Lina Sastri, Marzio Honorato, Gino Maringola alla quale il pubblico napoletano si è particolarmente affezionato . Non c’è Natale a Napoli senza la visione di questa commedia al pari degli struffoli o dei susamielli o di altre prelibatezze culinarie. Tutta la famiglia si riunisce e si ride e si piange per le vicende narrate perché Eduardo sa mescolare sapientemente i toni tragici con quelli farseschi scarpettiani dando ai suoi capolavori quel retro gusto amaro. Anche Natale in casa Cupiello non si sottrae a questa consuetudine. I momenti comici possono essere rappresentati dalla lettura della lettera di Natale ai familiari o il furto delle scarpe e del cappotto di zio Pasqualino per rivenderli da parte di Tommasino mentre i momenti più tragici sono quelli relativi alla gelosia fondata di Nicolino nei confronti della moglie Ninuccia invaghitasi del giovane Vittorio o la scena finale di Luca che unisce le mani di sua figlia a quelle di Vittorio, scambiato per suo genero.
I personaggi della commedia emergono dal testo non come caricature della realtà ma come archetipi di un’umanità sofferente e spaesata dove il tratto connotativo risiede nell’isolamento comunicativo di Luca Cupiello con i suoi familiari che genera equivoci ed imbarazzi e porta alla tragedia. Proprio per questo la commedia è attuale ed i suoi contenuti universali. Tradurre tutto questo in un film rappresenta una scommessa aggravata dal fatto che a portarla in scena, in Italia, è stato sempre Eduardo con il suo volto scavato da rughe profonde e dalla mimica pulcinellesca della commedia dell’arte (o L’arte della commedia?) fatta di pause, silenzi, vibrazioni…
Le polemiche alla vigilia della messa in onda del film di De Angelis sono comprensibili in quest’ottica affettiva. Esse si sono tuttavia stemperate nel riconoscere la fedeltà del regista-sceneggiatore al testo (salvo per alcuni cambiamenti che forse non saranno neppure stati colti dal grosso pubblico es. la recita dell’Ave Maria o l’omissione della battuta di Luca : «Quando viene Natale, Pasqua , queste feste ricordevoli…Capodanno…allora ci rinuriamo…ci uniriniamo…ci rinuchiamo… ci riminiamo…Vengono e mangiamo insieme) e la bravura degli attori, in primis Sergio Castellitto in uno stato di grazia. L’incapacità di comunicare del personaggio e la sua visione di una realtà immaginata vengono restituite dall’attore romano senza forzature né sbavature rivelando una notevole tecnica attoriale nonchè un coinvolgimento emotivo, tenuto a freno dalla sapiente regia.
Marina Confalone, premio David di Donatello2019 con Il vizio della speranza, sempre firmato De Angelis, riesce con rara maestria a non far rimpiangere Pupella. La sua recitazione mette in evidenza il suo sguardo di madre verso gli errori della figlia e il suo attaccamento a Tommasino che per certi versi non vuole crescere e recidere il cordone ombelicale. Il suo personaggio parafulmine fatto di silenzi e di palpitazioni la confermano una grande attrice degna della grande tradizione napoletana: Dolores Palumbo, Tina Pica, Tecla Scarano, Regina Bianchi, l’immensa Titina…
La vera rivelazione del film è Adriano Pantaleo, un misurato e credibile Tommasino. Spesso i bambini prodigio impegnati in ruoli di successo quali Spillo in Amico mio o Vincenzino nel film Io speriamo che me la cavo di Lina Wertmuller, deludono da grandi. Pantaleo ha studiato recitazione, non è un attore improvvisato e i frutti di questo lavoro sono ben visibili nel film. Il suo è un personaggio che poteva facilmente slittare nella caricatura, difficilissimo da interpretare per i suoi ripetuti non mi piace e quell’unico sì finale.
Anche gli altri interpreti non sono stati da meno a incominciare da Alessio Lapice che abbiamo ammirato nel film Il primo re di Matteo Rovere e nella fiction televisiva Imma Tataranni-Sostituto procuratore nei panni di Ippazio Calogiuri che gli ha dato una grande popolarità. L’attore stabiese ha reso alla perfezione il suo ruolo di amico di Tommasino e di amante di Ninuccia, interpretato da una brava e talentuosa Pina Turco. Bravi e credibili anche il poliedrico Tony Laudadio (è anche scrittore,cantante e musicista) e Antonio Milo che vedremo prossimamente nella serie televisiva del Commissario Ricciardi per la regia di Alessandro D’Alatri.
Aspettiamo con ansia “Non ti pago” secondo film di questa trilogia dedicata ad Eduardo, sempre per la regia di De Angelis e come protagonista Sergio Castellitto.