Valentina Iannanone fa il suo esordio nel mondo della discografia con l’Ep dal titolo “Ad al voce” (Digiphonic Records). L’album è il frutto dell’esperienze vissute in prima persona dalla cantautrice campana. Quattro brani (“Ad Alta Voce”, “Liberi”, “Fuori”, “E Non Finisce”), in cui l’artista parla dell’amore, del rispetto per l’ambiente, della ricerca di una vita senza schemi e in piena libertà e della continua ricerca di quello che siamo.
“Ad alta voce” è il tuo ep di debutto. Un lavoro che arriva in un periodo particolare, pieno di incertezze. Cosa rappresenta per te questo lavoro?
«Un urlo di liberazione in tutti i sensi. La voglia di farmi sentire, di far arrivare le mie emozioni, i miei pensieri. Grido cambiamento inteso come voglia di migliorare il posto in cui viviamo».
Un disco ricco di contenuti sociali importanti come il rispetto per l’ambiente, la ricerca di una vita senza schemi e in piena libertà e la continua ricerca di quello che siamo. Come sono stati scelti i brani contenuti in questo album?
«Ogni brano dell’EP ha una sua storia, un suo percorso. Tutti, però, fanno parte dello stesso viaggio. E il leitmotiv che li unisce si coglie sicuramente da questa frase che vorrei arrivasse forte: “Se vuoi un cambiamento devi crearlo dentro. Abbi il coraggio di essere te stesso».
In liberi canti la voglia di spezzare queste catene assurde dettate dal sistema e il coraggio di essere liberi in ogni parte più profonda del proprio essere. Cosa rappresenta per te la libertà?
«Un valore che tutti dovremmo portare avanti e che nessuno dovrebbe mai toglierci. Libertà è seguire sé stessi fino in fondo senza aver paura di non sentirsi accettati».
Con il brano “E non finisce” hai vinto nel 2018 hai vinto il contest per cantautori indetto dall’Associazione DLiveMedia dell’Università degli Studi di Salerno, con Stefano D’Orazio, scomparso di recente, come presidente di giuria, che ti consegnò direttamente il premio. Che ricordi hai di quel momento e cosa ricordi di Stafano D’Orazio?
«Ricordo ancora adesso la sensazione quando terminai il brano per presentarlo al concorso. Mi sentivo stranamente soddisfatta… e dico stranamente perché di solito pretendo sempre di più e sono molto autocritica. Il mio istinto aveva ragione, invece. Quando mi nominarono per il premio, ancora incredula, mi scese una lacrima. Stefano si complimentò con me e mi disse di non mollare mai. Il sorriso, l’umiltà e la convivialità sono sue caratteristiche arrivatemi sin da subito».
Ti sei avvicinata alla musica a soli 5 anni, intraprendendo lo studio del pianoforte e, successivamente, del canto con il Maestro Francesco Ruocco. Cosa ricordi di quel periodo e cosa o chi ti ha nascere questa passione?
«Mio nonno suonava la fisarmonica e lo guardavo affascinata, ma la musica ha scelto di far parte della mia vita da sempre. È come quei grandi amori che arrivano e non sai spiegarti il perché…li vivi e basta».
Al momento stai studiando per conseguire la laurea in Popular Music Vocals alla University of West London e il diploma in composizione pop-rock al Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala” di Benevento. Quali sono i tuoi progetti per il futuro, dopo aver terminato gli studi?
«Continuare a formarmi e non smettere mai. Studio, competenza, passione, dedizione. Sono questi gli ingredienti quotidiani per realizzare i miei sogni».