L’aria del Natale segna il ritorno sulle scene di Valerio Scanu. Il brano inedito fa parte di Canto di Natale (su etichetta NatyLoveYou) disponibile in tutti gli store digitali e dal 4 dicembre nei negozi in formato fisico sia CD che DVD.
Ogni anno, dal 2012, durante le festività natalizie, Scanu ha proposto sul palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma un concerto-evento capace di accompagnare gli spettatori in un viaggio incantato alla scoperta della magia del Natale, con la partecipazione di grandi ospiti. Quest’anno a causa dell’emergenza sanitaria che il Paese sta attraversando, l’artista ha voluto regalare ai suoi fan e a tutte le persone che amano questo periodo dell’anno, un progetto molto speciale, l’album e il film che ne racconta il viaggio, con la collaborazione straordinaria di Remo Girone e Massimo Lopez.
Per l’occasione abbiamo intervistato Valerio Scanu.
Esce oggi “Canto di Natale” l’album e il film. Ce ne vuoi parlare?
«Questo è un progetto nato inizialmente per ovviare al fatto che quest’anno per motivi a tutti noti, non si sarebbe potuto fare il mio concerto di Natale, che dal 2012 era una tradizione. Ad agosto quando vidi la mala parata iniziai a pensare a qualcosa che potesse sostituire il concerto e mantenere la tradizione. Inizialmente pensai ad un concerto da tenere in casa, ma un amico mi suggerì l’idea di realizzare qualcosa di diverso che potesse raccontare il Natale. In questo lungometraggio musicale ho voluto raccontare il Natale. L’idea parte dal musical da cui è stato estrapolato anche l’album, che contiene dei classici natalizi e l’inedito L’aria del Natale».
Ad accompagnarti in questo racconto natalizio due grandi personaggi del mondo dello spettacolo, Remo Girone e Massimo Lopez.
«Massimo Lopez è la voce narrante del film. Remo Girone rappresenta lo spirito del Natale, colui che mi guida all’interno di questo percorso di vita, alla ricerca del Natale, che non è semplicemente alberi e luci, presepi e decorazioni, ma è un cammino interiore per trovare il Natale. Quello che succede in questo periodo è un po’ il resoconto di quello che abbiamo costruito durante l’anno».
“Canto di Natale” raccoglie alcune delle più belle canzoni natalizie di fama internazionale, a cui si aggiunge appunto “L’aria del Natale”. Com’è avvenuta la scelta dei brani?
«È stata scritta una storia e poi in base alla storia sono stati scelti i brani che magari sono anche un po’ insoliti come Rudolph The Red Nose Reindeer, poi ovviamente c’è anche Jingle Bells, White Christmas. Ad esempio Jingle Bells, per quanto sia un brano natalizio, non lo avevo mai cantato in quasi dieci anni di concerti. L’inedito L’aria del Natale vuole essere la ciliegina sulla torta, il lieto fine di un racconto che porta a riflettere sull’interiorità di noi stessi, ma allo stesso tempo è anche un lieto fine che mi sento di augurare a tutti per questo Natale».
Cosa rappresenta per te il Natale?
«Il Natale rappresenta tante cose soprattutto condivisione, famiglia. Per me è un po’ la chiusura di quello che si è costruito in un anno. Il Natale un pizzico di malinconia la mette, perché ti ricordi quando eri più giovane, in cui c’erano tutti e adesso iniziano ad esserci dei Natali dove qualcuno manca all’appello e ti viene quella sorta di tristezza».
Il singolo L’aria del Natale s’impreziosisce della partecipazione del coro di voci bianche del Laboratorio Musicale di Badesi. Com’è nata l’idea?
«Quando pensai a questo progetto chiamai Gabriele Oggiano, un mio carissimo amico, e gli parlai del progetto chiedendogli un inedito che avesse il sapore del Natale, con le campanelline e il coro dei bambini. Dopo neanche due giorni mi manda il primo provino ed è stato amore al primo ascolto. È stato lui a dirigere il coro, a scrivere il brano e ad arrangiarlo, io mi sono limitato a cantarlo».
Prima si parlava del concerto-evento proposto ogni anno nel mese di dicembre dal 2012 sul palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Quest’anno tutto questo non sarà possibile. Cosa prova un artista a dover stare lontano dal palcoscenico?
«Io cerco sempre di tenermi impegnato, di fare sempre qualcosa, uno perché altrimenti mi attaccherei al frigo e due perché sono una persona che si annoia e quando non ho nulla da fare diventa tutto un po’ più complicato. Confido nel fatto che si ritornerà alla normalità, sicuramente non è facile, non tanto per me, ma sicuramente per le persone che lavorano dietro le quinte. Speriamo che la situazione si riassesti quanto prima».
C’è un brano a cui sei legato sin da bambino che hai scelto per questo lavoro?
«Sicuramente Winter Wonderland che è un brano che cantavamo all’elementari. È un brano che non ho mai presentato dal vivo ma che ho voluto inserirlo in questo lavoro discografico».
A parte questo progetto natalizio, in questo periodo hai lavorato anche ad altri progetti?
«Onestamente no. Ho ascoltato diversi inediti, quelli sono sempre ben accetti. Al momento, però, mi sono voluto concentrare su questo lavoro che, per fortuna, mi ha tolto molto tempo».
Nel 2010 vinci il Festival di Sanremo con il brano “Per Tutte Le Volte Che…”, e nel 2016 torni nuovamente sul palco dell’Ariston con il brano scritto da Fabrizio Moro “Finalmente piove”. Solitamente si dice non c’è due senza tre. Ci sarà un tuo ritorno sul palco dell’Ariston?
«Ma speriamo di sì. Per il momento i progetti futuri non sono stati ancora definiti, però non mi dispiacerebbe fare il mio ritorno sul palco dell’Ariston».
Un messaggio che vuoi lanciare a tutti coloro che ti seguono…
«Dobbiamo farci forza e tenere duro! Questo progetto è un regalo che ho voluto fare a tutti i miei fan, a tutti quelli che mi sostengono. Spero, attraverso la mia musica, di poter allietare e di regalare loro un sorriso, un filo di speranza».