Il nuovo progetto discografico di Mina è Italian Songbook, concept antologico che raccoglie le più belle canzoni italiane di sempre interpretate dall’artista cremonese. I primi due volumi si intitolano Cassiopea ed Orione e contengono non solo i grandi successi di una carriera ineguagliabile ma anche numerose cover e due brani inediti: Un tempo piccolo di Franco Califano e Nel cielo dei bars di Fred Buscaglione.
Questa la tracklist: Cassiopea (Anche un uomo- La lontananza-Vento nel vento-Oro/La canzone del sole-I migliori anni della nostra vita-Canzoni stonate- Fortissimo-Volami nel cuore- Con te sarà diverso-Compagna di viaggio-Volevo scriverti da tanto- L’uomo dell’autunno- Un tempo piccolo); Orione (Parlami d’amore Mariù- Io domani-Una lunga storia d’amore- L’importante è finire- il cielo in una stana-Che m’importa del mondo- va bene va bene così- Amara terra mia- Ricominciamo- Almeno tu nell’universo-portati via- Questa canzone- La sola ballerina che tu avrai- Oggi sono io- Nel cielo dei bars).
Italian Songbook verrà pubblicato in digipack e doppio vinile colorato ed è già disponibile in pre-order on line in attesa di uscire ufficialmente il 27 novembre 2020. Le copertine, dove prevalgono i colori blu e rosso, sono di Mauro Balletti e Gianni Ronco.
Noi di Mydreams abbiamo assistito alla conferenza stampa di presentazione in streaming con la partecipazione di Massimiliano Pani e di numerosi giornalisti, in particolare Massimo Bernardini che ha illustrato il progetto ed Andrea Mignardi che ha rivestito il ruolo di moderatore.
Italian Songbook nasce dall’esigenza di far conoscere alle nuove generazioni Mina, l’interprete per antonomasia della canzone italiana. È un progetto quindi di recupero, di riscoperta e di riordino dello sterminato firmamento di canzoni, circa 1400 in 116 album, qualcuno introvabile, che Mina ha inciso. Accanto a brani famosissimi entrati nella storia della musica italiana ci sono altri meno noti forse perché proprio oscurati dal successo degli altri. Proprio per questo Mina ha voluto reinterpretarli anche con nuove sonorità inserendo due inediti per ciascun volume. Come tutti sanno la tigre di Cremona si è ritirata a Lugano in un isolamento produttivo, dettato dalla sua voglia di libertà e non c’è mai stato un ripensamento per questa scelta così radicale e controcorrente. Mina è sempre accanto al suo pubblico con le sue canzoni, con la sua voglia di sperimentare nuovi sound e di scoprire e collaborare con nuovi talenti della musica.
Massimiliano Pani risponde ad alcune domande.
Quale è stato il criterio adottato nella scelta dei brani che formano i primi due volumi di questa antologia?
«Mina si è fatta condurre in questa impresa dal solo criterio possibile: la sua libertà. Ha inciso nuovamente soltanto le canzoni che le piacciono e che hanno lasciato un segno nella sua storia personale ed in quella dei suoi tanti estimatori. In particolare le ha fatto piacere ricantare alcuni brani oscurati da altri che hanno ottenuto una maggiore visibilità nel tempo»”.
Possiamo considerare questi primi due volumi dell’antologia un viaggio nel pop di qualità?
«Sotto certi aspetti certamente. Mina, quando chiuse con la TV scelse dei collaboratori di talento (Ferrio-Valli-Selloni-Galino-Moriconi-Rea) e volle lavorare con loro. Mi ricordo che Rea aveva appena 21 anni e continua a lavorare con Mina e per Mina. Tutti sono al servizio di Mina!».
Nei due dischi c’è anche la tua storia personale di arrangiatore, vero Massimiliano?
«Si, certamente ed anch’io desidero correggere alcune cose che ho fatto e che magari, a risentirle oggi possono apparirmi un tantino superate o poco riuscite».
Nel corso degli anni c’è stata un’evoluzione vocale di Mina? Sembra che lei rifiuti di mettersi comoda e di prendere registri che non le appartengono.
«Lei non cerca pezzi alla Mina. Il cambio di registro è in quello che canta. Si può usare anche poca voce e lei si diverte ad andare in direzioni diverse nello sperimentare nuovi generi musicali».
Come fa Mina a ricercare una perfetta ambientazione sonora?
«Lei cerca di mettere più cose in un disco, di diversificarlo dagli altri con un mix di stili diversi e costringe tutti ad ascoltarla. La varietà è la sua cifra stilistica».
I due brani inediti Nel cielo dei bars e Un tempo piccolo sono stati incisi di recente?
«Si, nel 2020, poco prima del lockdown».
Molti testi sono al limite del politicamente corretto. A Mina piace provocare?
«Lei ha sempre riposto massima fiducia in chi aveva coraggio e grande rispetto per gli autori di un brano. La sua vita è ricca di scelte coraggiose, a partire dall’avere avuto un figlio con un uomo sposato. Non vorrei essere irriverente ma ha dimostrato di avere le palle. Quando ha fatto STUDIO 1 era una ragazza di appena 23 anni. Chi affiderebbe ora un programma così ad una quasi sconosciuta? Mina è provocazione e follia. Faccio quello che voglio! Una donna sorprendentemente coraggiosa e non solo per quei tempi».
Cosa pensa Mina dello scenario musicale italiano attuale?
«Mina ascolta di tutto. Io ho un figlio di 16 anni che studia il sassofono e lei gli fa ascoltare tanta musica. Di tutto».
Anche brani che non fanno parte della tradizione italiana?
«Certo. Soprattutto».
Qual è la posizione di Mina circa la crisi dello spettacolo dovuto alla pandemia? Darà un aiuto concreto ai lavoratori di questo settore?
«È un periodo triste e difficile per tutti. Lei segue ed ascolta tantissimo la musica che è stata prodotta durante questo periodo di riposo forzato. Non tutta la musica che è stata prodotta è di qualità. Una cosa che mi ha colpito è stata una canzone di Fabio Concato. Sicuramente Mina non farà nulla on line come fanno in tanti ma è vicina a tutti quelli che si occupano di spettacolo».
Mina ha mai interpretato un brano pensando a te, suo figlio?
«Penso e spero proprio di no».
Cosa rappresenta per Mina la canzone napoletana e perché una canzone di Fred Buscaglione?
«Per Napoli Mina ha un amore totale. La canzone napoletana è il melodramma stesso portato a tutti. Lei ha bisogno di quel repertorio che le consente di piangere, di ridere e di muovere tutte le corde. Per quanto riguarda la canzone di Buscaglione lei se la ricordava e l’ha voluta incidere. Ha sempre amato il genere di Fred. Lei ha una memoria musicale pazzesca, sarebbe un grande direttore artistico per qualsiasi tipo di manifestazione musicale».
Mina guarda i Talent?
«Lei a volte li guarda come guarderebbe una soap opera che ha la musica di sottofondo. I giovani che vi partecipano sono quasi sempre strumentalizzati. Non ci sono alternative per far crescere nuovi talenti e questi programmi si riducono a una vetrina».
I due inediti sono di due autori, Califano e Buscaglione, scomodi e dalle vite stracciate, dissipate. Mina ha subito la fascinazione dei testi?
«Penso di sì e ha una grande passione per entrambi. Non dimentichiamo l’album Frutta e verdura con tutte canzoni di Califano, inciso negli anni ’70. Mio padre Corrado era molto amico di Franco Califano ma non posso raccontare molto perché ero troppo piccolo. Nelle sue canzoni vi è un misto di profondità e di leggerezza».
Ascoltando i brani contenuti nei due volumi si assiste ad una reinvenzione dei pezzi e si notano alcune cose che nell’originale non c’erano. È vero?
«Si, certo. Per esempio ne La voce del silenzio ci sono delle nuove sfumature togliendo gli archi che lo datavano. Mina è la discografica di se stessa e sa scegliere un brano che merita una seconda vita».
Perché il nome di Orione e Cassiopea ai primi due volumi?
«Sarò sincero, per non chiamarli banalmente volume 1, volume due, volume 3….».
Quanti brani vengono proposti a Mina ogni anno?
«Circa 3000. Li inventariamo e classifichiamo per anno. Mina è in ritardo: sta ascoltando ancora quelli di due anni fa».
C’è la speranza di rivederla?
«Lei è vicina al suo pubblico con le sue canzoni. Non credo che lo farà mai. È stata sempre coerente con questa sua scelta. Quando si è ritirata lo ha fatto perché c’era un’idea ormai stereotipata di Mina che non la rappresentava più».
Possiamo dire che questo progetto è una sorta di enciclopedia della canzone italiana rivolta soprattutto alle nuove generazioni?
«Volendo sì. Io spesso dico che mia madre è la più famosa sconosciuta d’Italia. I tanti filmati che vengono trasmessi ce la mostrano come era. Ma cosa ha fatto poi Mina? Ecco noi vogliamo dare con questa antologia una risposta a questo interrogativo. La dimensione del suo lavoro è enorme e vogliamo che anche le nuove generazioni la conoscano bene attraverso la musica».
Quanti brani sono stati proprio risuonati?
«Fortissimo, Almeno tu nell’universo, Canzoni stonate, Io domani, Una lunga storia d’amore».
Ci sarà a breve un altro disco di inediti? Si parlò di Mina in veste di Direttrice Artistica del Festival di Sanremo?
«Per il momento nessun album di inediti. Nessuno della RAI ha mai chiamato mia madre».
Quali artisti italiani ascolta Mina?
«Mina ascolta di tutto. È molto curiosa. Recentemente ha collaborato con Mondo Marcio».
Si prevedono collaborazioni con artisti internazionali?
«Per il momento no».
Ci sarà un disco di duetti?
«Mina in passato ha duettato con molti artisti: Daniele, Celentano, Baglioni, Dalla, Battisti, Fossati, Giorgia, Agnelli… Sarebbe bello farlo con brani inediti».
Qual è la percezione del fenomeno Mina all’estero?
«Nel mondo latino è considerata una grandissima cantante. Non fare TV, non tenere concerti, non fare promozione ai suoi dischi sono cose che l’hanno un po’ penalizzata».
È vero che Mina canta un brano solo 2 volte? Litighi con tua madre?
«Parlo di Mina soltanto come artista. Si è vero soltanto due volte. Lei vuole far pervenire a chi l’ascolta un’emozione e pertanto registra a caldo. Se si comincia a pulire il brano, ad analizzarlo in ogni sua parte, l’emozione svanisce».
Ti risulta che tua madre a 36 anni voleva iscriversi alla facoltà di medicina? Pensi che sia stanca di cantare?
«Non te lo so dire, non lo so. Non è affatto stanca di cantare ed ha un orecchio musicale pazzesco. Ricordo che Gianni Ferrio arrangiò Michelle dei Beatles. Paul Mc Cartney inviò un telegramma per congratularsi con lui e con Mina. Mia madre disse solo carino buttò il telegramma».
Mina si rivede in TV? Come giudica quei 20 anni passati sotto i riflettori?
«Cambia subito canale. Non è per niente auto celebrativa. Lei è più forte del suo personaggio pubblico. Lei non parla del suo passato volentieri. Preferisce parlare degli altri e parlarne bene».