Di Stefano D’Orazio, volato in cielo venerdì sorso, oggi lunedì 9 novembre si celebra il funerale: la cerimonia si è svolta in forma privata, presso la Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma.
Il feretro è arrivato in Piazza del Popolo dopo un corteo partito alle ore 14:40 dal Campidoglio, passato per via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, via del Corso, via del Tritone, piazza di Spagna e via del Babuino.
Lui che non era solo lo storico (dal 1971) batterista dei Pooh (da quando aveva sostituito Valerio Negrini che aveva deciso di essere solo l’autore della band), ma era anche paroliere, cantante e responsabile della parte finanziaria e manageriale del complesso. Era soprattutto molto amato da Red Canzian, Roby Facchinetti e Dodi Battaglia che hanno scritto in un post: ‘Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita’. In una società in cui si stanno sgretolando i valori veri della solidarietà fraterna, della famiglia e delle cose durature nel tempo, i Pooh, soprattutto per i tanti fan, rappresentavano e rappresentano, infatti, ancora una testimonianza di questi valori: colleghi nel lavoro, ma anche tra loro fortemente legati, proprio come una vera famiglia, come fratelli, che attraverso le loro canzoni hanno fatto innamorare, sognare e sperare gli italiani di tutte l’età.
Stefano, amico di tutti, solare e sempre pieno di quella energia bella che da sempre contraddistingue un gruppo musicale tra il più longevi d’Italia, ci lascia a 72 anni, era ricoverato da una settimana poi venerdì la triste notizia che il covid lo ha portato in cielo. Un lungo fine settimana dedicato a lui, ai ricordi che amici hanno commentato con affetto e grande amore commuovendo tutti: mondo dello spettacolo e non solo.
Stefano è stato un uomo positivo e generoso fino all’ultimo dei suoi giorni, ricordiamo infatti che durante il lockdown aveva scritto un singolo a quattro mani con Roby Facchinetti dal titolo “Rinascerò Rinascerai” (che oggi conta oltre 16 milioni di visualizzazioni su Youtube), i cui proventi ricavati dalla vendita sulle piattaforme musicali sono stati destinati all’Ospedale papa Giovanni XXIII di Bergamo, ancora in prima linea nella lotta al Coronavirus. Quello stesso male che oggi lo ha portato in cielo, come lui stesso canterebbe, in quel cielo blu sopra le nuvole.