Debutta al Teatro Sannazzaro di Napoli Unalampa, un’invettiva scritta e diretta da Roberto Azzurro, anche interprete insieme con Fabio Brescia, presentata da Esmeralda s.r.l. (in scena fino a dom. 23 Nov.).
Unalampa è un’imprecazione tipicamente partenopea che suggerisce alla persona o gruppo di presone o di cose imprecato di incendiarsi simultaneamente in un falò di purificazione universale. Significativo è che questo sproloquio a due voci sia stato concepito da Roberto Azzurro durante un ingorgo stradale durato un’ora e mezza. Ingorgo che non poteva che verificarsi nella “città più bella del mondo”: Napoli. Partendo da questo episodio di vissuto (purtroppo) quotidiano, ecco dipanarsi un’invettiva tagliente, ironica, amara contro Napoli e i Napoletani, che sempre più spesso sembrano farsi vanto dei loro comportamenti incivili. Quasi fosse una cosa che connota positivamente un popolo. Suddiviso in sette canti, che rimandano ai gironi infernali danteschi, l’invettiva si fa sempre più aspra, audace e nulla perdona a una città che è al tempo stesso bella e invivibile, “un paradiso abitato da diavoli”. Non a caso il terzo canto di Unalampa è dedicato a tutti coloro che, nel bene e nel male, hanno scritto di Napoli: da Croce a Wharol, da Malaparte a Patroni Griffi, da Ortese a Moscato. Un coro di voci illustri ma non univoche che sembra confermare l’amore e l’odio che Azzurro urla al pubblico e a se stesso. Un’invettiva in cui anche le più belle canzoni della tradizione assumono un che di malinconico, perché evocanti una “armonia perduta“, per dirla à la La Capria. O forse un’armonia che non è mai esistita.
Bravissimi i due interpreti, Roberto Azzurro e Fabio Brescia che, in un fiume di parole, divertono e fanno riflettere, quasi che fossero l’incarnazione della lava tanto invocata dello “sterminator Vesevo“. Uno spettacolo che va visto, per pendere coscienza di chi siamo.
Bello ed urticante.