Ultimo appuntamento con il cinema d’autore su Raiplay. Dopo Magari di Ginevra Elkann, Bar Giuseppe di Giulio Base, Abbi fede di Giorgio Pasotti, Lontano Lontano di Gianni Di Gregorio, Otzi e il mistero del tempo, Dafne di Federico Bondi la rassegna termina in bellezza con il film Un giorno all’improvviso, opera prima del regista Ciro D’Emilio con Anna Foglietta, Giampiero De Concilio, Massimo De Matteo, Lorenzo Sarcinelli, Fabio De Caro Biagio Forestieri, Giuseppe Cirillo.
Presentato alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia sezione Orizzonti e al Giffoni Film Festival sezione Parental Experience, ha visto Anna Foglietta vincitrice del Nastro d’argento come Migliore attrice protagonista e la candidatura di Ciro D’Emilio come Migliore regista esordiente.
Ambientato in un piccolo paesino campano il film racconta il rapporto tra Miriam (Anna Foglietta) e suo figlio adolescente Antonio (Giampiero De Concilio), entrambi abbandonati da Carlo (Fabio De Caro), un uomo privo della “vocazione” di marito e di padre. Miriam non ha mai superato questo abbandono tanto da sviluppare una forte depressione. Antonio provvede a tutte le sue necessità e trascorre il suo tempo tra la pompa di benzina dove lavora, il campo di calcio e un piccolo orto di famiglia dove coltiva frutta e ortaggi. Ha due soli amici Peppe (Giuseppe Cirillo) e Stefano (Lorenzo Sarcinelli) e un sogno: diventare un grande calciatore. Il talent scout Michele Astarita (Massimo De Matteo), sempre a caccia di nuovi talenti, vede in Antonio una promessa del calcio e vuole fargli fare un provino per portarlo nella Primavera del Calcio Parma. Per il giovane tale possibilità rappresenta un’occasione imperdibile per ricominciare una nuova vita insieme alla madre. Il finale del film apre uno scenario a diverse interpretazioni.
Ciro D’ Emilio, pur essendo al suo primo lungometraggio, affronta con lucidità diversi temi complessi: l’abbandono e le sue conseguenze psicologiche durante l’età evolutiva, il rapporto problematico di un figlio con una madre psicolabile, un’adolescenza “rubata” e non vissuta da Antonio per le responsabilità che gravano sulle sue spalle, una voglia profonda di riscatto sociale attraverso il calcio. Tutto questo viene raccontato nel film con una leggerezza ed una vena poetica degna di Ken Loach al quale lo stesso regista ha detto di ispirarsi.
La cinepresa indugia sui volti dei protagonisti con intensi primi piani e rende vere le atmosfere del piccolo centro campano dove sono ambientate le vicende dei protagonisti.
Anna Foglietta interpreta con grande intensità emotiva il ruolo della madre e Giampiero De Concilio con altrettanta bravura le ansie ed i timori di un ragazzo cresciuto troppo in fretta. Anche il suo sogno di diventare un calciatore non nasce per la sete di guadagno o per ricercare fama e popolarità. Antonio è concreto, maturo, affidabile e consapevole che ogni sua scelta cambierà anche la vita di sua madre e forse anche il suo rapporto con lei fatto di rispetto e tenerezza.
I toni del film sono essenziali e senza sbavature. La storia raccontata è coinvolgente per l’ottima interpretazione di tutti gli attori.
Siamo in attesa di un secondo film che confermi le doti non comuni di sceneggiatore e regista di Ciro D’Emilio con la certezza che non resteremo delusi.