“La Libertà” (Etichetta discografica Candle Studio Srl – distribuzione Artist First) è il primo singolo di Renza Castelli estratto dal nuovo album della cantautrice toscana che uscirà in inverno. La giovane artista, tra i concorrenti della dodicesima edizione di X-Factor Italia, si avvicina alla musica intraprendendo lo studio della chitarra classica e del canto. Inizia l’attività concertistica in giovane età, partecipando a numerosi seminari di formazione, tra cui quello all’Acoustic Guitar meeting di Sarzana. Nel 2017 arriva finalista al Tour Music Fest e vince il Premio Mogol, direttamente consegnato dal Maestro, che include anche la borsa di studio per frequentare i corsi della sua Accademia CET. In questo periodo, oltre all’attività concertistica che la vede partecipe in numerose collaborazioni ed esibizioni in tutta Italia, Renza Catelli è impegnata nella realizzazione del suo primo album che include i due singoli di imminente uscita: “La libertà” e “Sai che c’è”.
Da qualche settimana è uscito “La libertà” il tuo primo singolo, un brano che anticipa i tuoi prossimi progetti musicali. Com’è nato e cosa rappresenta per te questa canzone che fa da apripista all’album in uscita in inverno?
«La libertà è un brano a cui sono particolarmente legata, è il “primo figlio”, nato dopo un periodo non proprio semplice ma sicuramente molto utile. Ho cercato di raccontare la sensazione che si prova quando finalmente riusciamo a guardarci per quello che siamo, dentro e fuori dai nostri difetti e dai nostri pregi, come il buio e la luce che insieme fanno parte di un’intera giornata».
Che significato dai alla parola “libertà”?
«La libertà è il regalo più bello che possiamo farci e che dobbiamo pretendere da noi stessi».
Oltre al singolo “La libertà” è in programma per l’estate anche l’uscita di “Sai che c’è”. Ci parli di questo brano?
«“Sai che c’è” è il secondo singolo che uscirà a fine luglio e che farà parte dell’album. È una storia che ho in parte sognato e in parte vissuto, e che ognuno di noi sono certa abbia almeno una volta nella vita sperimentato; la situazione in cui ci si trova bloccati dall’indecisione altrui e dalla non comunicazione. Si può associare questa sensazione a più di una circostanza, amore, famiglia: credo che valga per ogni rapporto sociale che possiamo intraprendere. “Sai che c’è?” è una domanda implicita che sottintende “fai come ti pare ma io la mia te la dico lo stesso».
Uno dei tuoi fan più affezionati è senza dubbio tuo padre, poiché negli anni ha sognato e sperato che tu potessi realizzare il sogno di esprimerti con la voce. Quanto ha influito il sostegno di tuo padre nella tua crescita artistica?
«Beh tra i fan più affezionati c’è sicuramente mio padre ma la cosa bizzarra di questa mia vita è che il suo sogno era quello che io cantassi e invece purtroppo non è mai riuscito a vederlo nella vita terrena. Avevo 5 anni quando è morto ma in qualche modo so che l’energia di quella volontà e di quel sogno mi sta accompagnando in questo mio viaggio, un sogno nel sogno che però è realtà».
Cosa puoi dirci sulla tua attività concertistica?
«Riprendere i live dopo il periodo di costrizione che abbiamo passato è, credo, una delle imprese più ostiche di questo 2020, ma non impossibile. Abbiamo dovuto posticipare l’uscita del singolo “La libertà” proprio perché impossibilitati a completare la produzione del videoclip e questo ha ridotto il tempo a disposizione per le esibizioni e a fine luglio è prevista anche l’uscita del secondo brano. Ad ogni modo, in mezzo a tutti i problemi derivanti dal Covid, stiamo provando a organizzare un po’ di live perché mi manca veramente tanto il contatto con le persone e….chissà che fra poco non vi dica quando».
Nel 2017 hai vinto il Premio Mogol, direttamente consegnato dal Maestro. Cosa ricordi di quell’esperienza?
«Mi sono aggiudicata il premio in una serata particolare, in una circostanza altrettanto particolare. Ricordo benissimo le sensazioni: avevo portato una cover dei Coldplay convinta (sbagliando) che cantare una canzone in inglese avrebbe ridotto le probabilità di vincere, e invece… Stavo per uscire a fumare per poi scappare convinta di non essere stata all’altezza e di non avere fatto abbastanza. E invece no! Mi vennero a fermare e a trascinarmi sul palco del Piper con il Maestro Mogol pronto a consegnare direttamente il premio, accompagnato poi da bella ed energica stretta di mano. Che grinta!»
Dai tuoi esordi ad oggi qual è stata l’esperienza più significativa nella la tua carriera?
«Sono tanti i momenti salienti o esilaranti che compongono il puzzle della mia vita. Se dovessi sceglierne uno particolarmente decisivo, è stato quello in cui decisi di non tornare a casa la mattina del provino a X-Factor che feci a Milano. Ho sempre sofferto un po’ della sindrome del “tanto che ci sto a fare qui”, ma con coraggio e tanta pazienza sotto il sole di fine aprile decisi di rimanere, l’ultima della fila, provinata poi nel tardissimo pomeriggio. La storia di com’è andata, poi, la sapete già 😉 Posso dire che l’esperienza più significativa è stata prendere coscienza di quanto la percezione di noi stessi sia spesso errata semplicemente perché a volte prestiamo meno attenzione a ciò che sta dentro di noi».
Cosa sogna Renza Castelli per il suo futuro?
«Il futuro, da definizione, è ciò che sarà, ciò che deve ancora venire. È in definitiva sempre la responsabilità di un impegno da mantenere con noi stessi. Mi piace programmare e progettare le cose da fare senza però perdere di vista la vita nel presente, attimo dopo attimo. Cerco di fare di tutto perché nel mio futuro possa essere orgogliosa e soddisfatta di me stessa, cercando di conquistare quanta più serenità possibile, nonostante gli inevitabili ostacoli che ho incontrato e che incontrerò. Ogni giorno è una montagna da scalare e non ci è dato sapere quanto sia grande la parete o insidioso il percorso, o ancora quale vista ci troveremo di fronte. L’importante è poter arrivare in fondo con consapevolezza e guardandosi indietro essere felici per aver dato il massimo».