“Stati uniti mai” (con l’etichetta Piuma Dischi, edizioni Curci e distribuito Universal Music Italia) è il nuovo singolo del giovane cantautore e chitarrista comasco Jurijgami. Il brano, scritto da Jurijgami a quattro mani con l’autore Andrea Bonomo racconta del primo amore che non si scorda mai: “soprattutto se lei di punto in bianco decide di lasciarti per volare negli Stati Uniti. Con Jurijgami (voce e chitarre) hanno collaborato Riccardo Bruno (batteria), Marco Mariniello (basso), Antonio Chindamo (pianoforte) e Alessandro Cirone (tastiere). Mix a cura di Raffaele Stefani (FM Studio) e mastering di Giovanni Versari (La Maestà).
“Stati Uniti Mai” è il titolo del nuovo singolo uscito da qualche giorno. Una canzone scritta a quattro mani con l’autore Andrea Bonomo che racconta del primo amore che non si scorda mai. Com’è nata l’idea di questo brano?
«L’idea nasce da un’esperienza reale, dal mio primo amore e ciò che racconto è realmente accaduto, la ragazza che è andata negli Stati Uniti esiste davvero. La collaborazione con Andrea Bonomo è stata fondamentale, è un grandissimo autore e la sua intuizione del ritornello “E allora vai..” ha reso il pezzo veramente forte».
“Stati uniti mai” insieme ad altri otto brani anticipa il nuovo album in uscita il prossimo autunno. Ci puoi anticipare qualcosa? Ci saranno delle collaborazioni?
«Nell’album ci saranno cinque nuovi brani e una cover, non ci saranno collaborazioni oltre al feat con Doro Gjat “Pietra” ma comunque sarà un disco pieno di spunti interessanti, sia sonori e sia tematici, con un’impronta stilistica molto originale. Non vedo l’ora di farvi sentire il resto dei pezzi!»
Ci sarà un prossimo singolo prima dell’uscita dell’album?
«No, Stati Uniti Mai è l’ultimo singolo in attesa del lavoro completo».
Nel 2019 con il “Tour de Frangia” hai toccato tappe importanti come il Big Bang Music Fest, l’Eat Sound Festival, Linoleum @Rocket Milano, This is Indie @Magazzini Generali Milano, concludendo con l’apertura del concerto di Calcutta a La Madeleine di Bruxelles. In questo periodo così particolare e difficile per la musica, cosa si prova a stare lontani da palco e non poter cantare e suonare in presenza di un pubblico?
«Sicuramente molta tristezza, un senso costante di vuoto. Il palco per un musicista penso sia tutto e per di più la musica senza il contatto umano dei live perde tutta la sua essenza. È stato un periodo buio per tutti ma sono certo che tornerà tutto come prima, anzi, la gente avrà maggiore consapevolezza e saprà apprezzare ancora di più la potenza dei concerti, dopo che per mesi è stata costretta a farne a meno».
Cosa ricordi particolarmente della tua ultima esperienza live?
«Mi ricordo come se fosse ieri i cinque minuti prima dell’apertura al concerto di Calcutta a Bruxelles. Ero dietro al palco, da solo, in attesa dell’ok del fonico. I secondi non passavano mai e quando hanno spento la musica in sottofondo il boato del pubblico mi ha letteralmente fatto tremare le gambe. Una volta salito sul palco l’impatto emotivo è stato devastante; dopo i primi 2 minuti di assestamento è stata una goduria totale. Serata indimenticabile».
Nel 2018 ti sei calato anche nei panni di attore, oltre che cantante, partecipando nel musical “Superstars” scritto e diretto da Paolo Meneguzzi e Simone Tomassini, in cui il tuo ruolo era quello di Bob Dylan. Ti è piaciuta quell’esperienza la rifaresti?
«Quando mi era stata proposta la parte ammetto di essere stato tutt’altro che convinto di volerla fare, pensavo fosse qualcosa completamente fuori dalle mie corde. In realtà poi l’esperienza si è rivelata veramente bella, soprattutto formativa, il contesto del musical è in grado di farti crescere artisticamente a 360 gradi. Entrare nei panni di Bob Dylan, personalità diametralmente opposta alla mia, è stata una bella sfida, sicuramente lo rifarei».
Figlio di musicisti, oltre a suonare con diversi gruppi della zona, hai seguito tuo padre tra palchi e backstage. Quanto c’è di tutto questo nella tua crescita artistica?
«C’è tantissimo. La passione per la musica parte tutta da mio padre ed è grazie a lui se negli anni sono riuscito a mantenere motivazione e costanza. Il suo supporto come anche tutti i suoi consigli stanno aiutando positivamente la crescita del progetto; mi piace pensare che i risultati che stiamo ottenendo ora siano frutto del lavoro iniziato da mio padre molti anni fa e che nel mezzo ci sia stata una sorta di “passaggio del testimone”».
Dai tuoi esordi ad oggi qual è stata l’esperienza più significativa?
«Senza ombra di dubbio l’apertura del concerto di Calcutta a Bruxelles».
Il videoclip che accompagnerà il brano è stato prodotto da RKH Studio per Piuma Dischi con la regia e il montaggio di Andrea Dipa (Direttore di produzione: Roberto Chetti). Il videoclip è stato girato in RED Digital Camera presso gli studi di RKH – Torino.