È in rotazione radiofonica e disponibile in digital download Non succede quasi mai, il nuovo singolo estratto dall’ Ep di Cabrio, in uscita nei prossimi mesi. Il brano è stato scritto da Marcello Ubertone e il video che lo accompagna è stato realizzato in pieno lockdown con il contributo di molti amici che, su invito dello stesso Cabrio, si sono autoripresi in momenti casalinghi divertenti e bizzarri. Angelo Soraci, in arte Cabrio, è nato a Messina nel 1986 e risiede in Svizzera, a Lugano. Fin da piccolo si appassiona alla musica ed allo studio della chitarra. Nei suoi 18 anni di attività artistica pubblica i singoli Stardust, Sottovoce, Fly, Io ci voglio credere, Penso a lei, L’anello sul tavolo. Partecipa a due importanti manifestazioni della cultura musicale italiana: Cantagiro nel 2015 e Sanremo Giovani nel 2016. Negli ultimi mesi si è dedicato a un side projet che ha riscosso grande successo: si tratta della cover de Il grande Mazinga che ha ottenuto più di 30.000 visualizzazioni su YouTube e passaggi in numerose radio nazionali ed internazionali.
Angelo Soraci in arte Cabrio,un musicista messinese trapiantato in Svizzera ,a Lugano.Qual è il rapporto con la tua terra e quanto c’è di sicilianità nella tua musica?
«Il rapporto con la mia terra è molto intimo tanto che ho deciso da poco di tornare nella mia Sicilia. Ho amato sempre la mia terra anche se non metto molto di siciliano nei miei testi, almeno per quanto riguarda la dialettica. Si può però notare in alcuni di essi, il calore e il senso di appartenenza a questa terra madre generosa».
Quando e in che modo hai scoperto che la musica è parte di te?
«L’ho scoperto da quando ho iniziato a suonare la chitarra, circa diciotto anni fa. Da lì ho iniziato a scrivere i primi testi e d a comporre le prime melodie».
Quali sono o sono state le tue influenze musicali?
«Adriano Celentano è il mio maestro in assoluto. Ho iniziato ad ascoltarlo a quattro anni e fino ad oggi è il mio mito indiscusso. Negli anni ’90 gli 883 mi hanno trasmesso un sacco di idee e soprattutto in tutti i loro brani ho potuto rispecchiarmi. Max Pezzali mi ha svezzato per quanto riguarda la scrittura. Ai giorni nostri apprezzo l’indie italiano, dal principino Calcutta al poppizzante Tommaso Paradiso fino a Leo Pari autore al quale, da qualche anno a questa parte, mi ispiro tantissimo».
Quale fascia di pubblico vorresti che apprezzasse la tua musica?
«I giovani/adulti vale a dire quella categoria già consapevole della vita che sta vivendo».
Ci puoi parlare della tua esperienza al Cantagiro e a Sanremo Giovani che ti hanno rivelato al grande pubblico?
«Sono state due esperienze gigantesche. Sicuramente il segno più grande me l’ha lasciato il Festival di Sanremo. Essere lì tra i sessanta finalisti mi ha fatto respirare un’aria nuova e fiabesca, mi ha divertito confrontarmi con il mio nipote acquisito (sì, mi chiama zio!) Irama, co il vincitore di quell’anno Francesco Gabbani, con Ermal Meta e Mahammod».
C’è stato un momento che ritieni fondamentale per la tua carriera?
«Sicuramente la vittoria dei City of Guitars di Locarno l’anno scorso. Lì ho avuto il piacere di condividere il palco con maestri della chitarra come Paolo Pilo e Massimo Luca. Da persone di questo calibro si può solo imparare ed io sono sempre pronto al confronto».
Ci racconti la genesi del brano Non succede quasi mai e del video che lo accompagna?
«Non succede quasi mai è nato come parte del mio prossimo Ep, dall’incontro col cantautore Marcello Ubertone. Questa canzone mi è piaciuta subito, non appena l’ho cantata, l’ho sentita mia. È il pezzo che apre i miei live. Come dice Marcello: “Questo brano è un elogio all’improbabilità. È accettare il rischio che una storia d’amore sia improbabile e che per questo si possa trasformare in Kill Bill, film di Quentin Tarantino, in cui non hanno risparmiato schizzi di sangue”. Il video è nato in pieno lockdown. Ho lanciato sui social l’invito a creare un clip homemade di massimo dieci secondi, facendo ascoltare loro in anteprima il brano e più di quaranta tra amici e conoscenti, già a partire dal giorno dopo, mi hanno intasato la casella di posta con i loro video. Un risultato eccezionale, basti guardare il risultato finale».
Come hai vissuto il lungo periodo del lockdown?
«L’ho vissuto a casa, studiando e scrivendo sempre brani nuovi ed organizzandomi per i live prossimi e in più ho creato un format/festival su instagram #acasadicabrio, è una realtà che ancora esiste».
A quando un tuo album? Pensi di inserire delle cover?
«Dopo quattro anni dall’ultimo, il mio prossimo album è prontissimo e spero a breve di pubblicarlo. Non ci sarà nessuna cover per questo disco ma una traccia acustica che per il momento vi lascio segreta. Ve la racconterò la prossima volta, magari».