Ganoona, cantante, rapper e songwriter italo messicano, lo scorso aprile ha pubblicato “Bad Vibes”, un brano che descrive una realtà simile a quella che solitamente possiamo riscontrare nelle puntate della serie Black Mirror, in cui la tecnologia ha plasmato in modo irreversibile i rapporti e le abitudini umane, cambiandoli per sempre. “Bad Vibes” parla di un mondo di malinconie nascoste, lavori alienanti e divertimenti forzati, dove l’intimità di un abbraccio diventa l’unica salvezza, da quelle energie negative che cercano di prendere il sopravvento su di noi. In questo nuovo singolo le sonorità urban-pop si tingono di RnB e Soul, mentre sullo sfondo le percussioni e i fiati “andini” riconducono al mondo latino-americano intrinseco della produzione artistica di Ganoona.
È uscito il tuo nuovo singolo Bad Vibes che descrive un momento di insicurezza e di alienazione dalla realtà. In quale momento hai avvertito il desiderio di comunicare queste sensazioni attraverso una canzone?
«Qualche mese fa prima del periodo di quarantena mi sentivo ingabbiato, frustrato senza spazio per me. La canzone è nata da un’istantanea, da una sensazione e da un sentimento che ho riportato nero su bianco. Sentivo il bisogno di scrivere qualcosa che mi aiutasse a capire meglio ciò che accade nella vita. All’inizio il pezzo è nato piano e voce, in seguito gli ho dato un vestito musicale. Il disco, invece, è stato realizzato durante la quarantena insieme al mio produttore. Era il momento giusto per condividere emozioni che tanti avranno provato in questo lockdown, cioè sentirsi completamente persi».
Nel video del singolo Bad Vibes un gruppo di ballerini e performers esprime una chiara voglia di libertà…
«Sì. Personalmente sono appassionato di danza e non vedevo l’ora di poter coinvolgere un po’ di artisti e performers in un mio progetto. Questo mi sembrava il momento migliore, poiché, volevo che dei corpi in movimento descrivessero una visione di libertà. Devo ringraziare per il montaggio Lorenzo Chiesa e Ambra Apfel per la coreografia».
Il tuo stile musicale nasce dalla fusione tra black music, hip hop e sonorità latine. Ma da quali artisti ti sei lasciato influenzare in questi anni?
«Ascolto da sempre musica di vario genere. Ho un forte legame con il cantautorato italiano in particolare adoro Lucio Dalla e De André; per quanto riguarda la black music vorrei ricordare Marvin Gaye, Ray Charles e un’artista moderna inglese Nao; in riferimento alla musica latina sono legato ai classici che ascoltavo in casa essendo italo-messicano, quando mio padre metteva dischi di musica latina. Come i Corridos del nord del Messico che raccontavano storie di contrabbando, che mi hanno sempre affascinato. Ed ancora gli Inti-Illimani e Daniela Andrade».
I tuoi live ti hanno portato in giro in Italia e in Messico. Come stai vivendo questo periodo in cui i concerti sono stati interrotti? Quali sono le tue preoccupazioni per il futuro?
«Le stesse di coloro che lavorano nel mondo della musica. Non abbiamo certezze di quando tutto ripartirà, gli organizzatori degli eventi continuano a chiamarci per rinviare le date. Bisogna aspettare e aver pazienza. Prima o poi ripartiremo. Torneremo a saltare e fare casino nei concerti. Bisogna solo concentrarsi su ciò che si può fare in questo periodo. Il mio consiglio che vorrei dare a qualsiasi giovane artista è di ascoltare dischi, studiare uno strumento e sperimentare».
Quando ti sei avvicinato alla musica?
«È stato un rincorrersi tra me e la musica. La passione è nata sin da bambino. La mia prima canzone l’ho registrata in quarta elementare su una cassetta negli anni ’90. Ad un certo punto mi sono allontanato, poiché sembrava un sogno più grande di me. Solo più tardi ho iniziato con il rap. Il momento di svolta è arrivato sei anni fa quando ho pubblicato un ep rap in spagnolo con un’etichetta discografica messicana. Ho avuto l’opportunità di portarlo in tour in Messico. Quest’esperienza mi ha folgorato. Quindi, ho continuato su questa strada, a fare musica professionalmente».
Stai preparando un album?
«Sì, stiamo lavorando al disco che uscirà a fine anno e sarà anticipato da un singolo in estate».
Il videoclip di “Bad Vibes”, diretto da Lorenzo Chiesa, racconta l’esigenza di dar sfogo al proprio desiderio di libertà in un periodo storico – quello della quarantena – in cui il corpo è costretto rimanere in casa e quindi sottoposto alla restrizione del movimento. Nel video si susseguono diverse riprese amatoriali aventi per protagonisti diversi ballerini e performers della crew The Collective che ballano all’interno delle loro abitazioni, creando un’atmosfera di intimità e unione attraverso movimenti di danza e stili espressivi diversi.