l’Oms che oggi celebra il World Aids Day, comunica che il 2030 potrebbe essere l’anno delle ‘nuove infezioni zero’ e dei ‘morti zero’. Per ottenere questo risultato si dovrebbe riuscire entro il 2020 a diagnosticare il 90% dei sieropositivi, a metterne il 90% sotto trattamento ed a sopprimere il virus nel 90% dei pazienti. Proprio il primo di questi obiettivi, da cui poi dipendono tutti gli altri, è però lontano dall’essere raggiunto.
”Circa metà di tutte le persone che nel mondo vivono con l’Hiv non sanno ancora di avere il virus – spiega Gottfried Hirnschall, che dirige il dipartimento Hiv dell’Oms – Serve uno sforzo comune per offrire il test alla popolazione più ampia possibile, e un focus sulle cosiddette ‘popolazioni chiave’, omosessuali, lavoratori del sesso, tossicodipendenti”.
Accanto alle cose ancora da fare l’Oms ricorda però anche i progressi raggiunti, soprattutto da alcuni paesi che fino a pochi anni fa erano nel pieno dell’emergenza. ”In Ruanda ad esempio – ricorda Francesca Belli dell’Aides, la più grande Ong europea contro l’Aids – oltre l’80% dei pazienti ha accesso alle cure. Questo paese ha calcolato che investendo 12,7 milioni in trattamenti ne risparmierà oltre 25 in nuove infezioni. Se riusciremo a fermare le nuove infezioni potremo finalmente mettere la parola fine alla storia dell’Aids”.