Mi avventuro nella lettura del libro “Viaggio in Texas” di Damiano Davide; lo faccio in maniera pigra anche perché lo leggo in pdf cosa che detesto; pagina dopo pagina il volume mi cattura. La scrittura è rapida, fluida, ti attira e le pagine scorrono velocemente. Lo definisco un “road book” che racconta di un giovane di trent’anni, che è in crisi e da tempo desidera mettere piede negli Stati Uniti. Basta una telefonata di vecchi amici di una band folk-bluegrass (La Terza Classe) e parte per il Texas. Houston, Austin, Dallas, il confine con il Messico, San Angelo, Amarillo, il Canyon di Palo Duro e l’insperata Route 66 sono le tappe di quest’avventura. La musica popolare americana accompagna il furgone sgangherato lungo una linea d’asfalto che attraversa l’immensità del deserto.
Fin dalle prime pagine c’è la volontà di non lasciare nulla al caso; gli ambienti, i sapori, le sensazioni sono quasi vivisezionate così da offrire al lettore scorci e visioni interessanti ed anche insoliti e personali.
Il viaggio, ma soprattutto la musica sono le note dominanti del libro ma c’è spazio per i rapporti umani, il cibo, le abitudini e poi l’America con il suo essere sempre sorprendente ed eccezionale. Ci si innamora di questa terra, in cui il fascino dei cowboy si lega alla tragica realtà delle minoranze. Ci si innamora, infine, dell’idea stessa del viaggio.
Potrei anche parlare di un libro come partitura musicale con le sue aperture e conclusioni, con i suoi momenti corali o d’orchestra e con splendidi assoli. Forse il fatto di essere pianista, compositore e direttore d’orchestra, ha aiutato l’autore nel comporre il suo libro o forse la sua musicalità è frutto di una scrittura così ariosa e variegata.
Venerdì 20 dicembre alle ore 19 presso il Museum ( Largo Corpo di Napoli, 3) si terrà la presentazione del volume con La terza classe a fare la loro parte e credo proprio che sarà una gran bella presentazione dove emergerà la voglia di fare esperienze di vita e musicali di rilievo.