Dopo il trionfo del Jova Beach e dopo il successo di una nuova frontiera di formato musicale con l’EP Jova Beach Party, Jovanotti torna a sorprendere con il nuovo progetto, un concept album di cover, dal titolo “Lorenzo sulla luna”.
«Quando abbiamo registrato “Lorenzo Sulla Luna” – afferma l’artista – non era detto che sarebbe uscito, era un mio trip personale, volevo concentrare la mia attenzione sul satellite terrestre, a 50 anni dall’Apollo 11, come un modo per esplorare uno spazio, che poi ogni spazio è sempre “lo spazio”. Passata l’estate con tutto il suo incredibile delirio lo abbiamo riascoltato e quel vuoto è entrato in risonanza con il silenzio improvviso che si era fatto in me dopo tutto il casino di Jova Beach, quindi mi è sembrato perfetto da pubblicare alla fine di un anno così pazzesco».
Un viaggio unico quello di Lorenzo, che testimonia una costante tensione verso ciò che di nuovo lo attrae e lo pone su quel crinale di novità che lo interessa e che da sempre è il segno più distintivo del suo lavoro.
«Era l’inizio del 2019 e io pensavo spesso in quei giorni al fatto che lo sbarco sulla luna in tv è la prima immagine che ricordo della mia vita. Intanto uscivano film sull’anniversario, libri, articoli di giornale e ho cominciato a pensare a quelle canzoni italiane che hanno la parola luna nel testo, a quelle che mi venivano in mente, ma senza googlare la parola».
L’album è prodotto da Rick Rubin, che aveva già prodotto con Lorenzo, Oh,vita! e il singolo “Prima che diventi giorno”. «A marzo di quest’anno sono stato allo Shangri-la a registrare con Rick queste 11 canzoni italiane più o meno celebri dedicate alla luna, in sette giorni che poi sono stati sei perché nel settimo abbiamo fatto una jam che è diventata “Prima che diventi giorno” (titolo realistico nel senso che Lorenzo Sulla Luna è il disco più notturno che avessi mai fatto). Rick non conosceva i brani, ma non li abbiamo riascoltati, ci siamo affidati soltanto a quello che mi avevano lasciato».
Il viaggio di Lorenzo sulla luna è tutto analogico: è un disco prodotto come se internet non esistesse, come se non esistesse pro tools, è una playlist di pezzi messa insieme come in una cassetta, una C=46 per l’esattezza.
«Il disco è fatto come se queste canzoni le avessi ascoltate in un tempo remoto e le dovessi tramandare a memoria, senza basarmi sulle registrazioni, sui dischi stessi in cui state incise È un album che parla di un futuro vintage. Il risultato è qui, nudo e crudo, molto lontano da quello che io intendo per “album di cover” ma di fatto trattandosi esattamente di questo e vivendo e nutrendosi di questa contraddizione».
Sul nuovo album Lorenzo dice: «Per me questo album è una faccenda personale, soprattutto emotiva, che non ha quasi niente a che fare con la mia carriera discografica, che è tutta da sempre concentrata (o vuole esserlo) su una mia ricerca di forme fresche per esprimere la stessa cosa, che se dovessi esprimere con una sola parola chiamerei “vitalità”. Ascoltatelo come una playlist tematica, breve e incompleta. Si tratta di un album fatto in pochi giorni anche se contiene mezzo secolo di vita, della mia nella fattispecie, di ascoltatore di musica più che di “musicista».
I brani che Lorenzo ha scelto per traghettare verso un nuovo progetto sono:
Notte di luna calante (Domenico Modugno, 1968); Luna (Gianni Togni, 1980); Accendi una luna nel cielo (Ornella Vanoni, 1976); Luna di città d’agosto (Jovanotti, 1997); L’ultima luna (Lucio Dalla, 1979); Chiaro di luna (Jovanotti, 2017); La luna piena (Samuel, 2017); Una notte in Italia (Ivano Fossati, 1986); La faccia della luna (Tre allegri ragazzi morti, 2010); Luna rossa (Giorgio Consolini 1950); Guarda che luna (Fred Buscaglione, 1959).