Gabriele Salvatores ha incontrato il pubblico del Centro Culturale Elsa Morante per presentare il suo nuovo film “Il ragazzo Invisibile”, la prima attesa pellicola di supereroi italiani.
Nel corso dell’ incontro con Salvatores sono state proiettate e approfondite con il regista alcune clip tratte da “Il ragazzo invisibile”, sul grande schermo dal 18 dicembre, distribuito in più di 400 sale. Si tratta del primo film di supereroi made in Italy. Infatti, “Il ragazzo invisibile” è italiano al cento per cento, essendo prodotto dalla Indigo di Nicola Giuliano e Francesca Cima (produttori tra i tanti titoli de La grande bellezza).
Il nuovo lavoro cinematografico di Salvatores strizza l’occhio tanto ad “Heroes” quanto al cinema d’avventura per ragazzi di primi anni Ottanta, risultando sospeso tra cinecomic e proseguimento “ideale” di Amori elementari.
È la storia di Michele, dodici anni, che vive in una città sul mare con la madre poliziotto (Valeria Golino) e fatica a farsi spazio tra i compagni bulli alla continua ricerca dello sguardo di una ragazzina che non lo nota neppure. Quando improvvisamente un giorno diventa invisibile capisce che grazie a questo superpotere in modo paradossale può ottenere quello che non ha mai avuto: l’attenzione degli altri. Salvatores ha detto: «Io sono nato a Napoli, ci ho vissuto fino all’ età di sei anni. Questo mi ha aiutato molto nella vita, perché si sa, il napoletano sa costruire la sua vita da zero, riesce ad affrontare le difficoltà meglio di chiunque altro. Nella mia vita avrei potuto fare l’avvocato, proprio come mio padre, che aveva già preparato tutto per il mio cammino, facendomi iscrivere alla facoltà di giurisprudenza, ma negli anni 70’ a tutto si pensava meno che a studiare. Rivolte studentesche, musica libera, iniziai a suonare la chitarra, volevo fare la rock star. Poi venne il momento in cui dissi a mio padre che volevo fare l’attore, poi il regista. Lui non la prese molto bene e poi capì che quello non era solo uno sfogo del momento, ma una cosa seria. Così arrivarono i primi successi a Milano col Teatro dell’ Elfo e pian piano, ho costruito la mia carriera artistica. Ho un rapporto bellissimo con gli attori con i quali ho costruito un legame fortissimo. Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio e altri ancora. Il mio cinema è qualcosa di molto più semplice di quello che si pensa, e ho sempre detto che il mio Oscar è arrivato forse troppo presto e che forse non me lo meritavo, ma è il pubblico che decide e quindi in questo caso forse era davvero il miglior film di quell’ anno. Come il protagonista del mio ultimo film anche io ero timido e avevo difficoltà a farmi avanti con le donne ma poi, ho saputo farmi forza e strada nella vita. La timidezza è quasi sempre una scusa.»
Al termine dell’incontro è stato presentato anche l’omonimo libro, romanzo fantastico di Paola Cataldo (casa editrice Loescher Editore) da cui è stato tratto “Il ragazzo invisibile”.
Il Centro Culturale Elsa Morante fa parte del progetto di rete di centri culturali e polifunzionali nelle periferie romane a cura dell’Assessorato allo Sviluppo delle Periferie di Roma Capitale.