Da mercoledì 20 a venerdì 29 novembre sarà possibile partecipare al progetto “Il MANN per l’ambiente”.
Si tratta di un progetto realizzato dai Servizi Educativi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli come occasione di approfondimento della mostra “Capire il cambiamento climatico”.
Si partirà mercoledì prossimo alle ore 16:00 con il Plant and Wood Anatomy Lab intitolato “Gli alberi tra passato, presente e futuro”: nell’incontro didattico, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Ateneo Federiciano (la curatela scientifica è di Gaetano Di Pasquale, Veronica Di Micco, Chiara Cirillo ed Alessia D’Auria), sarà illustrata l’importanza ecologica degli alberi in diverse tipologie di ambienti, anche nel tessuto urbano; agli studenti saranno presentate le strumentazioni necessarie per analizzare, in aula, le sezioni dei tronchi. L’incontro didattico verrà replicato anche giovedì 21 novembre, Giornata Internazionale degli Alberi, con lo stesso laboratorio (previsto per le ore 11:00) rivolto agli allievi della scuola secondaria e dell’Università. A seguire (ore 13:00) verrà piantato un ciliegio da fiore, donato dall’Orto Botanico di Portici, nel Giardino della Vanella: l’albero, nell’antichità, aveva un valore ornamentale ed alcuni noccioli sono presenti nei reperti di archeobotanica della Collezione dei Commestibili del Museo.
In rete con il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, invece, giovedì 28 novembre (ore 10:00 presso la sala conferenze dell’Archeologico) sarà proiettato il documentario dal titolo The Climate Limbo. Realizzato nel 2019 da Dueotto Film, la pellicola ripercorre, grazie alla guida di Enea Montoli (glaciologo del Centro euro Mediterraneo), le principali traiettorie delle migrazioni determinate dai fenomeni di cambiamento climatico.17
Per concludere venerdì 29 novembre (ore 10:00 sempre perso la sala Conferenze del MANN) sarà presentato Guarding the forest 2019: un documentario sulla lotta delle comunità locali per difendere la foresta dell’Amazzonia brasiliana. Max Baring e Karla Mendes testimoniano, con il loro lavoro, quanto incendi, crolli di dighe ed uccisioni dei leader indigeni coinvolti nella lotta ambientalista siano un allarme non soltanto per l’America del Sud, ma per l’intero pianeta.