Si è appena conclusa la fiera dell’editoria Ricomincio dai Libri, tenutasi presso la Fondazione Foqus di Napoli. Uno spazio di rigenerazione urbana nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Un filo rivolto alla rinascita, nel dedalo più controverso della città. Rachele Furfaro, presidente di Foqus, ha accolto con gioia la programmazione sinergica di Ricomincio dai Libri. Una fiera che quest’anno è approdata alla sua sesta edizione, con la direzione artistica dello scrittore Lorenzo Marone, e la presidentessa del progetto, Deborah Divertito. Tema pregnante della fiera, la Cura. Prendersi cura è il contenuto che Ricomincio dai libri, ha voluto comunicare. La cura diventa forma di risorgimento, in un contesto orientato alla disgregazione umana e sociale. Ed i libri, ricoprono un ruolo intenso, in un labirinto, che desidera la via d’uscita. Tanti gli ospiti che hanno vivacizzato la programmazione dal 4 al 6 ottobre. Un contesto, quello di Foqus, in cui l’atmosfera bucolica unita alla particolarità architettonica, hanno reso il fluire di ogni momento, proteso alle possibilità. A chiudere la kermesse, Maurizio de Giovanni. L’occasione è stata quella della presentazione del suo nuovo lavoro editoriale, Dodici Rose a settembre (Sellerio Editore). Il genere è quello del romanzo. Un intreccio di dinamiche in cui si riconoscono le difficoltà degli strati sociali. E’ l’incontro tra la giustizia ed il sociale. Tra di esse, la misura della legge. Dopo il Commissario Ricciardi ed I Bastardi di Pizzofalcone, due serie di polizieschi divenuti un successo strepitoso dello scrittore partenopeo, oggi, quello che lui stesso definisce, un nuovo “abito” da indossare. Dodici Rose a settembre è la storia di Gelsomina Settembre, detta Mina. Un’assistente sociale di un consultorio dissestato, con sede presso i Quartieri Spagnoli di Napoli. Una condizione di difficoltà, in cui Mina è costretta ad occuparsi, di casi di giustizia. “E’ come un vestito. Colorato, leggero, che si indossa per uscire la sera, per poi decidere di partire per un viaggio con lo stesso vestito”. In chiave metaforica, Maurizio de Giovanni sviscera il filo conduttore della sua nuova sfida editoriale. Da qui il racconto di Mina, il personaggio, intorno a lei il mondo che allarga l’intera dimensione. Il racconto viene descritto su di un parallelismo continuo, quello di una serie di omicidi, compiuti tutti con la stessa, improbabile arma. Dall’altra parte una bambina, che si reca nel consultorio di quartiere, per comunicare le problematiche della sua famiglia. La madre, vittima di continue violenze del padre. La paura che possa essere uccisa dalle sue mani. “Mi chiamo Flor, ho undici anni, e sono qui perché penso che mio padre, ammazzerà mia madre”. Punto di partenza ed insieme di congiunzione, dell’intera storia. Tante le sfaccettature che incuriosiranno il lettore. Dall’attenzione ai personaggi che in una chiara trasposizione, si muovono, nelle mura dei Quartieri Spagnoli. Assetati di desiderio, di rivincita, di miglioramento umano e sociale. L’attenzione alla città, che lo scrittore continua a raccontare. Il tema forte della violenza sulle donne. Le “sbadate”. Un aggettivo con cui viene scandito un contenuto di grande riflessione. Un messaggio narrativo che serve per rafforzare un importante messaggio sociale. “Perché il ruolo essenziale dello scrittore è quello di narrare una storia”. E’ così che Maurizio de Giovanni, rende incisiva l’dea da cui nasce il suo nuovo libro. “Così’ nasce Mina, dalla voglia di imprimere la differenza tra la giustizia e la legge”. Dodici Rose a Settembre diventa il nuovo messaggio, in cui sono coinvolte un reticolo di storie. Proprio come a specchiarsi nello spazio in cui esse hanno trovato forma ed anima. Avvolte da un linguaggio che nella sua fervida immaginazione, diventa ironico e al tempo stesso impregnato di forza umana.
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